4/4/2015 – Truffe e furti su internet: si moltiplicano i crimini informatici. Un hacker indubbiamente di talento si è inserito per via telematica in una trattativa di compravendita tra un’azienda di Luzzara e una ditta sudcoreana ed è riuscito a dirottare sul proprio conto corrente la somma di seimila euro, pagata dal cliente asiatico dell’azienda luzzarese per l’acquisto di numerosi componenti da utilizzare nel settore zootecnico.
L’imprenditore reggiano si è però subito accorto dell’anomalia e si è rivolto ai Carabinieri della Stazione di Luzzara che hanno avviato le indagini arrivando a identificare il ladro. Una denuncia a cui potrebbero presto aggiungersene altre: i carabinieri il codice IP del regista delle operazioni, che comunque non è riuscito a beneficiare del suo “colpo” perchè gli investigatori sono riusciti a bloccare il conto corrente “stornando” l’importo a favore dell’azienda reggiana a cui era effettivamente destinato in origine.
Nel frattempo i Carabinieri della Stazione di Luzzara con l’accusa di concorso in frode informatica hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia un uomo di 33 anni residente a Torino. E’ stato lo stesso l’imprenditore reggiano, sollecitato a spedire la merce dall’azienda sudcoreana che assicurava di averla regolarmente pagata tramite bonifico, ad accorgersi che ignoti inseritisi fraudolentemente nella compravendita avevano indicato a quella sudcoreana le nuove coordinate bancarie dove effettuare il bonifico, che ovviamente non era quello del venditore.
Si è subito rivolto ai carabinieri di Luzzara denunciando la frode informatica. Risaliti all’IP del computr truffaldino, I Carabinieri hanno quindi accertato che il torinese ha ricevuto dall’azienda sudcoreana l’intero importo della compravendita per un importo di circa 6.000 euro che tuttavia non ha potuto prelevare essendo stato anticipato dai Carabinieri che gli hanno bloccato il conto. Le indagini tuttora in corso sono tese ad accertare eventuali analoghe condotte delittuose commesse dal 33enne abitante a Torino, con il probabile ausilio di altri complici, nei sistemi informatici di altre aziende.