30/9/2014 – Tutto come da copione, o quasi. Il sindaco di Brescello Marcello Coffrini resta in sella, assolto dalla maggioranza PD in consiglio comunale, e con la pressione di centinaia di persone scese in piazza ieri sera per solidarietà con “Marcello”, sotto accusa per le sue considerazioni positive su Francesco Grande Aracri, fratello del boss Nicolino e reggente del clan radicato a Cutro, Brescello e nella bassa reggiana.
In piazza, come denuncia il Movimento 5 Stelle, c’erano anche i famigliari di Grande Aracri. Alla fine Coffrini ha ottenuto la fiducia compatta della maggioranza e l’astensione di Onestà Civile. Contro di lui invece si è espresso il gruppo di Brescello Onesta, capitanato da Catia Silva, più volte minacciata per il suo impegno per la legalità.
“Da tempo segnaliamo le infiltrazioni della ndrangheta e i fatti ci danno ragione – ha detto Catia Silva – Si dimetta Coffrini perché Brescello non ha bisogno di un sindaco che si compiace se un’azienda colpita da un’interdittiva fa buoni affari. Ci serve una persona all’altezza per guidare questa comunità, non chi mette la polvere sotto il tappeto”.
Davanti al consiglio comunale, Coffrini ha pronunciato un’aperta autocritica “Ho riflettuto molto, e posso dire che non mi riconosco nelle parole che ho pronunciato. Non ho alcun rapporto con Francesco Grande Aracri, né con altre persone coinvolte in attività criminose e neppure volevo minimizzare i
gravi motivi che lo hanno portato, anni fa, a una condanna definitiva”.
Coffrini ha aggiunto che la criminalità organizzata è un cancro “che affligge la nostra società, da ripudiare con fermezza”, e ha promesso un programma di iniziative antimafia nelle scuole.
Inoltre ha ringraziato i ragazzi di Cortocircuito: “Hanno spinto il sottoscritto e la nostra comunità a riflettere sul fenomeno mafioso, per poi svolgere una severa autocritica. L’intervista? Lo ammetto, è stato un mio tentativo maldestro di fornire l’immagine corretta di Brescello come di una comunità lavoratrice e tranquilla”.
Comunque non erano proprio questi i toni della manifestazione di piazza, dove tutti erano uniti intorno allo slogan “Brescello non è mafiosa, questo è un paese tranquillo”. In un baleno sono state raccolte 400 firme, poi consegnate al consiglio comunale. Una prova di forza, che la dice lunga sull’aria che tira nella cittadina sul Po. Si attendono le riflessioni del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che venerdì sera sarà in Sala del Tricolore a Reggio su invito di Cortocircuito.