Questo voto di oggi per il nuovo governatore e il Consiglio regionale ha già un vincitore: il popolo dell’astensione. Si prevede e si teme una diserzione di massa delle urne, non solo perchè molta gente non sa neppure che oggi si vota in Emilia-Romagna, ma soprattutto perchè per la prima volta sotto queste latitudini l’astensionismo assume le dimensioni di una protesta trasversale contro un sistema politico che, è inutile ripeterlo, il popolo non sopporta più.
Dopo la condanna di di Vasco Errani (giova ricordare, dato che nessuno si azzarda a farlo, che si va a votare proprio per questo, vale a dire per l’ignomignosa vicenda Terremerse, consumata nel triangolo Giunta regionale-coop-PD), a dare il colpo di grazia al rapporto politica-cittadini sono stati gli avvisi di garanzia a 42 consiglieri regionali che tutti insieme si sono pappati più di due milioni di rimborsi spese
in pochi mesi: il Pd da solo se n’è fatta la metà.
Il solco si è allargato con la corsia preferenziale offerta dalla magistratura al candidato governatore Bonaccini, il
quale oltretutto con l’aiuto dei media ha fatto credere che la sua posizione nell’inchiesta sia stata archiviata, mentre risulta che il gip di Bologna debba ancora decidere.
Tutti hanno terrore dell’astensionismo, e il Pd in particolare: posto che in questa situazione, del tutto inedita, nessuna previsione è veramente attendibile, il
partito di governo sente di rischiare grosso. Al punto che sembre Bonaccini, chiudendo la campagna elettorale al museo Cervi, non trovato di meglio che dare dei “neofascisti” alla Lega Nord, a Salvini e al candidato governatore Alan Fabbri. Toni da guerra civile che si spiegano solo con il tentativo
chiamare a raccolta negli antichi fortilizi il popolo della sinistra, perchè fa paura il combinato disposto a l’astensionismo e possibile rimonta del polo Forza Italia-Lega Nord.
Ciò spiega anche, nel versante opposto, l’appello lanciato da Gasparri e Pagliani ai militanti di Forza Italia perchè portino a votare il più alto numero possibile di amici e conoscenti: “L’astensione fa il gioco dei soliti padroni del vapore”. A ciò si aggiunge la preoccupazione e la voglia di dare una lezione ai gufi interni e esterni, confermando il seggio reggiano a Forza Italia: “Ricordatevi – dice il
capolista azzurro – senza il seggio di Forza Italia qui il regime diventerà unia dittatura”.
Comunque vada, niente sarà come prima.
(p.l.g.)
mario
23/11/2014 alle 19:17
Il non votare è la protesta più forte, quasi una rivoluzione gandiana. Io non voto. Mi manca solo l’ercolaio per simboleggiare la dura protesta contro la casta consolidata dei politicanti di partito.