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Fiere: “Sindaco, ma cosa fai?”. Banfi spara sull’ipotesi spezzatino

di Enrico Banfi*

4/6/2015 – Leggo dell’incontro Vecchi- Prampolini sulle Fiere. Non posso evitare una riflessione.

Punto 1: il problema è Sofiser, non sono le fiere. Pagate i debiti di Sofiser e le fiere proseguiranno a fornire benefici alla nostra comunità. Eppure, tutti si preoccupano di fare danni alle fiere e con le fiere: fiere chiuse, uguale a perdita di ricchezza e di posti di lavoro. E in cambio?

Punto 2: se c’è un problema, dalle nostre parti come dovunque e da sempre fra persone trasparenti, se ne parla. Oggi nella nostra comunità non è più così: se uno si rimbocca le maniche e cerca un percorso per risolvere il problema viene ostacolato in tutti i modi, in particolare con una tipica frase molto in voga fra gli amministratori reggiani: “L’ho già provato io, non funziona!”. Mi pare un tantino presuntuoso ed arrogante…..soprattutto visti i risultati. Forse chi è coinvolto direttamente nel caso Sofiser non può permettersi questo atteggiamento. E’ come se, ma forse mi sbaglio, avesse paura che il tentativo riuscisse…

Punto 3: proposte di nuove location agli organizzatori. Tu vai al Campovolo, tu al Palafanticini, tu a Scandiano…..La soluzione è dunque lo spezzatino delle manifestazioni che storicamente si tengono da decenni all’interno di una struttura dedicata alle Esposizioni. In genere si cerca di accorpare non di polverizzare: si accorpano i Comuni, le organizzazioni, si teorizza l’area vasta per accorpare funzioni e gestioni…Lo ripeto al Sindaco Vecchi: le nostre manifestazioni non sono fiere paesane ma eventi di valore mondiale, con una complessità organizzativa conseguente ed esigenze di servizi e di sicurezza di alto livello. Vi girano 30-50mila persone in pochi giorni. Non c’è da allestire un palco all’aperto, ma centinaia di strutture standistiche per lo più al chiuso.

Punto 4: le manifestazioni fieristiche di cui si parla non sono Info Point, né circhi, né giostre. Hanno caratteristiche loro, che vanno conosciute e rispettate. Chi le conosce e le rispetta sa che vanno realizzate in appositi contenitori, con caratteristiche di legge e sulla base di una pianificazione poliennale che dia certezze di realizzazione. E producono benessere e lavoro. Avviare un Polo fieristico ha costi enormi, chiuderne uno funzionante con eventi consolidati e di successo come quello di Reggio è una decisione saggia e motivata?

Non capisco. Infilarsi in una situazione che ha del surreale come quella descritta mi pare incredibile e rischiosa, sotto tutti i punti di vista. Non riesco a trovare una sola motivazione plausibile.

Caro Sindaco, credo tu sia la persona preposta a svelarla questa motivazione, che deve essere fortissima per accettare conseguenze così negative per la nostra comunità. Altrimenti vorrei sentirti dire che non sai dove trovare i soldi per onorare i debiti (peraltro fatti in buona compagnia), ma che la fiera, cioè un Centro Espositivo, è utile per il nostro territorio. Allora capirei.

(*Presidente della Soc. Ornitologica Reggiana)

 

 

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6 risposte a Fiere: “Sindaco, ma cosa fai?”. Banfi spara sull’ipotesi spezzatino

  1. Fausto Poli Taneto Rispondi

    04/06/2015 alle 21:37

    Gentile Dr. Banfi. L’altro giorno ero alle Fiere per ritirare un documento all’Enci. C’e’ pure un distaccamento della Provincia. La sua fiera puo’ essere amabilmente spostata anche in Lombardia. Su 5 quotidiani leggo di questa questione. E’ come il gioco delle carte, ma c’e’ sempre la fregatura. Non e’ che vi siete gia’ messi d’accordo ? Ho parlato con un cittadino e mi ha detto che ci sorgera’ una multinazionale. Bello vero ?

    • Pierluigi Rispondi

      04/06/2015 alle 22:29

      Gentile Poli, perché mai dovremmo regalare le fiere reggiane alla Lombardia, o a Parma o a Bologna? Lei, che scrive con l’oscurità di un oracolo, è favorevole o contrario a che Reggio Emilia abbia un polo fieristico? Sa,lo chiedo perché magari nel giro della fregatura, non volendo per carità, c’è anche lei… Pierluigi Ghiggini

  2. Fausto Poli Taneto Rispondi

    05/06/2015 alle 07:43

    Buongiorno, pregiato Dr. Ghiggini. Credo non abbia letto i miei precedenti interventi, oppure abbia la memoria corta. Riribadisco il concetto: Esempio: Fiera cambio scambio: occasioni a gogo per commercio auto d’epoca per attirare investitori e creare un’asta auto d’epoca a Reggio Emilia. Fiera suinicola: era il fiore all’occhiello della Citta’ del Tricolore. Quindi se 2 + 2 fa ancora 4…… Poi, l’ha menzionata Lei stesso che c’e’ la fregatura. No, e’ che e’ come fare il torello a calcio. In mezzo i Reggiani, e dalle parti i contendenti l’Area. A forza di passare la palla, la palla si sgonfia, finisce il gioco, e qualcuno prende la palla e poi lo sa’ lui cosa ne fara’. Insoma di intrighi da sottobosco vene sono a Reggio da scrivere un libro. Ieri a Reggio c’era pure L’ex Sindaco di Pemba. E su Pemba c’e’ tutto un marciume quando ci fu lo scandalo “pembiano”. Buona giornata, sperando che succeda l’imponderabile, cioe’ che l’Ente fiera si rivitalizzi.

  3. spectator Rispondi

    05/06/2015 alle 14:34

    Qualcuno potrebbe gentilmente chiedere al sig.Banfi di documentare nel dettaglio le decine di milioni di giro d’affari e le”centinaia di posti di lavoro”che attualmente vengono generati dagli eventi fieristici da lui promossi e gestiti? E,soprattutto,quanta parte di questo valore aggiunto ricade effettivamente sulla comunita’ locale.E infine,se il giro d’affari della mostra ornitologica vale 40 mln di euro,perche’ non ha mai pensato lui di investire sulle fiere di Reggio?

  4. Valter Franceschini Rispondi

    05/06/2015 alle 16:23

    Che noia! Che noia! Verrebbe da dire se non ci si scontrasse con tante piccole tragedie familiari, con i crediti, con i licenziamenti, con un’altra sconfitta per Reggio.
    Oggi tutti parlano delle fiere, della Fiera di Reggio, oggi tutti sanno, tutti propongono soluzioni anche quando, di fiere, in tanti non sanno nemmeno di cosa si tratta.
    Le associazioni di categoria che si “muovono” in questi mesi cosa hanno fatto (quali soci con partecipazioni da 500.000 LIRE, non euro) da quando qualcuno lasciò la società in modo poco elegante, forse, ma denunciando “l’indifferenza e il disinteresse dei soci”?
    E, oggi, dopo i disastri di concorsi a vuoto, delle nomine di direttori-manager, delle presidenze licenziatrici, delle fusioni sconsiderate, assistiamo a questi spettacoli poco decorosi.
    In tanti parlano ma nessuno dichiara di essere pronto ad aprire il borsellino.
    Io rappresento il passato, il passato remoto, capisco l’irritazione e le speranze (più illusioni che speranze) degli operatori privati, degli ultimi dipendenti, dei creditori. Debbono però farsene una ragione: le Fiere a Reggio sono morte, se si è trattato di un delitto compete ad altri, ben più autorevoli, accertarlo.

    PS Per “spectator”, ci sono stati studi della Bocconi che, attraverso alcuni dati (superfici espositive, numero espositori, ingressi, fatturati) consentivano di valutare il “giro di affari compreso l’indotto”. Ai miei tempi, era da poco caduto l’Impero romano, 2007/2008, si stimava con cautela tra i 50 e gli 80 milioni di euro.
    Se oggi potenti organizzazioni economiche locali si muovono significherà pur che qualcosa di importante si sta perdendo, si è perso.

    • Fausto Poli Taneto Rispondi

      05/06/2015 alle 19:50

      Se l’Ente fieristico e’ morto non lo e’ stato in modo “naturale”. Non e’ “spirato”. Le solite provocazioni da 2 soldi. Fieremilia si e’ distratta ? Non credo a chi ci vuole far credere una cosa che non esiste. A Reggio Emilia su quell’area di costruira’ di brutto. Da quando c’e’ il nuovo Sindaco Vecchi, tutto e’ un rottame. Il Parking di Piazza della Vittoria, magari ora ci sono le rane, poi Poiatica, poi, poi. Ah, Montefalcone. Ma, capperi, che politici impegnati……

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