di Francesco Fantuzzi
17/10/2014 – La repentina e inaspettata chiusura della Brico all’interno del centro commerciale Ariosto e le conseguenze sui dodici dipendenti dovrebbero aprire una riflessione seria all’interno dell’Amministrazione per evitare altri casi come questo. Occorre un nuovo patto tra politica ed economia.
Realizzare nuovi insediamenti produttivi o commerciali, opere già di per sè piuttosto discutibili ma purtroppo in cantiere, da ora in poi dovrà essere ancor più un atto consapevole delle proprie conseguenze.
Un’impresa che si insedia non può infatti avere mano libera e fare ciò che vuole dei propri dipendenti. E’ il PSC approvato dal Comune che regola le scelte urbanistiche e di conseguenza economiche del territorio. Pertanto, non si può far finta di nulla e lasciar correre invocando il libero mercato.
Occorre cambiare rotta e promuovere a livello politico e culturale comportamenti improntati a maggiore consapevolezza delle conseguenze sociali ed economiche che gli stessi hanno sulla collettività: in sostanza, incentivare la responsabilità sociale, fondamentale non solo per le evidenti implicazioni etiche, ma proprio come strumento per limitare l’impatto di crisi come quella che ci troviamo ad affrontare.
Un’amministrazione lungimirante e consapevole dovrebbe infatti privilegiare, anche attraverso sgravi fiscali, attività che si impegnano a restare sul territorio e ad assumere manodopera locale, restituendo gli stessi sgravi in caso di inadempimento.
Il fatto che il caso in questione discenda da un subaffitto non rende meno cruciale la riflessione: occorre un patto dove il ruolo della politica non sia, come sempre, subalterno all’economia e alla finanza.
Occorre un nuovo modo di fare economia, locale e solidale, una visione dove non navigare più a vista subendo gli eventi. Altrimenti altri casi come questo si verificheranno, con conseguenze sempre più pesanti sulla collettività.
(“Un’altra Reggio”)