Matilde di Canossa, miniatura dal codice originale della Vita Mathildis del monaco Donizone (Biblioteca Vaticana)
di Pierluigi Ghiggini
11/5/2015 – Matilde di Canossa è stata davvero la prima femminista della storia occidentale? E’ una domanda, forse un po’ corriva ma certo non priva di fondamento, che fa da sfondo al convegno “Mathilda Dei Gratia“, promosso dalla Diocesi di Guastalla e dal comune di Carpineti, in programma sabato 16 maggio in due location d’eccezione: l’ex seminario di Marola, interamente restaurato (oggi centro diocesano di Spiritualità e Cultura, nel luogo dove Matilde fondò una importante abbazia) e la chiesa di S. Andrea nel Castello di Carpineti.
Il convegno inaugura ufficialmente la trama delle iniziative per i novecento anni dalla morte della contessa Matilde di Canossa, e per questo è molto atteso. Voluto fortemente dal vescovo Camisasca, che aprirà i lavori, vedrà la partecipazioni di studiosi e professionisti eminenti come il professor Glauco Maria Cantarella, e gli architetti Francesco Lenzini e Maria Cristina Costa.
Un appuntamento non convenzionale, nel quale cercherà di andare oltre la “mitologia” e le immagini più spettacolarizzate della Grancontessa che, femminista o no, è stata certamente la donna che più di ogni altra ha influito nella storia dell’Europa. Certamente, si fa per dire, più di Angela Merkel e della regina Vittoria, di Elisabetta o, volendo scendere un po’, di Carla Bruni.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina in Vescovado dal vicario generale della Diocesi, don Alberto Nicelli, dal professor Agostino Menozzi coordinatore del comitato organizzatore dal sindaco di Carpineti Tiziano Borghi (che fra l’altro non ha mancato di sottolineare come ben otto bolle papali siano state emanate dal castello di Carpineti, compresa quella – così vuole la tradizione – sul celibato dei preti).
La Grancontessa Matilde di Canossa, poi vicerè d’Italia, nata a Mantova nel 1046 e spirata il 24 luglio 1115 a Bondeno di Roncore (oggi nel territorio del comune di Reggiolo), figlia di Bonifacio di Canossa detto il Tiranno e nipote di Adalberto Azzo, ebbe come è largamente noto un ruolo fondamentale nel far volgere a favore del Papato la lotta per le investiture. Nell’inverno 1077 Papa Gregorio VII attese nel castello di Canossa, assistito dalla Grancontessa e dall’abate Ugo di Cluny, l’arrivo dell’imperatore Enrico IV penitente e a piedi scalzi in mezzo alla neve, al quale concesse il perdono, revocandogli la scomunica.
Il convegno Mathilda Dei Gratia, che prende il titolo dal monogramma usato abitualmente dalla Grancontessa, non sarà né un panegirico né una riproposizione dei racconti cronachistici e delle ricostruzioni storiche consuete. Avrà piuttostolo slancio di una ragionata revisione critica per scrutare con occhi diversi dal passato, appunto oltre i miti sedimentati nei secoli, il carattere, la personalità e le vicende di Matilde di Canossa; ma sempre muovendo dall’assunto, da nessuno messo in discussione, che senza la Grancontessa la stessa storia dell’Europa avrebbe avuto un corso diverso.
Particolarmente attesa la relazione della professoressa Tiziana Lazzari su “Matilde e il potere delle donne” che rifletterà sul fatto che prima di lei erano sì esistite donne di grandi potere, in quanto mogli, e figlie di re, marchesi, conti e anche di vescovi, ma mai avevano assunto il ruolo e la carica formale di un ufficiale regio. Il potere di questa donna straordinaria non nasceva dal suo essere “moglie di” o “figlia di”: essa esercitava il potere in prima persona. Era lei a comandare sull’Italia, era lei la più grande feudataria del tempo, era lei a governare, a decidere e soprattutto a fare politica prima tra pari con i grandi del potere ecclesiastico e civile. Da qui, negli ultimi anni, il fiorire di una vasta pubblicistica su Matilde quale madre nobile del femminismo moderno.
“Di certo – ha sottolineato il professor Menozzi – Matilde esercitò il suo grande potere affrontando in ogni momento tutte le difficoltà di essere donna all’epoca, con alle spalle due matrimoni difficili e il grave problema di assicurarsi una successione”.
Enrico IV scomunicato chiede in ginocchio l’intercessione di Matilde di Canossa. Accanto a lui l’abate Ugo di Cluny (miniatura del XII secolo)
Il convegno – ha aggiunto – “farà anche luce sull’umanità straordinaria di Matilde e la sua capacità di tradurre in opere concrete, soprattutto in una fitta rete di castelli e di monasteri, il nuovo clima derivante dalla conciliazione tra Impero e Papato”. E in questo modo non solo determinando la fisionomia di un vastissimo territorio, in primo luogo quello reggiano, ma dando sostanza attraverso le azioni, i trattati, le edificazioni, all’equilibrio della pace europea.
Sarà un appuntamento importante anche dal punto di vista filosofico perché – ha rilevato ancora Menozzi – “Matilde era in rapporti con Sant’Anselmo di Aosta, lo studioso che fece rinascere la filosofia occidentale dopo secoli di oblio”. E’ questa una parte rimasta in ombra negli studi sulla Grancontessa, e che il convegno di sabato si ripropone di approfondire.
Il convegno è aperto a tutti. Saranno presenti gli studenti dell’Istituto professionale Nelson Mandela di Castelnovo Monti, corso di turismo.
IL PROGRAMMA DI SABATO 16
La sessione del mattino, al centro di spiritualità di Marola, avrà inizio alle ore 9,15.
La figura di Matilde fra mito, cultura e storia
Alle 9,30 il saluto del vescovo monsignor Massimo Camisasca e le introduzioni di monsignor Giovanni Costi e del professor Agostino Menozzi.
Dalle 10 le relazioni di Tiziana Lazzari (Matilde e il potere delle donne), Antonio Petrucci (Spunti filosofici del tempo di Matilde), Glauco Maria Cantarella (Matilde fra mito e mitologie).
Conclusioni, sospensione del convegno a trasferimenti a Carpineti con mezzi propri (poi con navetta dal centro del paese).
La sessione del pomeriggio al Castello di Carpineti (chiesa di S. Andrea)
La storia di Matilde attraverso le pietre: il Castello di Carpineti
Ore 14,30 – Arch. Francesco Maria Lenzini (Da Matilde attraverso i secoli. Il castello delle carpinete e le sue trasformazioni)
ore 15,15 – arch. Maria Cristina Costa (Il recupero del castello di Carpineti: storia e prospettive)
ore 16,00 – Visita guidata al Castello: evidenze archeologiche e storiche.