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Primarie Pd bonsai, urne drammaticamente vuote. Vince Bonaccini, ma non ha neppure i voti della maggioranza degli iscritti

29/9/2014 – La vera notizia è il crollo della partecipazione. Alle primarie del centro-sinistra in Emilia-Romagna hanno votato solo 58 mila elettori, contro i 400 mila di altre consultazioni. E neppure la vittoria di Stefano Bonaccini, che da ieri sera è il candidato governatore del centro-sinistra alle elezioni anticipate del 23 novembre, non è un granché.

Il segretario regionale del Pd aveva dalla sua parte l’apparato allargato del partito, ma si è fermato al 61% dei voti. In questo quadro il 39% dei suffragi conseguiti dal suo diretto concorrente, il professor Roberto Balzani ex sindaco di Forlì, costituiscono un indiscutibile successo politico.

Nel reggiano hanno votato poco più di seimila persone. Un tonfo rumoroso, circa il 60% dei diecimila iscritti al Pd in provincia. Qui il modenese Bonaccini ha preso 4 mila 442 voti, pari al 73,8 %, con i risultati migliori a Rubiera, Correggio, Novellara, Gualtieri e in quasi tutto il distretto ceramico, mentre Balzani, col suo 26,2% (1.557 voti) è risultato maggioritario a Bibbiano, Barco e a Canossa, mentre a Castellarano ha quasi pareggiato.

Bonaccini inoltre ha vinto in città, ma fermandosi fra il 60 e il 70%. Per il Pd, l’affluenza è un campanaccio d’allarme in vista delle elezioni del 23 novembre: i 58 mila elettori complessivi in Regione sono molto meno degli iscritti dichiarati dal partito, circa 75 mila in tutta l’Emilia-Romagna.

Per la prima volta le primarie sono state né più né meno un fatto interno al Pd. E con almeno un quarto degli iscritti che ha deciso di disertare le urne. La conseguenza è che Bonaccini ha ricevuto poco più del 40% dei voti dei propri compagni di partito. E il 40% è lontano dalla maggioranza.

Assente giustificato è stato Romano Prodi. Il professore ha fatto sapere che avrebbe voluto partecipare, come ha sempre fatto, ma una bronchite lo ha costretto a rimanere in ospedale dove è ricoverato da qualche giorno. Niente di grave, ma la necessità di un riposo assoluto.

Subito dopo la notizia della vittoria, a Bonaccini è arrivato un sms di complimenti da Matteo Renzi, del quale, negli ultimi mesi, è stato uno stretto collaboratore. “Ovviamente sono molto contento – ha detto Bonaccini – orgoglioso e onorato di questa responsabilità che mi hanno consegnato i cittadini”.

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ANDREA COSTA, SEGRETARIO PD: ADESSO NON LANCIAMOCI IN PREVISIONI DI SVENTURE

“Insieme a Modena, Bonaccini stacca, nella città del Tricolore, il miglior risultato con il 73,80% dei votanti. Il dato di affluenza rimane basso, com’era facile prevedere a causa di una campagna elettorale troppo breve, la mancanza traino nazionale e il percorso tortuoso che il partito ha compiuto dalle dimissioni di Errani in avanti.

Adesso comincia la campagna elettorale, dovremo essere bravi a scaldare i cuori e coinvolgere gli emiliano romagnoli. I reggiani hanno comunque dimostrato una tendenza alla partecipazione maggiore degli altri capoluoghi.
Non mi lancerei nella previsione di chissà quali sventure, è un film che abbiamo già visto per le primarie delle amministrative: quell’affluenza così bassa non ha impedito al Pd di Reggio Emilia di staccare, poi il 25 maggio, il miglior risultato nazionale tra tutti i capoluoghi che sono andati al voto.
Come sempre il nostro ringraziamento va agli 800 volontari che questa domenica hanno consentito ancora una volta una scelta democratica”.

(Andrea Costa, Segretario Provinciale Pd)

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FILIPPI: LO ZOCCOLO DURO SI AMMORBIDISCE

“La militanza PD, non andando a votare, ha inteso mandare un segnale chiaro alla dirigenza del partito, solo l’establishment non ha disertato le urne, optando per il classico candidato d’apparato, l’ex braccio destro del presidente dimissionario Errani, Stefano Bonaccini.

Il PD dovrà tenere conto di questo trend negativo. Lo zoccolo duro del partito si sta ammorbidendo, il centrosinistra comincia a tremare. Sta per chiudersi una delle pagine più negative della sinistra emiliano-romagnola, cominciata con le dimissioni di Errani dopo la sua condanna sul caso Terremerse, alle quali ho contribuito in prima persona, proseguita col passo indietro di Richetti alle primarie, e poi la guerra tra correnti e le ipotesi di candidati calati dall’alto.

Forza Italia e tutto il centrodestra sono pronti a raccogliere la sfida, stravolgeremo l’architettura della Regione Emilia-Romagna, partendo dal sostegno all’occupazione, un impegno serio per rilanciare il sistema economico, diremo finalmente basta alla pioggia di fondi regionali riservati alle grandi cooperative rosse improduttive e a quei tanti istituti di “amici” mascherati da centri di ricerca o associazioni culturali.

(Fabio Filippi, Consigliere Regionale Forza Italia)

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