“Cauzione sull’acqua, ennesima ingiustizia a carico degli utenti”

di Francesco Fantuzzi*

2/2/2015 – Le bollette dell’acqua che molti utenti stanno ricevendo in queste settimane contengono una nuova voce di pagamento, il deposito cauzionale introdotto dall’Aeeg: si tratta di una somma da cui IREN andrà ad attingere in caso di morosità del cliente, incassando pertanto in anticipo somme solo eventualmente dovute in futuro.
Tale voce non riguarda gli utenti che hanno disposto la domiciliazione bancaria, postale o su carta di credito della propria bolletta.
L’individuazione della somma sarà stabilita sulla base del consumo storico o, se tale dato non è disponibile, della stima della fascia di consumo in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare.
Tale disposizione è, di tutta evidenza, illegittima e ingiusta.
Illegittima in quanto discriminatoria e in contrasto con la nostra Carta, perché non tratta tutti gli utenti allo stesso modo.
Ingiusta, in quanto penalizza coloro che non pagano con domiciliazione  bancaria le bollette dell’acqua, presupponendo, non si comprende in base a quale principio, una maggiore probabilità di morosità future, e favorendo, ancora una volta, il sistema creditizio.
Se poi consideriamo che con tale norma viene introdotta una mera facoltà per i gestori, che possono, ma non sono tenuti, a richiedere il deposito cauzionale, sorge spontanea una domanda: che pensano gli azionisti pubblici di questo ennesimo sopruso nei confronti dei cittadini che dovrebbero rappresentare?
Il Tavolo nomaxiutility invita pertanto gli amministratori locali a far rispettare la Costituzione, richiedendo a Iren di non applicare in nessun caso la norma in questione e restituendo peraltro nelle prossime bollette le somme già illegittimamente trattenute.
Cosa succederà poi quando, finalmente, la gestione dell’acqua passerà ad una società pubblica? Entro quanto tempo IREN sarà poi tenuta a restituire la cauzione?
E, questione non ultima per importanza, quanti milioni di euro IREN stessa sta incassando in anticipo al fine di mettere qualche pezza al suo drammatico stato di insolvenza?
Infine, quando restituirà i 21 milioni di euro indebitamente incassati nel nostro territorio a seguito dell’esito referendario?
Sindaci, battete un colpo. Evitate un nuovo caso De Sanctis.

*Tavolo nomaxiutility

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