di Enrico Bussi
“La crisi di mercato del latte colpisce la nostra montagna per diritto e per traverso. Primo guaio, dal basso salgono nelle stalle il fieno e i cereali che arrivano da lontano a sostituire l’erba, unica risorsa della zona. Ma i costi aumentano, le stalle chiudono, calano gli animali domestici e tra poco ci resta da mungere il selvatico diffuso a causa di una stupidità crescente.
Essendo sempre più ignoranti in geografia, confondiamo le sterminate pianure dell’Europa centrale solcate da corsi d’acqua giganteschi con i nostri fossi dove vengono messi caprioli, cervi, cinghiali, lupi e falconi ad aumentare i pesi sulla famiglia contadina che tiene vivo il territorio. Per questa strada dovremo raccattare sempre più cibo dai tedeschi e già andiamo a prendere il latte della montagna bavarese per riempire scatole di latte e derivati.
Secondo guaio, dalla pianura sale anche il latte verso i caseifici per dare al formaggio il nome di montagna. In conclusione, mentre il Consorzio di tutela saltabecca su un regime di quote male impostato e rifiutato, sarà sempre più difficile proporre sui mercati le peculiarità montanare che formaggio e burro stanno perdendo nei due versi.
Il programma ‘Erba buona di montagna’ raduna a Felina le famiglie di allevatori per ragionare sulle mosse da fare. Sabato 24 gennaio al Parco Tegge tra le 11 e le 13 incontrano i rappresentanti della cooperazione e della formazione. Su come rilanciare l’erba che regala al consumatore i principi nutritivi in grado di ridurre tumori, malattie della circolazione e altre. Come dare evidenza al Formaggio dell’Appennino di Reggio Emilia portato sul mercato da ogni caseificio col suo marchio. Come preparare i giovani a produrre, a vendere le loro produzioni e ad accogliere i turisti attesi.
L’EXPO è un’occasione per stringere le fila e muover i primi passi nella direzione giusta, evitando le operazioni complicate altre volte fallite e i danni conseguenti. Le organizzazioni professionali e cooperative, le istituzioni civili ed ecclesiali hanno aderito a questo programma e l’associazione Rurali Reggiani ringrazia per l’appoggio dato a un’esperienza necessaria per affrontare l’emergenza”.