Carlo Baldi e Guido Prati all’incontro col premier Renzi alla Borsa di Milano

4/5/2015 –  “In Italia il capitalismo di relazione ha prodotto alcuni effetti decisamente negativi: è il momento di mettere la parola fine a un sistema basato più sulle relazioni che sulla trasparenza e sul rapporto con il mondo che sta fuori e chiede più dinamismo e trasparenza”. Il premier  Matteo Renzi dice basta all’Italia dei salotti buoni e lo fa di fronte gotha della finanza e dell’imprenditoria (da Profumo a Gros Pietro, da Cairo a Brunello Cucinelli, da Lapo Elkann all’intramontabile Victor Ukmar) riunito a palazzo Mezzanotte a Milano per interrogare il Presidente del consiglio. Un proemio di dieci minuti, poi una raffica di domande e risposte, per così dire a effetto e anche con elementi di novità.

Al matinèee con Renzi al palazzo della Borsa c’erano da Reggio Emilia Carlo Baldi e Guido Prati, invitati all’incontro perché lo Studio Baldi & Partners è  Advisor di operazioni rilevanti e di aziende in marcia verso la quotazione di Borsa.

“Le affermazioni sul capitalismo di relazione, la difesa dell’Italicum, l’annuncio di una riforma generale del fisco sono stati certamente i passaggi più rilevanti del premier, che ancora una volta ha dimostrato di essere un parlatore straordinario – ha commentato Baldi, raggiunto al telefono da Rep – Resta da vedere se questa riforma elettorale sarà in grado di generare governi capaci davvero di fare le riforme, o se non sarà un nuovo flop.  Certamente Renzi ha mostrato ancora una volta molta determinazione nel voler centrare l’obiettivo di un governo che duri cinque anni (anzi, anzi cinque più cinque)”.

In Italia – ha detto Renzi – “c’è un tessuto vitale ricco di energia e tenacia che è il sistema imprenditoriale, per il quale la quotazione in Borsa non può essere considerata un doveroso approdo naturale, ma uno strumento per affermare principi di trasparenza e apertura al mondo che sono fondamentali”

A proposito dell’Italicum, in votazione oggi alla Camera, ha sottolineato che  “ha un grande elemento di chiarezza: per cinque anni sarà chiaro il governo, chi vince. Ci sarà un sistema nel quale il nostro Paese potrà finalmente essere punto di riferimento per stabilità politica, che è precondizione per l’innovazione economica”.

Renzi ha fra l’altro difeso la tassazione del 20% delle cedole (“L’ho voluta io perché i lavoratori pagano di più”) , si è detto d’accordo sull’agevolare gli investimenti a medio termine dei titoli di Borsa, penalizzando invece il trading speculativo,  ha parlato di “contraccolpi minimi” dell’embargo verso al Russia per l’Ucraina e ha rilanciato l’idea dell’Italia come “ponte” per lo sviluppo dell’Africa e per i  Balcani.

 

 

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