27/10/2014 – Le organizzazioni degli agricoltori dell’Emilia-Romagna premono a più non posso perché venga autorizzata la strage delle nutrie. La questione scotta da quando è crollato l’argine del Secchia, completamente sforacchiato dalle tane.
“Fare presto e firmare subito le ordinanze per rendere attuativi i piani di controllo delle nutrie. Gli agricoltori non possono più attendere, sono a rischio gli argini dei fiumi e intere colture”. E questo l’appello lanciato Confagricoltura, Cia e Copagri ai Comuni, gli unici enti autorizzati a “predisporre un’azione di contrasto mirata attraverso una specifica ordinanza”, come recita la nuova legge nazionale 116/2014, entrata in vigore lo scorso 21 agosto.
“La normativa vigente ha infatti escluso le nutrie dalla fauna selvatica – scrivono le associazioni – Di conseguenza sono decadute le competenze delle Province sul contenimento della proliferazione della nutria, e della Regione, in tema di risarcimento dei danni alle aziende agricole”.
“E’ davvero paradossale. Alla meritoria iniziativa politica messa in piedi per risolvere questo devastante problema – precisano Confagricoltura, Cia e Copagri – non ha fatto seguito l’adeguato provvedimento legislativo. Risultato: l’attuazione dei piani di controllo ora passa ai singoli comuni, con tutte le criticità normative, organizzative e finanziarie che ne conseguono, e l’agricoltore non viene neanche più rimborsato per i danni alle colture”.
“La situazione deve essere affrontata anche attraverso la stipula di convenzioni tra Comuni e Province, come suggerito nella lettera inviata ai Sindaci dall’Anci Emilia Romagna, per arrivare presto all’attuazione di piani di contenimento razionali ed efficaci. Gli agricoltori, non lo dimentichiamo, sono la parte lesa”.