di Pierluigi Ghiggini
21/5/2015 – E’ un vero terremoto , in senso positivo, quello provocato dalla proposta della Confcommercio di Reggio Emilia per il salvataggio del polo fieristico di via Filangieri dopo la decisione degli enti soci, non priva di un certo cinismo e comunque incomprensibile ai più, di sciogliere anticipatamente la società Fiere di Reggio, costringendo gli organizzatori degli eventi ad emigrare altrove e mutilando la città della funzione fieristica. Tutto questo nel pieno dell’Expo e soprattutto del decollo con cifre straordinarie della stazione Mediopadana dell’alta velocità (che facilmente raggiungerà il milione di viaggiatori a fine 2015) situata ad appena trecento metri dalle Fiere. Molti si chiedono quale tarlo (o quale interesse) si stia mangiando la classe dirigente reggiana, politica e imprenditoriale, e per questa ragione il piano di salvataggio presentato dalla presidente di Confcommercio Donatella Prampolini è stato salutato da un coro di consensi trasversali: da Forza Italia alla Cgil.
Prampolini ha lanciato la proposta dell’affitto del ramo d’azienda con preavviso di dodici mesi in caso di disdetta: in questo modo non solo ha aperto varco alla continuità degli eventi fieristici, ma ha rilanciato le azioni concrete per la ricerca di un partner importante, se non un vero cavaliere bianco interessato alle aree di via Filangieri non soltanto come investimento a fini immobiliari, ma soprattutto come luogo fieristico. Non a caso si torna a parlare di Fiera di Milano, che aveva abbandonato il campo dopo l’incredibile diktat dell’ex assessore regionale Muzzarelli.
Prampolini ha fatto appello alle categorie economiche e alla città perchè partecipino al progetto, ma comunque è determinata ad andare avanti “anche se dovessimo restare soli”. I suoi argomenti del resto, sono solidi: pur nel contesto delle aste giudiziarie, la liquidazione non può consapevolmente distruggere l’avviamento commerciale determinato dalle attività fieristiche, specialmente con la storia che hanno alle spalle.
Il messaggio di Donatella Prampolini è chiaro: Reggio non può buttare a mare le sue fiere, né lasciare campo libero a chi è già seduto al tavolo della spartizione delle aree. Naturale perciò che molti siano rimasti spiazzati, ma anche molti di più siano quelli che istintivamente si schierano oggi con Prampolini. Per il momento tace il sindaco Vecchi, e tace il Pd che ha una brella fetta di responsabilità nel dissesto finanziario del polo fieristico. Ma nella Cna, ad esempio, prevalgono le voci favorevoli (“Finalmente!”) anche se ancora, per così dire, ufficiose.
Esulta il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Pagliani, che aveva sollecitato più di un dibattito nelle assemblee elettive e ha preso una posizione durissima contro la decisione di sciogliere anticipatamente la società Fiere di Reggio.
“Sosteniamo a pieno la proposta di Donatella Prampolini – ha dichiarato Pagliani – convinti che più di chiunque lei e Confcommercio abbiano le idee e la sensibilità giusta per ridare slancio ad una iniziativa economica che rappresenta una opportunità unica per il rilancio economico della nostra provincia”.
L’esponente azzurro parla di proposta “giusta, pienamente condivisibile e di assoluto interesse per evitare di perdere per sempre le manifestazioni fieristiche a Reggio Emilia”.
“Finalmente uno degli operatori associativi economici della provincia reggiana supera l’immobilismo generale e suicida degli enti pubblici, presenta un piano per salvare le Fiere di Reggio – commenta – Giusto richiedere dodici mesi per consentire la programmazione degli eventi che possano consentire la continuità, nell’interesse degli stessi creditori e di quella fetta cospicua dell’economia locale che ruota intorno alle Fiere di Reggio Emilia”.
Pagliani si pronuncia favorevolemente anche su Fiera di Milano come ipotetico partner: “Da sempre riteniamo che un collegamento con Milano Fiere possa essere l’unica ed esclusiva prospettiva da intraprendere per il futuro delle manifestazioni fieristiche reggiane. Sosteniamo a pieno la proposta di Donatella Prampolini convinti che più di chiunque lei e Confcommercio abbiano le idee e la sensibilità giusta per ridare slancio ad una iniziativa economica che rappresenta una opportunità unica per il rilancio economico della nostra provincia”.
Plauso convinto anche dalla Cgil, che ha dato il suo disco verde con una dichiarazione del responsabile provinciale Politiche economiche, Matteo Alberini. La posizione di via Roma è chiara: “Il percorso è complicato, bisogna fare tutto in fretta, ma bisogna provarci”. Soprattutto incita Comune,Provincia e Camera di commercio a non assistere passivamente al fallimento, ma a recuperare un ruolo attivo e propositivo.
“La proposta anticipata dalla presidente di Confcommercio per tentare di
garantire la continuità delle attività espositive a Mancasale, nelle more
del fallimento dell’ente espositivo – afferma Alberini – rappresenta il primo atto concreto e
realistico del sistema economico reggiano per tentare in articulo mortis
di evitare la cancellazione di un importante elemento di promozione della
economia locale, oltre che una insostituibile fonte di lavoro per le varie
attività dell’indotto”.
Si tratta di una proposta la cui realizzabilità concreta va verificata
seriamente e rapidamente – aggiunge -” impegnando tutte le altre associazioni di
rappresentanza della economia reggiana, ed in primo luogo la stessa Camera di commercio
di Reggio Emilia, che non può limitarsi ad assistere passivamente al
fallimento delle Fiere, in virtù della sua missione di promozione della
economia locale, se non per il fatto di essere l’azionista di maggioranza
di Reggio Emilia Fiere.”
“Così come Comune ed Amministrazione provinciale di Reggio devono anch’essi
recuperare il proprio ruolo “politico” di orientamento per contribuire a
salvare quello che è ancora salvabile, nel rispetto delle loro prerogative,
delle compatibilità economiche ed anche dei diritti dei creditori della
procedura fallimentare – conclude Alberini – Si tratta di un percorso complicato, da fare in tempi rapidissimi per poter
chiedere agli organizzatori degli eventi di aspettare ancora un poco a
cercare soluzioni fuori dalla nostra provincia. Bisogna provarci”.
Valter Franceschini
21/05/2015 alle 19:20
I miei auguri all’idea non posso e non voglio farli mancare. Anche, se in onestà, la reputo più un’utopia che un idea. Perché? Perché da 5 anni tutti (proprietà, associazioni di categoria, Istituzioni, politica) sono silenziosi, come lo sono stati per gli ultimi decenni, sulla questione fiere.
Dalla “provocazione” della Provincia di rifinanziare l’attività fieristica arriviamo a questa altra provocazione.
Ma tutti questi soggetti cosa hanno fatto o detto in questi anni?
Cosa hanno detto sulla scelta di un direttore (costoso, e pare non grande conoscitore dell’ambiente fieristico), cosa hanno detto sul licenziamento in tronco dei vertici operativi della società con esperienza quasi ventennale, cosa hanno detto sulla fusione di Siper e Sofiser, cosa hanno detto quando si profilava il fallimento della nuova società?
Ed ora si cerca di recuperare qualcosa, un anno di vita, forse due. Bene. Ma con quali prospettive? Su quali basi? Il Salone del Cavallo Americano ha già firmato il contratto con CremonaFiere, altri organizzatori hanno già contatti con altri quartieri regionali e non.
Le fiere domestiche sono poche e rimaste in condizioni ormai insostenibili e non si risolleveranno di certo con i mercatini dell’usato e la struttura abbisogna di importanti manutenzioni.
Pensare che se le proprietà, il mondo imprenditoriale e la politica, che hanno dimostrato nessun interesse verso le fiere, avrebbero almeno potuto “far cassa” cedendo e favorendo il trasferimento delle manifestazioni (e di parte del personale) ad altri quartieri!
Comunque Buona Fortuna e l’augurio che l’utopia si realizzi, non per i soggetti che ho citato, ma per quel che resta dei dipendenti e per le imprese reggiane che stanno perdendo una discreta opportunità di lavoro.