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Grande jazz a Bologna. Sul palco Dee Dee Bridgewater (teatro Manzoni, 1 novembre) e Bill Frisell (auditorium Unipol, martedì 4)

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Bologna Jazz Festival, 9° Edizione / 28 ottobre – 22 novembre

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Concerto di sabato 1 novembre 

Bologna, Teatro Manzoni, ore 21:15

DEE DEE BRIDGEWATER BAND

Dee Dee Bridgewater, voce; Theo Croker, tromba; Irwin Hall, flauto e sassofoni; Sullivan Fortner, pianoforte; Eric Wheeler, contrabbasso; Kassa Overall, batteria

È l’icona dell’edizione 2014 del Bologna Jazz FestivalDee Dee Bridgewater, la jazz diva assurta negli ultimi vent’anni a vertici di notorietà planetaria anche grazie alla sua lunga e fruttuosa permanenza in Europa. Particolarmente intenso è tra l’altro il suo rapporto col pubblico italiano, risalente ad anni in cui non era ancora una star internazionale: indimenticabile il suo passaggio a San Remo assieme a Ray Charles. Sabato 1 novembre Dee Dee sarà la protagonista del primo grande concerto del BJF 2014 in teatro a Bologna, in scena al Teatro Manzoni alle ore 21:15.

Dee Dee regalerà al pubblico bolognese un concerto della serie “the best of”: una selezione del suo ricco repertorio di canzoni, una scorribanda tra classici jazz e brani dei suoi progetti originali. Sarà un’occasione rara per assaporare un’antologia live della Bridgewater, che tornerà a concentrarsi su concerti strettamente a tema già nell’immediato futuro. Intanto, al Manzoni, a sostenere l’intensa vocalità della Bridgewater ci saranno Theo Croker (tromba), Irwin Hall (flauto e sassofoni), Sullivan Fortner (pianoforte), Eric Wheeler (contrabbasso) e Kassa Overall (batteria).

Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main sponsor Gruppo Hera.

Dopo anni di concerti ‘a tema’, incentrati sulle sue produzioni discografiche, Dee Dee Bridgewater calcherà il palcoscenico del Teatro Manzoni offrendo una selezione di canzoni a la carte: non più uno spettacolo ‘concept’ (come i precedenti omaggi a Billie Holiday, alla musica del Mali e alla chanson francese) bensì una libera esplorazione del suo ormai ampio repertorio, tra jazz, soul, canzoni d’autore.

Oggi unanimemente riconosciuta come una delle migliori jazz singer in attività, Dee Dee Bridgewater ha avuto una carriera in parte ‘turbolenta’, specialmente per quanto riguarda la sua affermazione sulla scena statunitense. Nata Denise Eileen Garrett a Memphis nel 1950, prende poi il cognome del noto trombettista Cecil Bridgewater, col quale fu sposata all’inizio degli anni Settanta. A quel periodo risalgono anche le sue prime prove nella ‘serie A’ del jazz americano (con l’orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Max Roach, Sonny Rollins) oltre che il suo primo ruolo in un musical teatrale.

Ma la completa maturazione artistica di Dee Dee avviene nel corso degli anni Ottanta, dopo il suo trasferimento in maniera stabile in Francia. Oltre a raffinare le sue interpretazioni jazzistiche, flirta con la musica commerciale, riuscendo così a creare un forte legame col pubblico, mai venuto meno da allora. In Italia, in particolare, ‘sfonda’ grazie al duetto con Ray Charles al festival di Sanremo del 1989 e ad altre apparizioni sempre a Sanremo nei due anni successivi.

Le poche e sporadiche prove discografiche sino alla fine degli anni Ottanta sono state probabilmente il motivo della mancata consacrazione statunitense della cantante. Le cose cambiano però improvvisamente a partire dagli anni Novanta: Dee Dee ottiene un contratto con la Verve e infila una lunga serie di dischi memorabili.

Nell’ultimo decennio le sue prove discografiche si diradano, ma ogni volta arrivano coi crismi del grande evento: progetti curatissimi destinati ad avere lunga vita nelle tournée internazionali, dalle chanson francesi di J’ai deux amours (2005) alla musica del Mali di Red Earth(2007), sino a un rinnovato incontro col repertorio di Billie Holiday (Eleanora Fagan, del 2010). Con tutto ciò, Dee Dee è riuscita a stabilirsi nuovamente negli Stati Uniti, questa volta da grande diva del canto jazzistico.

Informazioni Teatro Manzoni:

Via de’ Monari 1-2, Bologna / Tel. 051 6569672 / www.auditoriumanzoni.it

Bill Frisell (di Jimmy Katz) (2)

 

Concerto di martedì 4 novembre

Bologna, Unipol Auditorium, ore 21:15

BILL FRISELL “Guitar in the Space Age!”

Bill Frisell, chitarra; Greg Leisz, mandolino e steel guitar; Tony Scherr, basso; Kenny Wollesen, batteria

L’imprevedibilità del jazz e il pungente sapore del rock d’annata, sono il biglietto da visita del nuovo gruppo di Bill Frisell, un mito della chitarra post-moderna: il suo quartetto “Guitar in the Space Age!” (con Greg Leisz al mandolino e alla steel guitar, Tony Scherr al basso e Kenny Wollesen alla batteria) andrà in scena martedì 4 novembre (ore 21:15) all’Unipol Auditorium per un nuovo grande appuntamento teatrale della nona edizione delBologna Jazz Festival.

Tra la nostalgia e il modernariato, faccende entrambe molto emozionanti quando si tratta di scavare nella musica dei decenni passati: è qui che si porrà Bill Frisell col suo “Guitar in the Space Age!”, una scorribanda nel repertorio dei chitarristi statunitensi degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Dal primo ‘astronauta’ della chitarra jazz elettrificata (Charlie Christian) ai pionieri del rock (Chuck Berry, Duane Eddy, Link Wray), dalle folate della surf music (Dick Dale, i Beach Boys, i Ventures, gli Astronauts) ai richiami della musica country (Chet Atkins, Speedy West, Jimmy Bryant, Merle Travis): insomma tutto quanto colpì l’immaginazione del giovane Frisell instillando in lui il mito della Fender Telecaster. Per questo nuovo progetto, pubblicato su disco da appena un mese, Frisell convoca i membri del suo trio (il bassista Tony Scherr e il batterista Kenny Wollesen) oltre a un altro suo collaboratore di fiducia, Greg Leisz, che gli darà man forte nell’innalzare il voltaggio chitarristico del gruppo.

Bill Frisell (nato a Baltimora nel 1951) è uno dei guitar heroes del jazz dagli anni Ottanta a oggi. Agli esordi in casa ECM sia come leader che come chitarrista ‘della casa’ (in particolare per Paul Motian e Jan Garbarek) sono seguiti gli anni della maturità con l’etichetta Nonesuch, che lo videro trasformarsi nel campione della svolta postmoderna della musica improvvisata. Frisell è riuscito a raggiungere una fama planetaria pur essendo a tutti gli effetti un avanguardista (indimenticabili le sue collaborazioni con John Zorn e Tim Berne). Attratto da collaborazioni con le star del rock (Ginger Baker, Marianne Faithfull, Elvis Costello) e dalle musiche per il cinema (memorabili le sue sonorizzazioni dei film di Buster Keaton), ha poi imboccato una strada decisamente personale, esplorando le radici della musica americana (country, bluegrass) con i mezzi espressivi dell’improvvisazione jazzistica.

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