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È morto Antonio Soda, giurista e deputato. I funerali oggi nella chiesa di San Pellegrino

1/9/2014 Se n’è andato troppo presto. Chi ha conosciuto Tonino Soda sa quanto sia appropriata per lui questa affermazione, che per lo più è solo di circostanza. L’ex-deputato del Pds-Ds Antonio Soda, giurista e avvocato insigne, è morto oggi a mezzogiorno all’Hospice Madonna dell’Uliveto.

Antonio Soda

Antonio Soda

Malato da tempo, aveva 71 anni. Lascia la moglie Carla e le figlie Cecilia e Laura: a loro le condoglianze più sentite di reggioreport.it.

Magistrato a Reggio, Soda rinunciò alla nomina in Cassazione per la Camera dei Deputati, dove fu eletto per la prima volta nel 1994 e dove restò sino al 2006.

Nelle iniziative legislative, negli interventi in aula come nei contributi al lavoro delle commissioni (in particolare nella Giunta per il controllo sui servizi segreti) univa sempre intelligenza, competenza giuridica, sensibilità politica e umana a una cultura sterminata.

Era la sua costante, che lo distingueva e che lo fece subito entrare nell’elite dei parlamentari più seguiti e più ascoltati a sinistra, nella sua casa politica dell’ex Pci, ma anche rispettato e apprezzato negli altri schieramenti.

Antonio Soda promosse progetti di legge e iniziative che hanno lasciato il segno nel campo dei diritti civili: dalla cremazione al superamento della legge Merlin attraverso case autogestite. Ma era anche un pensatore politico (fra l’altro ha scritto un trattato sulle sorti del riformismo) e mise la sua cultura politica e giuridica al servizio della commissione Bicamerale presieduta da D’Alema: fu lui a tracciare le linee di un impianto di riforma costituzionale basato sulla sfiducia costruttiva.

Era un lavoratore infaticabile, capace di sostenere ritmi impressionanti. Giorgio Frasca Polara ne scrisse un ritratto memorabile sull’Unità, dove lo definì “Il furetto della Camera” proprio per la capacità di essere dovunque, avere una risposta a ogni questione, essere un vulcano di iniziative, sempre brillante in ogni circostanza.

Al termine del mandato parlamentare non è tornato in magistratura, ma si è dedicato all’avvocatura, con successo indiscutibile, e ai suoi libri.

Di ritorno da un viaggio in Cambogia, alla guida di una delegazione parlamentare, scrisse di getto un pamphlet sul genocidio perpetrato dal regime di Pol Pot, sulla tremenda realtà delle mine anti uomo, dei bambini mutilati e delle bambine prostitute, delle sterminate fosse comuni, delle centinaia di migliaia di teschi esposti nei musei del genocidio. Scrisse almeno un romanzo storico e numerosi saggi politici e su questioni sociali.

Aveva nel cuore la sua terra d’origine, la Basilicata, ed era sempre in prima fila nelle iniziative dell’associazione Basilucania.

Di certo Reggio ha perso con Antonio Soda una delle sue menti politiche più brillanti, un intellettuale di spessore, certamente un uomo di parte, preso dalla passione per la politica intesa come missione, ma anche di grande umanità e con una visione di ampio respiro, capace di dialogare con gli avversari, come di rado accade.

I funerali domani, martedì 2 settembre, alle 14 nella chiesa di San Pellegrino a Reggio Emilia. (p.l.g.)

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IL CORDOGLIO DEL PD REGGIANO E LA BIOGRAFIA DI ANTONIO SODA

“Il Pd reggiano piange la scomparsa di Antonio Soda, magistrato e deputato dal 1994 al 2006, prima con i Progressisti e poi con l’Ulivo. Membro della direzione nazionale dei Ds e presidente nazionale del Consiglio dei Garanti.

Nominato magistrato di Cassazione nel 1994 si dimise per dedicarsi all’attività parlamentare alla quale affiancava da sempre l’intensa attività di scrittura che lo porto a collaborare con diverse riviste e alla scrittura di romanzi e saggi. Con Soda se ne va un politico di primo piano della nostra terra ma anche un magistrato di elevata capacità e un intellettuale fine e attento. Ci mancheranno la sua umanità, la lucida capacità di analisi e la sua rettitudine morale.

Membro della commissione Affari Costituzionali della Camera, decisivo fu il lavoro svolto nella Bicamerale nel ‘ 97 e più in generale sui temi della Giustizia.

Ma Tonino Soda era anche un uomo di cultura. Nella musica, nella sua storia, nei suoi drammi ha trovato ispirazione  per intrecciare un discorso fra problemi del paese – lo sviluppo economico, sociale e morale del popolo – e l’eterna ricerca della libertà e della dignità della persona.

Sono nati così il romanzo saggio “Dialogo sulla sovrana autorità ovvero sulla giustizia, le donne e il melodramma”, ed. l’Altritalia, che, muovendo dalla violenza subita dalle donne nel corso dei secoli, vuole tracciare la strada per una violenza subita dalle donne nel corso dei secoli, vuole tracciare la strada per una società di uguaglianza e di giustizia, e il romanzo “Benedetto, putto soprano”, pubblicato nella Collana Scrittori Italiani ed. Mondadori, che Furio Colombo ha definito “una storia di amore in cui la musica è libertà, la dignità è un diritto degli esseri umani, le mura claustrofobiche del sistema religioso-politico sono altissime e scattano all’improvviso le trappole del sospetto, della calunnia, della denuncia, del carcere che può essere senza uscita, del processo che può essere senza giustizia”.

Consapevole che la storia dell’umanità è indivisibile, non ha voluto trascurare il dramma dei paesi in via di sviluppo. Impegnato per la rinascita civile e democratica della Cambogia, colpita soprattutto nei suoi bambini dalla tragedia delle mine antipersona, ha guidato la delegazione interparlamentare per l’ammissione dell’Assemblea cambogiana nella Istituzione Internazionale che unisce i liberi Parlamenti del mondo. Di questa esperienza ha dato conto nel libro “Testimonianza dalla Cambogia”, con prefazione di G. Dossetti jr., ed. San Lorenzo.

Ha affrontato poi i temi degli squilibri fra il nord e il sud del pianeta, segnalando la necessità di un ripensamento del ruolo dell’ONU e delle istituzioni finanziarie internazionali e sollecitando l’abolizione dei debiti dei paesi poveri. Di questa iniziativa, che oggi l’Italia, con il governo dell’Ulivo, primo paese al mondo ha realizzato, abolendo dodicimila miliardi di debito, si è fatto promotore scrivendo anche, nel 1999, il libro “Le organizzazioni internazionali, politica economia, società”, ed. l’Altritalia.

Sulle questioni della democrazia, oltre la rapporto sulla Bicamerale confluito nel libro “Ripensiamo la Costituzione”, Editori Riuniti, ha pubblicato “Que pasa en Cuba”, segnalando la necessità del percorso democratico anche per i paesi invia di sviluppo immersi nell’esperienza drammatica del “socialismo reale”.

E’ infine autore di saggi giuridici fra i quali, da ultimo, “Le riforme istituzionali: la transizione incompiuta (1993-2000) e “Ordinamento comunitario e diritto nazionale”.

Antonio Soda ha sempre intrecciato il lavoro politico parlamentare con esperienze di vita e attività di approfondimento, riflessione e diffusione delle idee di libertà, di uguaglianza e di giustizia sociale” (Il Pd di Reggio Emilia).

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IL SINDACO: DOLORE E COMMOZIONE

“Con dolore e commozione apprendo della scomparsa dell’onorevole Antonio Soda, a cui la nostra comunità e la politica italiana devono un insegnamento raro di onestà, profondità e finezza di pensiero, intuizione e visione politica, competenza e sensibilità culturale e giuridica, conoscenza delle istituzioni.
In tutta la sua vita, ha messo i suoi talenti a disposizione della collettività: come magistrato fino al più alto incarico in Cassazione, come deputato impegnato fra l’altro nella commissione Affari costituzionali con un contributo rilevante nella Bicamerale del per le riforme istituzionali e sui temi di riforma della giustizia, come politico impegnato nei Ds e nella nascita dell’Ulivo.
Restano un esempio la sua successiva attività come avvocato, la sua dedizione a temi di promozione e progresso sociale rivolta in particolare ai Paesi in via di sviluppo, alla donna e alle pari opportunità.
Il suo pensiero e la sua vita – in magistratura come in politica – hanno avuto un’impronta umanistica compiuta, con una costante attenzione alla cultura, dalla letteratura alla musica, come dimensione dell’esistenza e della costante
attenzione all’uomo e alla sua irrinunciabile dignità e libertà.
Reggio Emilia ricorderà come un esempio il suo pensiero, il suo stile e il suo limpido messaggio”.

Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia

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