21/12/2014 – “Ogni pubblica funzione, a maggior ragione se prestigiosa, deve essere svolta con impegno e sobrietà di stile e di comportamento”. Sono le prime parole rivolte ai reggiani dal nuovo prefetto designato Raffaele Ruberto, chiamato a sostituire Raffaella De Miro, ora rappresentante del governo a Perugia.
Parole che appaiono come una cornice programmatica, e anche un monito ai politici come a funzionari e dipendenti delle amministrazioni. Parole contenute nel primo messaggio che Ruberto, pur non ancora insediato a Reggio Emilia, ha voluto far pervenire in occasione della premiazione del Coordinamento delle associazioni di volontariato pèr l’impegno profuso durante la piena del Po. Nella stessa cerimonia, il vice prefetto vicario Adriana Cogode ha consegnato gli attestati ai nuovi cavalieri della Repubblica.
“Oggi celebriamo l’abnegazione, il senso civico, la solidarietà di tanti uomini e donne di Reggio e del suo territorio che si sono prodigati nella recente emergenza delle ripetute piene del Po – ha scritto il Prefetto Ruberto – E
celebriamo anche l’impegno e il senso del dovere di altri cittadini che nella quotidianita hanno dedicato le loro energie alla comunità e al Paese”.
Aggiunge il messaggio: “Conosco le tradizioni di civiltà, impegno, laboriosità, solidarietà, spirito di libertà e senso della comunità che animano la gente di Reggio Emilia e del suo territorio. E sono convinto che questa popolazione sa trovare, nelle prove più impegnative che affronta, le soluzioni giuste per gestire la complessità che caratterizza il nostro momento storico.
Mi accingo al mio nuovo incarico con passione e entusiasmo, con umiltà e determinazione, convinto che ogni pubblica funzione, ancor più se ritenuta prestigiosa, debba essere
svolta con impegno e sobrietà di stile e comportamento.
L’unico orgoglio che può animarci è quello di essere servitori dello Stato e di dover avere come obiettivo primario il costante perseguimento dell’interesse pubblico.
Non solo più tempi delle rendite di posizione autoreferenziali – conclude Ruberto – So che non basta essere prefetti per vedersi riconoscere la stima e la considerazione delle istituzioni e delle comunità locali”.