12/9/2014 – Né cellule islamiche dormienti, né estremisti pronti ad ammazzare per il Califfato.
L’autore dei minacciosi cartelli pro-Isis comparsi a Reggio Emilia, in via Agosti e in circonvallazione, e che tanta preoccupazione hanno suscitato, sarebbe un anziano sbandato, già in carico ai servizi psichiatrici.
È un uomo di 74 anni, F.A. le sue iniziali, da molti anni a Reggio, dorme in uno scantinato-garage di via Emilia Ospizio e vive in condizioni di assoluta indigenza.
“Una persona che si sente vittima dello Stato italiano, e bisognosa di cure”, ha detto il vicequestore di Reggio Emilia, Capocasa, che con i suoi collaboratori ha riferito i risultati dell’inchiesta lampo condotta dalla Digos di Reggio.
Nel rifugio dell’uomo gli agenti hanno sequestrato altri cartelli scritti a mano, pronti per l’uso, oltre ad articoli di giornale, al bastone telescopico che, con l’aggiunta di una canna di bambù, è servito ad appendere in alto i cartelli, e una ventina di bombolette di vernice spray.
A risolvere il caso, dove secondo la Digos le comunità islamiche non c’entrano, e anzi hanno manifestato preoccupazione per i cartelli e le possibili reazioni (in quello di via Agosti c’era scritto: “Il cristiano è buono solo morto”), è stato l’intuito di un agente della Digos, che si è ricordato di cartelli analoghi realizzati cinque anni fa da F.A., per denunciare la propria condizione di indigenza e di abbandono da parte dello Stato.
“Ma una volta risaliti al nome e al personaggio – ha detto Capocasa – il problema era come rintracciarlo, perché risultato senza fissa dimora”.
È così scattata un’indagine vecchio stile, a base di soffiate, pedinamenti e appostamenti, sino all’irruzione nel rifugio. Niente intercettazioni né tecnologie, che del resto in questo frangente sarebbero state inutili.
L’anziano ora è indagato per apologia di terrorismo internazionale. Resta da vedere se non avesse qualche complice o ispiratore.