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La moschea di via Gioia è abusiva, ma il Comune ci va con i piedi di piombo

La moschea di via Flavio Gioia a Reggio Emilia è abusiva, e di recente ha perso il ricorso al Tar di Parma contro l’ordinanza del Comune che prescrive il ripristino della destinazione d’uso precedente. Lo ha rivelato in consiglio comunale l’assessore all’urbanistica Alex Pratissoli, rispondendo all’interpellanza del capogruppo di Forza Italia Giuseppe Pagliani sulla questione “calda” delle moschee abusive, in particolare sui centri islamici reggiani di via Gobellino (Ucooi), di via Piccard e via Flavio Gioia. 
Non ci saranno comunque decisioni drastiche come invece sarebbe giusto a norma di legge. L’abuso (modificazione della destinazione d’uso a fini religiosi) non è sanzionabile con una multa. E comunque, ha chiarito il sindaco Luca Vecchi a margine del consiglio comunale, la questione sarà affrontata in un “percorso”, naturalmente condiviso, gestito dalla fondazione multietnica e multiculturale Mondinsieme. 

In sostanza, ha detto Pratissoli, in centro islamico di via Gobellino, a Masone, di fatto non esiste più: non vi si praticano funzioni religiose e l’appartamento è occupato da una famiglia regolare.
In via Piccard 4 la situazione era irregolare ma, a seguito dei controlli del comune, l’associazione Comunità islamico Reggiana ha obbedito all’ordinanza e ha ripristinato la destinazione d’uso precedente. 

Diversa la situazione del centro islamico di via Gioia, il più importante, dove il Circolo culturale sociale Comunità islamica ha resistito all’ordine di ripristino e ha presentato ricorso al Tar, che però è stato respinto. 
Posto che la soluzione del problema andrà presumibilmente alle calende greche, l’assessore Pratissoli ha detto che il comune si muove su due fronti: l’obbligo di inserimento nel Poc (piano urbanistico quinquennale) di tutti i luoghi di culto, introdotto con la variante urbanistica approvata in novembre; e soprattutto con la mappatura certosina di tutti i fabbricati che ospitano luoghi di culto diversi da quelli cattolici. Uno strumento importante proprio per fare emerge il fenomeno delle moschee e delle sette occulte, fenomeno cresciuto a vista d’occhio nella distrazione generale. Non riguarda soltato gli islamici, ma anche il proliferare di confessioni di vario genere, sbarcate a Reggio Emilia per lo più al seguito delle comunità africane e sudamericane. 
Ma naturalmente il problema delle moschee occulte, dove gli imam predicano in arabo in ambienti praticamente inaccessibili ai non islamici e alle autorità, è il più acuto. 
Anche su questo fronte il comune ha avviato un “percorso” in dicembre, con il tutoraggio di associazioni e comunità per la compilazione corretta di un questionario, e si andrà per le lunghe. Come minimo ci vorranno mesi. 

La cosa non è tuttavia piaciuta a Pagliani, che si è dichiarato insoddisfatto della risposta considerata troppo generica, e chiede invece un’azione rapida sulle moschee occulte. “L’assessore non ha precisato quali siano state le irregolarità contestate in via Piccard in via Gioia. E non possiamo certo aspettare mesi per il censimento dei luoghi di culto: attenderemo sino al 10 febbraio, poi incalzeremo l’Amministrazione con altre iniziative”. 

(p.l.g.)

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