6/11/2014 – Dopo la condanna per patteggiamento a oltre 2 anni di reclusione per le violenze inflitte all’ex compagna, e benché non potesse avvicinarla né comunicare con lei, ha continuato a perseguitarla nonostante fosse andata a vivere altrove per rifarsi una vita e dimenticare le sofferenze patite con l’ex compagno-padrone.
L’uomo, infatti, nonostante i divieti imposti dal giudice, ha continuato, con una frequenza mai interrotta, ad inviare numerosissimi messaggi, chiamandola e contattandola anche di notte tanto da creare nella stessa uno stato di ansia e di terrore continuo, in relazione alle possibili azioni violente dell’ex compagno nei suoi confronti.
Gli accertamenti dei carabinieri, a cui la donna si è nuovamente rivolta, hanno permesso di acquisire elementi che confermano tra l’altro la presenza dell’ex nel nuovo comune dove la donna si è trasferita. Denuncia e risultanze d’indagine trasmesse alla Procura reggiana che, data la gravità dei fatti, ha chiesto ed ottenuto un provvedimento cautelare di natura restrittiva nei confronti dell’uomo, un artigiano si 50 anni, portato in carcere l’altro ieri dai Carabinieri di Scandiano.
Era stata la donna lo scorso mese di agosto, dopo una notte di violenze commesse anche davanti alla figlia minore, a fuggire da casa andando in ospedale a causa dei lancinanti dolori che sentiva in tutto il corpo.
Dall’ospedale l’allarme giungeva ai carabinieri di Scandiano che così hanno portato alla luce l’ennesimo, drammatico episodio di violenza tra le mura domestiche ai danni di una donna di 30 anni. L’uomo, arrestato, ha patteggiato la pena a 2 anni e 6 mesi di reclusione con il divieto di avvicinare l’ex e comunicare con lei, ma non è bastato: per questo è tornato in carcere.
Gratuite le violenze subite dalla donna nel passato: bastava ricevesse una telefonata da un numero anonimo per essere presa a calci, e tirandole i cappelli. Pugni, schiaffi e calci erano “riservati” anche per la conduzione della casa: perché aveva tritato male i peperoncini, per aver cotto troppo i fagioli o per aver sgridato (a ragione) la bambina.