Baby spaccio in montagna, 13 ragazzini nei guai. Studente di 17 anni gestiva il giro su Whatsapp

 7/3/2014 – Gli ordini arrivavano grazie a messaggi criptati via Wathsapp, ma anche tramite l’applicativo messenger di  Facebook Un linguaggio “studentesco” dove i “capitoli” erano le dosi di droga, le ” pagine” i soldi e la “scrittura” la qualità dello stupefacente. “Domani nell’intervallo riesci a passarmi le 4 pagine di appunti che ti dicevo oggi?”, “Ogni capitolo ha 16 pagine, quanti capitoli devo portarti?”, “Lo so, lo so. 4 sono tanti da studiare ma servono a un altro….quindi scrivili bene”.
 Questa una delle conversazioni tipo ricavata dallo smartphone di minorenne intraprendente che gestiva l’illecita attività di spaccio di marjuana ed hascisc tra i ragazzini coetanei, e che vedeva coinvolti quali clienti anche alcuni maggiorenni. 
La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna, condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri di Casina ha chiesto e ottenuto dal Gip gli arresti domiciliari  di un 17enne reggiano ritenuto responsabile del reato di spaccio di stupefacenti. L’ordinanza è stata eseguita ieri dai Carabinieri di Casina. 
Una dozzina di giovanissimi clienti, prevalentemente minori, sono stati segnalati quali assuntori di stupefacenti alla Prefettura reggiana. 
Le indagini hanno preso il via im novembre quando i carabinieri di Casina hanno pizzicafo  un 15enne reggiano con una dose di marjuana cedutagli da un ragazzo di 17 anni,  nei cui confronti i Carabinieri hanno avviato un’indagine pliminare culminata con una perquisizione domiciliare. 
Il 17enne era in possesso di una decina di dosi di marjuana per circa 4 grammi, nascosti  nella sua abitazione con un bilancino di precisione. Attraverso lo smartphone del giovane, i Carabinieri sono risaliti a un centinaio di cessioni di stupefacenti, compiute tra i mesi di agosto e ottobre del 2014 nei confronti di una dozzina di clienti.  Gli ordinativi correvano con uno slang  da “secchioni” su  whatsapp o tramite Facebook. I clienti poi identificati e sentiti dai Carabinieri hanno confermato le risultanze investigative, collaborando con i militari.

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