6/11/2014 – Non è un reato, e tanto meno violenza sessuale, curare le pazienti con un metodo alternativo, il lavaggio emozionale.
Lo ha stabilito il Tribunale di Reggio Emilia, presidente Francesco Maria Caruso, a latere Alessandra Cardarelli e Luca Ramponi, che ha mandato assolto con formula piena (perché il fatto non sussiste) il medico Emilio De Tata di Guastalla da tutte le accuse formulare contro di lui: in primis la violenza sessuale nei confronti di alcune pazienti, truffa (non luogo a procedere) e somministrazione di medicinali guasti o imperfetti.
Il pubblico ministro Maria Rita Pantani aveva chiesto una pena dura: nove anni e sei mesi di reclusione. Aveva definito il metodo di De Tata come “un’accozzaglia di teorie” per poter abusare sessualmente di alcune pazienti. Tesi rigettata dal collegio giudicante, che ha invece accolto la richiesta di assoluzione formulata dalla difesa.
Dopo sei anni di calvario e di linciaggio mediatico (la vicenda era finita anche su Striscia la Notizia) in ragione dell’applicazione di tecniche alternative per la cura di tutta una serie di patologie, alla lettura della sentenza il dottor De Tata è scoppiato in lacrime e ha abbracciato il suo difensore, l’avvocato Guido Sola.
“È la fine di un incubo che dura da sei anni – ha dichiarato De Tata al Carlino Reggio – È una vittoria anche per i miei pazienti che in tutti questi anni hanno continuato ad avere fiducia nel mio operato. Questa sentenza è anche una rivalutazione della medicina alternativa”.