“Via Tito è da cancellare”: l’ora della verità in consiglio a Reggio

8/3/2015 – Che senso ha una strada intitolata a Josip Broz Tito in una città che, come è scritto nello Statuto “opera contro ogni forma di totalitarismo”? È la domanda che fa da sfondo a una mozione di Cesare Bellentani, consigliere capogruppo della lista Magenta, perchè sia cambiata la denominazione a via Tito (non a caso nella zona di via Gorizia) che fa decisamente a pugni con la più recente intitolazione di un’altra strada cittadina ai Martiri delle Foibe. 
La mozione sarà discussa domani, lunedì, in consiglio comunale a Reggio Emilia. Molti si chiedono cosa farà il Pd, al cui interno non mancano i nostalgici. 
Per molto tempo Tito, fondatore e presidente della Jugoslavia, che infatti è crollata alla sua morte con il terribile strascico della guerra dei Balcani, fu il simbolo di un comunismo non stalinista, in rotta con la politica imperiale sovietica. Ma la storia non perdona, e nel tempo sono venute alla luce le tragedie della dittatura titina: l’Italia, dopo decenni di atteggiamento fellone, si è ricordata dell’esodo degli istriani, una vera e propria pulizia etnica, e soprattutto delle migliaia di italiani finiti nelle foibe.  
Ce ne sarebbe a sufficienza per eliminare via Tito, ma c’è qualcosa di più, che pochi conoscono e che Bellentani sottopone all’attenzione di Sala del Tricolore: quattro anni fa la Suprema Corte della Slovenia ha dichiarato incostituzionale l’intitolazione, avvenuta nel 1999, di una strada di Lubiana a Tito. Perchè Reggio dovrebbe comportarsi diversamente?
“L’esistenza della intitolazione di Via Tito è non solo indegna – scrive Bellentani – ma anche offensiva per la memoria di tanti morti e del dolore causato, a maggior ragione considerata l’esistenza di una strada, nel nostro stesso Comune, intitolata ai Martiri delle foibe”. 
Sempre domani sarà discussa un’altra mozione di Bellentani: riguarda il contrasto all’accattonaggio degli extracomunitari nei parcheggi cittadini.

IL TESTO DELLA MOZIONE SU VIA TITO 
 
“Premesso che:
Il Comune di Reggio Emilia, come riporta lo Statuto del medesimo, nell’esercizio delle proprie funzioni si ispira ai Principi della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, persegue gli obiettivi politici e sociali sanciti dalla Costituzione della  Repubblica, coordina la propria attività con lo Stato, la Regione Emilia Romagna, con la  provincia ed i Comuni al fine di realizzare un organico sistema delle autonomie, e, in particolare opera per salvaguardare e consolidare i valori di libertà, antifascismo, eguaglianza, giustizia anche sociale, democrazia e solidarietà, patrimonio della città di Reggio Emilia ED OPERARE CONTRO OGNI FORMA DI TOTALITARISMO
 Verificato che:
Esiste a Reggio Emilia una strada intitolata al Dittatore jugoslavo Josip Broz Tito, che non solo è stato capo assoluto di un regime totalitario dal 1945 al 1980, ovvero sino al momento della sua morte, ma le milizie del quale hanno pure compiuto i terribili eccidi di tantissimi nostri connazionali giuliano dalmati, nelle foibe, martiri commemorati nella giornata del ricordo istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, e celebrata ogni anno nella giornata del 10 febbraio;
Considerato che:
Il 3 ottobre 2011 la Corte Costituzionale della Slovenia, paese appartenente all’Unione Europea, ha dichiarato incostituzionale la dedicazione di una strada di Lubiana a Tito, avvenuta nel 2009, dichiarando che ciò avrebbe comportato la glorificazione del regime totalitario da questi costituito e una giustificazione delle gravi violazioni dei diritti dell’uomo e della dignità umana avvenute durante il suo regime;
Ritenuto che:
L’esistenza della intitolazione di Via Tito sia non solo indegna, ma anche offensiva per la memoria di tanti morti e del dolore causato, a maggior ragione considerata l’esistenza di una strada, nel nostro stesso Comune, intitolata ai Martiri delle foibe;
Si impegnano Sindaco e Giunta
A porre in essere quanto necessario per modificare il nome di tale strada, che riporta il nome di un personaggio storico palesemente indegno di tale onorificenza e quindi in palese conflitto con il dettato dello Statuto Comunale nonché con i Principi della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”. 
(Il Capogruppo del Gruppo Consigliare Magenta
Cesare Antonio Bellentani) 

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