Reggio, occhi aperti sui fondamentalisti

11/1/2015 – L’atteggiamento collaborativo dei centri islamici  e lo schierarsi contro il terrorismo da parte delle associazioni straniere (come confermano le massiccie adesioni alla manifestazione “Libertè-Egalitè-Fraternitè” di oggi) non bastano a mettere Reggio Emilia al riparo dai rischi del fondamentalismo islamico. Anzi, le braci sono ancora calde sotto la cenere, e scottano. Per questo le forze dell’ordine e l’intelligence tengono alta la guardia,  passano al setaccio movimenti talvolta impercettibili, non si accontentano della facciata.
 Sarebbero almeno una  decina i personaggi, che vivono più o meno stabilmente nel reggiano, toccati in passatoa vario titolo da inchieste su terrorismo o ambienti fondamentalisti. Su di loro, soprattutto sul loro milieu, l’attenzione è massima. 
In un’analisi pubblicata sulla Gazzetta di Reggio, Tiziano Soresina mette l’accento sia su un paio di recenti indagini, una della quali riguarda due mujaeddin che si sono mossi tra Reggio e Parma per tre mesi sotto falso nome, sia sul pericolo rappresentato da frange (non si sa quanto consistenti) di salafiti apertamente in rotta di collisione  con i centri islamici reggiani, da loro considerati troppo legati alle istituzioni locali. Si parla anche di ambienti in contatto stretto con la moschea di viale Jenner a Milano, i cui legami con organizzazioni e imam fondamentalisti sono ben noti. 
Molta acqua é passata sotto i ponti dai tempi dell’arresto di Mohamed Daki, il marocchino che ad Amburgo ospitò due uomini di primo piano dell’11 settembre delle Torri Gemelle. E anche dalla scoperta – dopo pazienti indagini – in via Debeli di una cellula dormiente di tunisini. Nondimeno Reggio e la sua provincia restano un territorio dove fondamentalisti e radicali armati possono contare su una rete di amicizie, di famiglie, di appoggi logistici e forse di finanziatori. Lo stesso,  del resto, avvenne negli anni Settanta – Ottanta per le frange palestinesi più pericolose. La storia continua a bussare alla nostra porta.

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