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I pirati del cibo ci costano 30 mila posti di lavoro. Pagliani: “Produttori reggiani abbandonati dalla Regione”

30/10/2014 – La Regione Emilia-Romagna ha privilegiato altri territori nella difesa del sistema agroindustriale, lasciando da soli i produttori di Reggio Emilia, e alimentando il sospetto, come nel caso Terremerse con la condanna dell’ex governatore Errani, che la massa dei contributi europei abbia alimentato gli interessi dei “soliti noti”.

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Giuseppe Pagliani, candidato di Forza Italia alle elezioni regionali, punta il dito sulla Giunta regionale di centro-sinistra, soprattutto a proposito della mancata lotta ai falsi e ai pirati del cibo.

«L’agroindustria reggiana è un’eccellenza assoluta in continua crescita, ma che finora ha dovuto fare i salti mortali per emergere, combattendo contro i falsari, una vera piaga, ma anche contro una politica regionale che in questi anni ha privilegiato altri territori emarginando Reggio Emilia. Gli operatori privati se la sono dovuta cavare da soli fronteggiando la crisi con strumenti e iniziative elaborati soprattutto grazie al sostegno delle associazioni di categoria».

Una tendenza che secondo Pagliani va assolutamente invertita. “La contraffazione dei prodotti alimentari – dice l’esponente azzurro – è una piaga che costa all’Emilia Romagna circa 30mila posti di lavoro e fa registrare, solo per il comparto agroalimentare, un fatturato di 8 miliardi di euro. Una cifra enorme che penalizza in particolare il nostro territorio, atteso che, ad esempio, il parmigiano reggiano è soggetto da anni a tanto malfatte quanto dannose imitazioni”.

«Per la qualità e la fama dei suoi prodotti – prosegue il candidato di Forza Italia – l’enogastronomia dell’Emilia Romagna è terra di saccheggio dei pirati del cibo. Per contro, negli ultimi tempi vi è stata una costante crescita qualitativa di tutte le produzioni regionali, a partire dal vino. Non è quindi un caso  se, accanto ai riconoscimenti che le principali guide di settore hanno attribuito ai nostri vini, si registra nel quinquennio 2008-2013 un aumento in valore del nostro export di circa il 60%».

E concentrandosi sul territorio reggiano, Pagliani sottolinea come in questi ultimi anni il sistema delle imprese agricole locali abbia fatto significativi passi in avanti, sia nel segno dell’innovazione tecnologica, sia in quello della qualità produttiva: «Siamo una realtà produttiva efficiente, in grado di competere sui mercati più difficili dell’export e che tutti invidiano».

Un’efficienza che tuttavia si è sviluppata con più fatica di quanta ne sarebbe occorsa se la strada fosse stata spianata da adeguate politiche regionali – nota polemicamente il candidato azzurro.

«L’agroindustria reggiana ha fatto tanta strada negli ultimi anni, e l’ha fatta senza quei supporti e quegli aiuti che la Regione Emilia-Romagna ha immotivatamente riservato e riserva ad altri territori. Eppure, se guardiamo le nostre eccellenti produzioni e i nostri invidiati prodotti, ben diverso dovrebbe essere l’atteggiamento regionale».

«Gli strumenti in teoria ci sono: basti pensare – conclude Pagliani – che l’Europa ha stanziato oltre un miliardo di euro per sostenere l’agricoltura regionale, affidando all’Emilia Romagna l’elaborazione di un percorso di tutela e di supporto ma, come denunciato di recente anche dalle Autorità Giudiziali (vedasi il caso Terremerse, ndr), si è spesso percepita l’idea che numerosi progetti servissero solo a soddisfare gli interessi dei soliti noti».

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