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“Ecco le Fiere che non si faranno più”. Chi ci guadagna dalla distruzione di via Filangieri?

2/5/2015 – E’ l’ultima spiaggia, se volete siete ancora in tempo. Ma fate presto, perché tempo pochi giorni inizierà la diaspora. Gli operatori fieristici riuniti nel Comitato Reggio Città Fiera rivolgono un appello a  Comune, Provincia e Camera di co0mmercio, ma anche a banche e associazioni imprenditoriali, per il salvataggio del polo fieristico di via Filangieri. E annunciano che fiere come il Cavallo (metà maggio),  l’internazionale Suinicola – fiore all’occhiello del programma reggiano – e la canina si terranno più .

E’ noto che i soci e il Pd, senza spiegazioni degne di rilievo nelle assemblee elettive, hanno deciso lo scioglimento anticipato di Reggio Emilia Fiere, già in concordato, hanno fatto dimettere il cda presieduto da Paolo Lusenti e nominato Aspro Mondadori (in quota Camera di commercio) quale liquidatore. Un liquidatore c’era già, ma passiamo oltre.

Si fa strada a questo punto l’ipotesi di un accordo ad ampio spettro sulla vendita all’asta di aree e padiglioni fieristici, naturalmente non alla prima chiamata, ma dalla terza in poi, quindi a prezzi di realizzo. Del resto il valore della posizione di queste aree è ben noto, quindi si farà di tutto pur di acquisirle al prezzo più basso possibile. Qualcuno ha già i piani in tasca? Chi sono le forze pronte a partecipare al banchetto, visto che chi controllerà l’area Fiere, a trecento metri dalla Mediopadana, deciderà le sorti della zona Nord?

In questo scenario si registra una durissima presa di posizione degli operatori, che stanno già cercando altri lidi più ospitali per le loro manifestazioni: “Possiamo ben dire che Reggio festeggia il Primo Maggio con la pianificazione di perdita di posti di lavoro! E nessuno dirà nulla…”. Eppure “Nessuno, esterno a Reggio, ci vuole credere. Nessuno pensa che gli amministratori ed i dirigenti di categoria siano così sciagurati da commettere eutanasia di un “malato sano”. Da qui l’appello a comune,provincia e camera di commercio a raddrizzare la situazione finchè sono in tempo.

Di certo, gli operatori in questo momento sono soli: nemmeno alla Regione, stando alle parole sibilline del presidente Bonaccini, appare interessata a un polo fieristico reggiano. Eppure è stato il Pd a portarlo al crac, prima con i debiti accumulati in Sofiser, poi con il no dell’assessore regionale Muzzarelli (sostenuto a Reggio da Sonia Masini) all’ingresso di Fiera di Milano a Reggio. Ancora una volta i guasti della politica finiscono a carico della società. E stavolta con un danno irreversibile e colossale. Ma è proprio così che devono andare le cose?

La Camera di commercio può mobilitare risorse per riportare in progressione la liquidazione in bonis. E il comune dal canto suo ha uno strumento insuperabile: vincolare le aree ad attività fieristica, bloccando sul nascere ogni piano speculativo. Avranno il coraggio e la voglia, Landi e Vecchi, di muoversi in quella direzione?

“ECCO LE FIERE CHE NON SI FARANNO PIU'”

“Da alcuni giorni – scrivono gli operatori di Reggio Città Fiera – è stata inaugurata un opera di un artista reggiano: l’interpretazione personale della celeberrima Ultima Cena di Leonardo da Vinci. L’opera è collocata presso la Stazione Mediopadana. Quest’ultima è fisicamente adiacente al Quartiere Fieristico di Reggio. L’altra viene accostata simbolicamente alle Fiere, per il malinconico tramonto.

Il 23 e 24 aprile si è svolta la Mostra dei Bovini da latte: 33 edizioni per celebrare uno dei pilastri dell’economia reggiana, da secoli: il latte ed il parmigiano reggiano. Non si terrà più, né a Reggio né sul territorio regionale. Nessun quartiere fieristico, neppure i tre famosi poli che la politica ha individuato, è attrezzato per ospitare animali da reddito cui la nostra economia deve moltissimo: sparisce per sempre un simbolo storico, culturale, economico, per decisione politica e nell’indifferenza delle organizzazioni di categoria”.

“Il 4, 5 e 6 giugno si terranno dei Convegni nell’ambito della Rassegna suinicola internazionale, altro pilastro non solo dell’economia reggiana ma anche dell’area vasta di cui oggi si favoleggia senza definizione né progetto. La Rassegna Suinicola- 52 edizioni, mezzo secolo di vita- non si terrà più: lo hanno deciso gli amministratori locali e regionali, nel silenzio più assordante, ancora una volta, di tutte le organizzazioni di categoria.

A metà maggio si terrà la 28^ edizione del Salone del Cavallo, noto marchio delle Fiere di Reggio, che grande successo ha sempre conseguito. Per l’ultima volta vedremo a Reggio ed in Emilia Romagna 1200 cavalli con i relativi servizi e gli oltre 47.000 competitors, espositori e visitatori da ogni parte d’Europa. Sarà l’ultima edizione: sicuramente straordinaria e sicuramente l’ultima a Reggio. Un vero canto del cigno, un regalo ad una vicina regione”.

A marzo si è tenuta la 63^ edizione della Canina, più di mezzo secolo di vita, kermesse mondiale con il record di oltre 6200 soggetti in gara, provenienti da ogni parte del mondo. Tutti ricordiamo i primi passi ai giardini pubblici e la simpatia con cui grandi e piccini assistono in migliaia alle prove e tutti sappiamo con quale passione i proprietari-allevatori seguono la vita dei loro campioni. Reggio centro mondiale dei cani, per tre giorni: finito, non lo sarà più. E non ci saranno più i quindicimila visitatori non reggiani che animavano il nostro territorio e godevano dei suoi servizi, a vantaggio della nostra economia.

A settembre e novembre sono in calendario i tradizionali eventi legati all’ornitologia. Reggio è la capitale mondiale dell’ornitologia : Zebra’s, Internazionale “Città del Tricolore”  e S. Valentino un tris d’assi invidiato che richiama oltre 40.000 visitatori ed espositori da ogni parte del mondo. Dopo tre quarti di secolo non le vedremo più a Reggio E. La prima esposizione fu in Palazzo Ancini, oggi sede del Comune. Dove non arrivò la guerra (un filmato mostra l’edizione del 1942, Istituto Luce) arrivano gli amministratori pubblici e delle organizzazioni di categoria: questa avventura è finita, con Reggio.

Tutti eventi di rilevanza internazionale , che hanno per protagonisti animali, da reddito tipici locali e da compagnia. Hanno “ fatto il nido” da decenni a Reggio, in una location specifica per tipologia e dimensioni: il Quartiere fieristico di Mancasale. Hanno accumulato uno “straordinario valore d’avviamento” (fa parte dello stato patrimoniale di un’azienda…), portando all’identificazione dell’evento con la città.

A marzo si è tenuta pure la Mostra Mercato delle auto e moto d’epoca (CAMER, 35^ edizione): una straordinaria parata di modelli e di passione, nella regione che della motoristica ha fatto un punto di vanto mondiale e di straordinari risultati economici. Un hobby che occupa, solo a Reggio E., 45.000 mq di superficie, richiama 1800 espositori da ogni parte d’Europa ed oltre 30.000 visitatori. Anche questa straordinaria manifestazione reggiana ha chiuso il ciclo in questa sua città. Costretta, dagli amministratori locali, a trasferire altrove sforzi, lavoro, storia e benefici economici e sociali.

Maggio e dicembre vedono esprimersi le passioni legate al collezionismo: Cambi & Scambi e Fumetto, altro settore in cui le Fiere di Reggio sono leader in Italia. Siamo alla 27^ edizione, con 20.000 visitatori ogni evento. Anche questi eventi sono destinati a scomparire, come è già scomparsa Casa & Tavola nel format tradizionale. E’ stata una delle prime vittime dell’effetto Sofiser.

Abbiamo rappresentato le due anime storiche, di qualità e vincenti delle “piccole” come dimensioni ma non come ruolo e caratterizzazione, Fiere reggiane: animali (da reddito, base da sempre della nostra economia, e da compagnia) e collezionismo. In questi ambiti Reggio è leader internazionale indiscussa, non minaccia altri poli fieristici, come auspica il Governatore Bonaccini, produce occupazione ed immagine per la città, senza godere di alcun finanziamento regionale, con un bilancio sostanzialmente in pareggio, prima della sciagura Sofiser. Ma le vogliamo chiudere, queste Fiere, senza alcun motivo serio. Il più serio riguarda altro, Sofiser, con la sua voragine in debiti. E con le sue responsabilità.

 La chiusura ha una conseguenza molto concreta e molto costosa: diminuzione della ricchezza per il territorio, perdita di posti di lavoro. Un vero patrimonio (sì signori assessori, si tratta di un patrimonio), cacciato alle ortiche. Grazie agli amministratori locali e regionali, pubblici e di categoria.

Dopo le dichiarazioni del liquidatore giudiziale possiamo ben dire che Reggio festeggia il Primo Maggio con la pianificazione di perdita di posti di lavoro! E nessuno dirà nulla……

Nessuno, esterno a Reggio, ci vuole credere. Nessuno pensa che gli amministratori ed i dirigenti di categoria siano così sciagurati da commettere eutanasia di un “malato sano”. Nessuno pensa che si tratti dell’Ultima cena delle Fiere, quanto piuttosto dell’ultimo atto (per ora) di un gruppo dirigente locale e regionale un po’ “leggero”, appannato, distratto, forse non perfettamente informato sul tema. Certamente molto prossimo a Ponzio Pilato.

Ma può recuperare, questo gruppo dirigente….nell’interesse del territorio e delle persone che lo vivono. Ma ha solo pochissimi giorni, poi inizierà la diaspora”.

 

 

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3 risposte a “Ecco le Fiere che non si faranno più”. Chi ci guadagna dalla distruzione di via Filangieri?

  1. Fausto Poli Rispondi

    02/05/2015 alle 14:40

    A pensar male, si dice, non si sbaglia mai. penso che i terreni su cui sorgono i capannoni, saranno molto appetibili dalle Cooperative di costruzioni. Sporattutto perche’ a un passo dalla Mediopadana. Staremo a vedere. ma quello che fa piu’ arrabbiare i cittadini di Reggio Emilia, e’ che, in epoca di crisi, si gettino alle ortiche opportunita’ colossali. Agli operatori economici Reggiani,Aziende e Agenti, tocchera’ percio’ muoversi molto piu’ in la’, verso la Lombardia. addirittura anche in Romagna ci sono ottime fiere. Percio’ al di la’ dell’appetibilita’ dei terreni, ci possono essere accordi tra gli Enti fieristici territoriali. Insomma qualcuno fa il burattinaio. Solamente che e’ un gioco tragico, perche’ c’e’ in ballo l’indotto. Chi realizza gli stand, ad esempio, se lavora con Aziende reggiane, avrebbe piu’ piacere di acquistare le materie prime a Reggio e lavorare a Reggio, mica magari dover andare a Milano o all’estero, o addirittura perdere l’appalto per costruire uno stand favorendo percio’ operatori legati all’ente fieristico nuovo acquisitore. vabe’ poi si vedra’. In ogni caso, Parma, al di la’ dei problemi societari del Parma Calcio, che non credo riguardino l’amministrazione Comunale, dico, Parma sta sviluppando una fiera, quella dei Camper, nata in sordina ed ora svluppatasi a livello esponenziale.

    Complimenti per l’articolo.

    Fausto Poli

  2. carlo Rispondi

    03/05/2015 alle 16:23

    Per molto meno, un tempo, si portavano sul carro per la piazza o, meglio, si mettevano in una gabbia al pubblico ludibrio e alla gogna tutti quelli che facevano qualche guaio. Ovviamente da sempre chi aveva il potere restava alla finestra, anche se era il massimo responsabile, e non pagava alcun prezzo. La storia purtroppo si ripete.
    Sono convinto però che con un po’ di buona volontà e professionalità si possa di nuovo attivare l’Ente fiera , che rappresenta , per alcune iniziative, un punto di eccellenza per la nostra città e per il suo sviluppo economico.
    Carlo Baldi

    • Fausto Poli Rispondi

      04/05/2015 alle 08:06

      Comunicazione molto interessante, a Reggio Emilia di carri ce ne vorrebbero decine…

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