27/5/2015 – Coopsette non regge il piano di ristrutturazione del debito, non riceve i pagamenti attesi ed è subissata dai decreti ingiuntivi. Non ce la fa più e getta la spugna. Oggi il colosso cooperativo di Castelnovo Sotto ha chiesto al Giudice fallimentare di Reggio Emilia l’ammissione al concordato preventivo, con riserva di presentazione del piano industriale. In un comunicato dai toni drammatici, anche se controllato parola per parola dai consulenti legali, firmato dal presidente della cooperativa Fabrizio Davoli, Coopsette ammette di non riuscire a far fronte a pagamenti e rimborsi e di essere bersagliata dagli atti esecutivi, e quindi per fermare l’assalto al patrimonio ha portato i libri in tribunale.
La situazione è particolarmente complicata: Coopsette attualmente ha sottoscritto un piano di ristrutturazione del debito ex articolo 182 Legge Fallimentare, che prevedeva il rimporso al 100% dei credito (fornitori,subappaltatori, banche e soci prestatori) diluito negli anni. Ora chiede il concordato preventivo ex articolo 161, ma a questo punto è nelle mani del comitato dei creditori, che potrebbe anche decidere il fallimento (anche se l’ipotesi appare lontana). Certamente si prospetta un concordato lacrime e sangue, dal quale Coopsette uscirà radicalmente cambiata, col trasferimento dei cantieri a una Spa (il comunicato infatti parla anche di possibile “gestione indiretta“) e soprattutto la ricerca di soci o partner forti.
La decisione di chiedere il concordato arriva pochi giorni dopo la bocciatura da parte dei soci lavoratori di Unieco dell’ipotesi di integrazione, attraverso una newco, tra via Ruini e Castelnovo Sotto, che almeno per Coopsette rappresentava l’ultima spiaggia. Infatti le decisioni assunte oggi dal consiglio di amministrazioni erano in qualche modo attese, negli ambienti cooperativi e in quelli bancari. Qualche dubbio resisteva solo sui tempi.
E’ la conferma di un momento veramente drammatico per la cooperazione reggiana. Coopsette ormai è destinata a un percorso analogo a quello della Cmr di Reggiolo, che aveva aperto la sequela dei disastri, di Orion e della modenese CdC: il destino è il salvataggio delle attività in una società di capitali e il tramonto sino a estinzione di una cooperativa dalla storia gloriosa, ricca di know-how e di professionalità. Non è più solo una crisi, ma un tramonto ineluttabile con conseguenze devastanti.
(p.l.g.)
Ecco il testo integrale del comunicato di Coopsette
“Il Consiglio di Amministrazione di Coopsette ha deliberato di procedere alla presentazione, presso il Tribunale di Reggio Emilia, di un ricorso ai sensi dell’ art. 161, sesto comma L.F. Il relativo atto è stato depositato nella giornata di oggi e si ritiene che in pari data si avranno le pubblicazioni di legge.
L’iniziativa assunta dalla Cooperativa ha lo scopo di evitare – almeno temporaneamente – che la stessa possa essere destinataria di azioni esecutive o cautelari sul suo patrimonio e quindi – in un’ottica conservativa – mira a proteggere e segregare quest’ultimo affinché, in questo delicato momento di tensione finanziaria della società, possa, fra le altre cose, anche essere preservata la par condicio.
Il deposito del ricorso predetto si è reso necessario in considerazione delle sopraggiunte difficoltà sul piano finanziario in cui è di recente incorsa la Cooperativa, anche a causa dell’intervenuto mancato conseguimento – specie in termini di incassi – di alcuni obiettivi del piano di ristrutturazione ex art. 182 bis L.F.
La Cooperativa ha predisposto e sta lavorando alla ultimazione di un piano volto ad assicurare la continuità aziendale, sia essa diretta o indiretta, nonché a tutelare al meglio il patrimonio aziendale e i creditori sociali.
Il Tribunale, a seguito della domanda presentata, deciderà in merito alla fissazione di un termine per la presentazione della proposta concordataria e del piano sottostante alla stessa, entrambi finalizzati alla sistemazione dei debiti della società.
Nel corso di questo periodo, la Cooperativa potrà legittimamente continuare la propria attività e, sempre nel medesimo periodo, il pagamento delle forniture di beni e servizi che verranno effettuate sarà assicurato dalla natura prededucibile dei relativi crediti che sorgeranno in capo ai fornitori.
Nello stesso periodo Coopsette lavorerà, sotto il profilo strategico, all’identificazione di potenziali partner industriali al fine di rafforzare la propria presenza sui mercati di riferimento, dopo le forti difficoltà, finanziarie e non, che hanno caratterizzato la vita della Cooperativa negli ultimi anni.
Il Consiglio di Amministrazione è impegnato a compiere una corretta e tempestiva opera di informazione nei confronti dei soci, dei dipendenti, dei fornitori, del ceto bancario, delle istituzioni e di ogni altro portatore di interesse, assicurando l’impegno della Cooperativa alla tutela di tutti i soggetti coinvolti. Il presidente Fabrizio Davoli“.
Mario
29/05/2015 alle 19:45
E’ una devastazione! In breve tempo sono stati cancellati 100 anni di storia del movimento operaio. A Reggio, Cadelbosco, Campegine, Cast. Sotto, Poviglio, Gualtieri, Guastalla, Reggiolo sì è aperta una voragine che ha succhiato tutto quanto è stato realizzato in un secolo: patrimoni, sociale, storia, lotte. E’ colpa solo della crisi o invece la responsabilità di tutto questo è di una classe politica che ha esercitato il potere specie a Reggio, trasformandosi in lobby ed usando i soci come alibi ?
Tale disastro : economico , sociale e morale dovrebbe aprire un processo politico immane. Oppure tutto cadrà nel dimenticatoio ?
Fausto Poli Taneto
03/06/2015 alle 09:16
Ho sempre il dubbio: ma quando ha costruito lo Stadio della Juventus, o per tutte le altre opere realizzate, bo, tutto strano. Ma e’ solo una personale considerazione.