25/9/2014 – Caso Grande Aracri, niente dimissioni. Il sindaco di Brescello Marcello Coffrini, figlio del sindaco storico e noto avvocato Ermes Coffrini, resterà in sella. La maggioranza (cioè il Pd) e la Giunta (cioè gli assessori nominati dal sindaco stesso) gli hanno confermato la fiducia.
Il consiglio comunale ne discuterà lunedì, ma a chiedere il fatidico passo indietro saranno solo i consiglieri di opposizione, tra cui il candidato sindaco di Brescello Onesta, Catia Silva, più volte bersaglio delle attenzioni delle cosche per la sua coraggiosa attività di denuncia (con Maggioranza e amministrazioni che l’hanno sempre lasciata sola). A tutti gli altri va bene il sindaco secondo cui Francesco Grande Aracri “è una persona composta, educata” e che “la mafia a Brescello è un leit motiv”.
L’alzata di di scudi dei sindaci Pd (riuniti in un’assemblea che Ermes Coffrini padre ha definito “la Corte Marziale”) al lato pratico non è servita a niente. E non poteva essere altrimenti, perché se è vero che Coffrini figlio non può
essere deferito agli organi di partito in quanto non sarebbe iscritto al Pd, è altrettanto vero che il Pd poteva chiedergli egualmente di andarsene, ma non lo ha fatto. Così come poteva chiedere ai consiglieri di Brescello di sfiduciarlo, ma non lo ha fatto. Del resto ci sono dei precedenti: dagli appalti alle ditte con interdizioni per mafie alle ville comprate da imprenditori sotto inchiesta per camorra. Il sistema non è in discussione sino al prossimo scandalo.
È stato comunque lo stesso Sindaco di Brescello a chiedere il giudizio della propria maggioranza, probabilmente certo del risultato tipico di una comunità che si difende a riccio. Coffrini ha detto di aver sì agito avventatamente, “con ingenuità”, ma di considerare offensivo l’accostamento del suo nome a Francesco Grande Aracri.
“In tre giorni – ha detto – ho perso quattro chili”. Lo ha difeso a spada tratta il
padre Ermes, che in un’intervista al Carlino Reggio ricorda come una quindicina di anni fa ebbe in casa come muratore Francesco Grande Aracri, ed era un muratore provetto. “Mio figlio è stato ingenuo, non doveva accettare di essere intervistato”.
Oggi l’associazione antimafia Libera di Reggio Emilia ha chiesto esplicitamente le dimissioni di Marcello Coffrini, annunciando in caso contrario manifestazioni a Brescello.
“Dopo tutta la vicenda di Brescello, oggi scopriamo da Ermes Coffrini, padre di Marcello e sindaco per quasi 20 anni, che i contatti telefonici dei sindaci Coffrini con Grande Aracri sono in atto da un decennio, che le questioni di mafia sono storie di corna e che suo figlio non ha espresso opinioni
sbagliate, è solo stato un’ingenuo a dirle davanti a una telecamera”, scrive Libera.
“E allora proviamo ad essere più chiari: chiediamo le dimissioni del sindaco di Brescello. Ci auguriamo che i consiglieri comunali si vergognino delle parole dette dal loro sindaco quel che basta a sfiduciarlo. Se non dovesse avvenire, faremo iniziative antimafia anche a Brescello – annuncia Libera – E stia tranquillo Ermes Coffrini, le faremo con scuole, cittadini, sindacati e associazioni, non certo con questa giunta”.
ask
25/09/2014 alle 21:43
Perché a Boretto, le cose sono forse state diverse?
Nadia Borghi
26/09/2014 alle 08:52
non è giusto condannare Coffrini perchè è stato spontaneo, purtroppo è tutto il sistema che marcia in questa direzione e allora bisognerebbe farli dimettere tutti (o quasi)