16/3/2015 – “Se la commissione che ha vagliato centinaia di domande ha valutato erroneamente, il riconoscimento dovrà essere revocato”. Lo ha dichiarato ieri sera il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Grazianl Delrio, dopo una giornata di polemiche sulla medaglia alla memoria riconosciuta al capitano dei Bersaglieri Paride Mori, volontario di Salò dell’Ottavo Reggimento Luciano Manara – Battaglione “Mussolini” , che combattè sul Carso per contrastare l’avanzata dei partigiani di Tito.
Poco prima fonti del govermo avevamo fatto sapere che il caso sarà esaminato con attenzione. “E’ stato dato mandato per un approfondimento e nei prossimi giorni verrà ripresa in mano l’istruttoria ed esaminata”, spiegano dal Governo sottolineando che il nome di Paride Mori non è frutto solo di Palazzo di Chigi essendo stato individuato da una commissione tecnica costituita da 10 membri, tra i quali uno solo è della Presidenza del Consiglio.
15/3/2015 – Una vera bufera politica si è scatenata sul sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio per il conferimento avvenuto il 10 febbraio, presenti la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’onoreficenza per le vittime delle Foibe al capitano dei Bersaglieri Paride Mori, che combattè con la Repubblica di Salò e con i suoi uomini contrasto in modo forse decisivo l’avanzata dei partigiani titini su Gorizia.
Paride Mori, nativo di Traversetolo, è Medaglia d’Argento alla memoria.
il 18 febbraio 1944 nell’Alto ISonzo fu catturato dai titini con altri bersaglieri e massacrato, con vilipendio del cadavere.
Contro il nuovo riconoscimento sono insorti ambienti antifascisti emiliani, dopo un articolo pubblicato su Repubblica Bologna, e in particolare il Comitato Antifascista
di Parma, secondo cui Paride Mori era sotto il comando dei tedeschi e che non morì nelle foibe, ma in combattimento.
La presidente Boldrini a sua volta ha preso le distanze: in una dichiarazione di oggi ha precisato che lei con la medaglia
Mori non c’entra niente. ”
“La Presidente della Camera non ha dato alcun premio alla memoria del repubblichino Paride Mori – questa la precisazione – né ha in alcun modo concorso ad individuare il suo nome tra quelli meritevoli di onoreficenza. L’individuazione dei soggetti cui attribuire le medaglie spetta infatti ad una commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio, che le ha consegnate durante uno specifico incontro che la Camera ha ospitato nella sala Aldo Moro, a margine della cerimonia per la Giornata del Ricordo svoltasi invece nella Sala della Regina alla presenza del Presidente della Repubblica e con la partecipazione della Presidente Boldrini”.
La nufera dunque, si scarica interamente sul Delrio.
La questione non a caso approderà domani pomeriggio in consiglio comunale a Reggio Emilia con una mozione urgente della consigliera di Sel Lucia Lusenti: evidente il tentativo del di dividere un gruppo Pd che porta indiscutibilmente l’impronta dell’ex sindaco. Sarà interessante vedere quale giudizio esprimeranno i democrat reggiani.
Una dichiarazione è stata diffusa oggi da Cosimo Pederzoli a nome del circolo Sel Loukanikos di Reggio Emilia: “Esprimiamo la più totale indignazione per la scelta del Governo, e del sottosegretario Graziano Delrio, di conferire la Medaglia al merito al fascista Paride Mori, ufficiale parmense del Battaglione bersaglieri volontari “Benito Mussolini” che combatté a fianco dei nazisti.
Un fatto gravissimo portato avanti dall’ex sindaco di Reggio Emilia, città Medaglia d’Oro per la Resistenza e terra dei fratelli Cervi. Domani porteremo la questione in Consiglio Comunale, grazie alla consigliera Sel Lucia Lusenti. In quella Sala Tricolore che ha visto nascere la bandiera d’Italia e che oggi non vuole riconoscere alcun merito a chi sventolava la bandiera della Repubblica di Salò”.
Non è la prima volta che la memoria di Paride Mori, che fu un soldato che non si macchió di delitti contro i civili, ma anzi contribuì a salvarne molti dalla furia dei “bestioni” titini, è al centro di dure polemiche. Nel 2010 il Comune di Traversetolo decise di dedicargli una via, poi fu costretto ad annullare l’intitolazione.
Luca Tadolini
15/03/2015 alle 19:57
La dignità nazionale è ancora ostaggio di una setta di pseudo antifascisti vetero comunisti (e in quanto tali più sconfitti dalla Storia della sempre più apprezzata Buonanima).
È ormai cosa nota che al Confine Est , alla fine dell’ultima guerra , molti Italiani riconobbero nel pericolo comunista titino un nemico comune che unì patrioti fascisti e patrioti antifascisti anticomunisti. Lotta che molti combatterono fino alla morte.
Per altro verso, è noto che una parte di antifascisti tradirono il patriottismo italiano a favore della fratellanza comunista unendosi ai comunisti jugoslavi di Tito.
Purtroppo per l’Italia è questo antifascismo comunista ad intossicare ancora la nostra cultura storica e politica facendosi forte della complicità delle associazioni partigiane e degli istituti storici della resistenza , pur finanziati con soldi pubblici.
Sono solo una solo una setta minoritaria. Sconfiggiamoli!
Luca Tadolini
Centro Studi Italia
Luca Tadolini
15/03/2015 alle 22:00
Per chi vuole approfondire la storia del Bersagliere Paride Mori:
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/primopiano-focus/850169/Paride-Mori–eroe-per-pochi.html
rimoldi antonio
16/03/2015 alle 02:23
molti ignorano o fanno finta di ignorare che tra le file dell’esercito repubblicano non tutti erano fascisti nel vero senso della parola,ma combatterono in questo esercito solamente per la Patria e l’onore e la dignita’ perduta della nazione dopo l’8 settembre
Onore a Paride Mori
16/03/2015 alle 09:35
Per gli ignari.
Legge 92 del 30 marzo 2004:
Onorificenze in memoria di “infoibati o diversamente massacrati” dai partigiani di Tito.
Paride Mori non è Caduto in combattimento ma fu catturato e trucidato dai partigiani mentre era su una sidecar insieme ad un altro Bersagliere; furono seviziati e vilipesi anche dopo la morte.
I tedeschi erano nostri alleati in Istria e Venezia Giulia, ma Mori non fu mai alle loro dipendenze. Ricordiamo che nel 1943 l’occupazione tedesca dell’Istria consentì il recupero dei Caduti fatti precipitare nelle foibe dai partigiani comunisti durante la “prima ondata”.
Il Reggimento dei Bersaglieri Volontari “Luciano Manara” non tradì; anzi, reagì al tradimento impegnandosi fino alla morte per la difesa di Venezia Giulia, Gorizia e Trieste. Il suo sacrificio impedì una rapida avanzata partigiana con importanti conseguenze strategiche.
Il “Grande Ottavo” ha recentemente ricevuto la Cittadinanza Onoraria di Trieste, in riconoscimento del Suo importante ruolo nella storia locale”
domenico
16/03/2015 alle 11:05
La storia fa parte del nostro passato, ma ci insegna a vivere nel presente proiettandoci poi nel futuro facendo sì che i ricordi e le evocazioni tramandate e studiate sui libri abbiano a istruirci e condurci sulla retta via della libertà di un popolo che ha sofferto per le indicibili crudeltà perpetrate , purtroppo vi sono ancora sacche di nostalgici anche in una città come reggio emilia (il parere più autorevole a chi dare le medaglie ad onore, per me sarebbe il grande partigiano ed emblema del sacrificio offerto per la patria, (Germano Nicolini detto el divel), Graziano del Rio farebbe bene visto che abita ad un schioppo da Nicolini a farsi raccontare quello che facevano i fascisti. sono comunista e fiero di esserlo (del Rio Pensaci) :….
Carlo L. Serra
17/03/2015 alle 01:47
Carlo L Serra 16/03/2015 – 00:25
Io non conosco Paride Mori; ma, se risulta che in non so cosa egli ha ben operato, come si può disconoscere il fatto sol perché la persona era seguace dell’ideologia fascista? Allora, dato che l’INPS
è creazione di Mussolini, sciogliamolo: saremo senza pensione, ma più democratici.
Roberto G.
17/03/2015 alle 01:55
x Luca Tadolini
Pubblicità del libro di Zanettini!
Penso che non è questo il momento per far pubblicità del libro su Paride Mori. Che pena! Non acquisterei neanche una copia.
W il Capitano Paride Mori, Eroe per questa povera nostra la Patria. Perché non sei ancora tra noi?
Bersagliere Marco
20/03/2015 alle 09:59
X Roberto
Il libro è utile in primo luogo agli ignari, per conoscere la VERA storia del Capitano Mori e del Grande OTTAVO. Non si puo’ scrivere o parlare ignorando la storia. L’ha fatto anche la Boldrini che si è tirata immediatamente fuori senza sapere nulla del Capitano Mori, della storia dei Bersaglieri Volontari del Reggimento Luciano Manara; non sa nemmeno che il Reggimento medesimo ha avuto, or non è molto, il riconoscimento della cittadinanza onoraria di Trieste. L’ignoranza non è ammessa in politica.
E’ inammissibile in un Paese civile e rispettabile, comportarsi in modo così opinabile, se non addirittura miserevole, solo per una manciata di voti.
ONORE AL CAPITANO PARIDE MORI ED A TUTTI COLORO CHE SI SONO IMMOLATI COME LUI; HANNO DIMOSTRATO SENSO DELLO STATO ED AMORE PATRIO, ESEMPIO ORA E SEMPRE ATTUALE. SAREBBE STATO MOLTO PIU’ FACILE TRADIRE L’ITALIA COME TANTI VIGLIACCHI.
Fate pena, sprecate tanto tempo per una medaglia ed un “diploma” che erano solo un ricordo morale verso chi ha dato dalla “parte corretta” la vita per la Patria.
Claudia Cernigoi
20/03/2015 alle 14:45
Vorrei ricordare a coloro che parlano di difesa della Patria al confine orientale che le “province dell’attuale confine orientale”, Trieste, Gorizia, l’Istria, Fiume, furono annesse dopo l’8/9/43 dalla Germania nazista come Zona d’operazione Litorale Adriatico (Adriatisches Küstenland), dove TUTTE le formazioni militari non erano al servizio dell’Italia (neppure quella di Salò), ma agli ordini dell’esercito del Reich di Hitler.
Chi combatteva contro l’esercito jugoslavo (alleato nella compagine antifascista, cobelligerante con l’Italia del Sud) al confine orientale non difendeva la Patria, intesa come Italia, ma sosteneva il nazifascismo. Pretendere di riabilitare il fascismo tramite la legge del giorno del ricordo è una cosa squallida che offende i morti e la Resistenza.
Luca Tadolini
20/03/2015 alle 17:28
Signora Cernigoi, la presenza tedesca al Confine Est era dovuta all’Armistizio del governo antifascista di Badoglio, che nel nefasto 8 Settembre 1943 si arrese scappando e lasciando l’Italia senza difese.
Italiani come Paride Mori, davanti ai quali anche Lei si dovrebbe inginocchiare, semplice bersagliere di guardia alle ferrovie, corse alla valle dell’Isonzo a tamponare gli Jugoslavi che si mangiavano l’Italia. Sono numerosi i casi in cui i reparti della R.S.I. e della Decima Mas fecero capire ai tedeschi che il Tricolore sarebbe rimasto sul pennone.
A fianco dei Bersaglieri di Salò, non c’erano solo i tedeschi ma anche Serbi, Sloveni, Croati che avevano deciso di fare fronte comune contro le bande Tito, pur avendo prima combattutto i tedeschi, avendo capito che quello era il vero pericolo per tutte le Nazioni adraitiche.
Tutti questi Popoli subirono massacri simili alle Foibe.
L’antifascismo Italiano sacrifica rancore ideologico sacrifica il patriottismo e la cultura storica.
In Slovenia, alla fine degli anni Ottanta, il Partito Comunista Sloveno riconobbe il Massacro della Guardia Bianca, gli sloveni che combattavano a fianco dei tedeschi e degli Italiani. Eresse un grande monumento. E siglò la riconciliazione nazionale. La Slovenia nella successiva drammatica Guerra degli anni Novanta, evitò la guerra civile.
Questo vostro antifascismo,invece, a 70 anni di distanza dalla fine del Fascismo, coltiva solo “la continuazione in politica della guerra civile”. Non insegna nulla.
Giuliana e Giorgio Roberti - Mestre
20/03/2015 alle 20:07
Cara Signora,
è molto difficile il dialogo fra sordi, se non anche impossibile; ma ci proviamo ugualmente, per onore e rispetto verso chi ha perso la vita per difendere la Patria.
Per noi, e per i nostri Avi, Trieste, Fiume, l’Istria e la Dalmazia sono la nostra Patria, e furono Eroi tutti coloro che la difesero. Nessuno può impedirci di onorarli.
Potremmo dialogare a patto che lei non offenda i nostri Eroi. Ma lei, forse non italiana, si richiama ad un ideale opposto, perché sta dalla parte di Tito che voleva anche Trieste e Gorizia con l’aiuto di Togliatti che, pur essendo italiano, faceva distribuire volantini alla cittadinanza triestina perché accogliesse i partigiani senza fare opposizione.
Comprendiamo che la sua idea sia diversa ma lei, che riteniamo di fede democratica, deve rispettare la nostra.
Lei rispetta i morti della resistenza per Tito e noi rispettiamo chi ha resistito contro Tito.
Cerchiamo almeno di non offenderci: solo così possiamo fare in modo che il pur difficile dialogo non sia proprio fra sordi.
Convenga almeno sul fatto che la Legge 92 non intende offendere chicchessia: non è forse vero che venne approvata con voto quasi unanime? Quella Legge vuole solo ricordare ed onorare chi cadde nel nome dell’Italia. Essa avrebbe voluto portare un contributo alla conciliazione: obiettivo commendevole, ma purtroppo, tuttora lontano.
R. Mussari
21/03/2015 alle 10:32
ERRORI CONTINUI VOLUTI
LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO NON HA CONFERITO AI FAMILIARI DEL CAPITANO PARIDE MORI NE’ UNA MEDAGLIA D’ORO, NE’ UNA MEDAGLIA D’ARGENTO.
La Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio ai sensi della Legge 30 marzo 2004 n. 92 non ha concesso alcuna Medaglia al Valor Militare, cosa che non rientra nei suoi compiti e tanto meno nei suoi poteri.
Ogni 10 febbraio, da un decennio, sono state conferite le Medaglie ai congiunti dei Caduti infoibati o diversamente massacrati dopo l’otto settembre dai partigiani titini.
Alla memoria del Cap. Mori è stato conferito il riconoscimento perché venne catturato in un’imboscata (non in combattimento), ucciso e selvaggiamente oltraggiato anche dopo la morte; e non per altro.
Era un semplice Comandante di Compagnia nell’Ottavo Bersaglieri “Luciano Manara” (Reggimento recentemente insignito della cittadinanza onoraria di Trieste) e non ha mai “fondato” alcun Battaglione.
L’On. Del Rio sa bene, o dovrebbe sapere, che revocare la Medaglia non è lecito: sarebbe anche una violazione di legge ed un eccesso di potere.
Questi Signori (PRC, SEL, ANPI e compagni di viaggio) farebbero bene a documentarsi come si conviene, prima di sproloquiare.
R.R.
25/03/2015 alle 00:10
A fianco dei Bersaglieri di Salò, non c’erano solo i tedeschi ma anche Serbi, Sloveni, Croati che avevano deciso di fare fronte comune contro le bande Tito, pur avendo prima combattutto i tedeschi, avendo capito che quello era il vero pericolo per tutte le Nazioni adraitiche.
Tutti questi Popoli subirono massacri simili alle Foibe.
Grazie Luca Tadolini per aver ricordato queste sette righe in lettura per tutti coloro che dicono falsità.
Per il trattamento degli italiani da parte slava in guerra ed a fine guerra finita, leggete e capirete chi erano gli slavi :
I dannati di Borovnica da pagina 119 a pagina 145
SCONOSCIUTO 1945 – TESTO IN INTERNET
Tenete presente che Gampaolo Pansa NON è DI DESTRA