11/9/2014 – Il gruppo interprovinciale dei piccoli azionisti Iren esprime attraverso il portavoce Francesco Fantuzzi, oltre alla preoccupazione per “la grave situazione economico finanziaria del gruppo”, la propria “ferma contrarietà al progetto di aggregazione che dovrebbe portare alla cosiddetta multiutility del nord”.
I piccoli azionisti – spiega Fantuzzi – “hanno sempre inteso il loro investimento non a fini speculativi, ma per mantenere un rapporto diretto con l’azienda dopo i successivi passaggi che l’hanno progressivamente allontanata dal proprio territorio”.
“La creazione di un colosso, peraltro coi piedi più che mai d’argilla per i debiti che acquisirebbe, sarebbe dunque il colpo finale: non vogliamo parlare con un call center per chiedere conto di bollette sempre più care e incomprensibili!”.
A proposito degli effetti sulla quotazione delle azioni, essi “potrebbero essere positivi solo sul breve termine, ma nel medio il corso del titolo ritornerà a scontare la crisi strutturale del mercato energetico, dove Iren ha compiuto evidenti errori strategici.
Inoltre riteniamo fondamentale il rispetto della volontà referendaria in materia di acqua pubblica e di assenza di profitti sul servizio idrico, che oggi è invece il settore a più elevato margine percentuale”.
Infine la richiesta che “Iren persegua assieme all’azionista pubblico un percorso di ripubblicizzazione anche della gestione rifiuti e di tariffazione basata sull’effettiva produzione, restituendo l’Iva illegittimamente applicata sulla Tia”.