10/10/2014 – Nella giornata di oggi il prefetto Antonella De Miro si è insediata a Perugia. A Reggio Emilia l’incarico interinale è stato assunto dalla dottoressa Cogode, in attesa della prossima nomina del nuovo prefetto. Pubblichiamo di seguito il discorso di saluto ai reggiani pronunciato da Antonella De Miro, che qui ha lasciato un segno indelebile.
IL DISCORSO DI ANTONELLA DE MIRO
E’ arrivato oggi il momento dei saluti. Non è un addio perché il rapporto costruito con Reggio Emilia, il territorio e la sua gente è stato molto forte e un trasferimento in un’altra sede non può interrompere i legami, le amicizie, nè può annullare i sentimenti di un’esperienza professionale ricca di spunti operativi, di sane alleanze costruite con le istituzioni, il mondo economico, le rappresentanze di categoria e sindacali per raggiungere in maniera più efficace condivisi obiettivi a tutto vantaggio del territorio, per trovare possibili soluzioni alle diverse problematiche.
E’ così che mi sono occupata dei temi più importanti e di interesse della collettività, protezione civile, tutela dei diritti, coesione sociale e lavoro. E con le Forze di Polizia territoriali e sempre insieme alle rappresentanze del territorio mi sono occupata della sicurezza di questa provincia, sotto ogni profilo, dalla sicurezza stradale alla prevenzione dei fenomeni delittuosi che provocano tanto allarme sociale. Una esperienza importante sotto il profilo umano.
Essere Prefetto a Reggio Emilia ha significato e significa svolgere un ruolo di grande responsabilità. La provincia di Reggio Emilia è una realtà complessa, ricco distretto industriale con proiezioni internazionali, con uno sguardo sempre attento ai nuovi investimenti ed alle azioni di sviluppo: le importanti infrastrutture come i nuovi assi viari di collegamento, i ponti di Calatrava, la stazione Mediopadana, il Tecnopolo, un modello di formazione primaria portata ad esempio ed oggetto di studio nel mondo intero, una sanità di eccellenza, un sistema di coinvolgimento della popolazione alla vita di comunità attraverso il volontariato che rappresenta una componente essenziale di questo territorio, una estesa ciclabilità delle strade urbane ed extraurbane. Tutto questo è la cifra di un territorio in cui i luoghi parlano della difesa della libertà e della democrazia e raccontano la storia d’Italia.
Il territorio rappresenta comunque una realtà complessa. E’passato in pochi decenni da un’economia prettamente agricola ad un’economia industriale. La ricchezza economica è stata accompagnata da una costante e significativa crescita demografica, addirittura tra le più alte dell’Europa, con un ingresso negli ultimi vent’anni di numerosissimi cittadini provenienti dai paesi extracomunitari, oggi oltre 60.000 con regolare permesso di soggiorno, 130 etnie in tutto. Questa presenza colloca Reggio Emilia al terzo posto nell’elenco delle province italiane per rapporto tra popolazione residente e cittadini extracomunitari.
Reggio Emilia vive la fragilità determinata dalla globalizzazione e dalla crisi economica dalla quale fa ancora fatica ad uscire, con nuove nuove marginalità sociali e l’aumento della microcriminalità e dei reati predatori.
E’ un territorio ricco e quindi inevitabilmente a rischio di infiltrazioni mafiose. E’ anche un territorio fragile e delicato sotto il profilo idrogeologico e quindi colpito dalle numerose frane dell’Appennino e che ha vissuto il dramma del territorio nell’anno 2012.
Per tutto ciò la mia azione si è svolta intervenendo su diversi e molteplici fronti: molto frequenti sono stati i tavoli di lavoro in Prefettura. Così il tavolo del Comitato provinciale della pubblica amministrazione, spesso convocato per garantire le necessarie sinergie tra diversi uffici: la messa in sicurezza dei centri abitati messi in pericolo dalle frane, il monitoraggio delle condizioni di sicurezza dei ponti e degli argini dei fiumi, la sicurezza sul lavoro e il contrasto del lavoro nero, la sicurezza stradale per ridurre le incidentalità, la contraffazione alimentare per garantire la tutela delle eccellenze reggiane ed ancora il dialogo interreligioso, la regolarizzazione degli immigrati clandestini, la stipula dei contratti di integrazione, questi e tanti altri ancora i temi trattati.
Molteplici anche i protocolli stipulati con altre pubbliche amministrazioni, con la provincia, il comune capoluogo, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’ACI, sui temi del lavoro, della formazione, dei diritti dello straniero e della sicurezza stradale.
Come voi tutti sapete, la mia è stata anche un’azione fortemente orientata a rafforzare le condizioni di sicurezza del territorio nella funzione di autorità provinciale di P.S. E ciò attraverso le periodiche riunioni con i vertici delle forze di polizia allo scopo di condividere le valutazioni e le analisi di contesto e coordinare al meglio le azioni di controllo del territorio ai fini della prevenzione.
Ma l’azione di prevenzione è stata portata avanti anche insieme agli amministratori locali, la Provincia e i Comuni, valutando al tavolo del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, insieme, le esigenze dei rispettivi territori, le dinamiche delittuose locali, per supportare e rafforzare l’azione delle forze di polizia con le azioni proprie delle amministrazioni locali, sotto il profilo dei possibili interventi nel sociale, nel campo della sicurezza passiva, programmando e realizzando la installazione di sistemi moderni ed intelligenti di videosorveglianza, ecc.
E’ stato un percorso ed un cammino che il Prefetto ha fatto giammai da sola, ma insieme alle Istituzioni e al territorio. Come non è certamente stato solitario il cammino che ho ritenuto dover portare avanti con determinazione nel campo della prevenzione amministrativa antimafia per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e nell’economia legale.
E’ l’azione che tutti conoscono e che tutti mi riconoscono come azione seria, attenta, rigorosa, permettetemi di dire anche coraggiosa sotto tanti aspetti, portata avanti nello svolgimento di una importante funzione istituzionale, in un contesto territoriale, che al mio arrivo si riteneva ancora immune dal pericolo delle infiltrazioni mafiose, ma che voleva capire, conoscere ed essere aiutato ad alzare strumenti di difesa.
Ho stipulato ben 36 protocolli di legalità con diverse istituzioni pubbliche appaltanti che hanno reso possibile estendere i controlli antimafia approfonditi anche alle ditte giudicatarie di appalti o subappalti sotto soglia.
Ho attivato prontamente il servizio dedicato alla iscrizione nelle white list per dare concretezza alle rigorose previsioni normative a tutela della ricostruzione.
Ho adottato 40 interdittive nei confronti di ditte o consorzi di ditte ritenute a rischio di condizionamento mafioso, ed ancora ho adottato 26 provvedimenti di rigetto di richieste di iscrizione nelle white list da parte di ditte o consorzi di ditte che volevano partecipare ai lavori della ricostruzione post-terremoto, perché a rischio di infiltrazioni mafiose.
Quest’azione preventiva è stata possibile grazie al laborioso, complesso, articolato lavoro di analisi e di acquisizioni informative da parte delle Forze di Polizia territoriali e da parte della DIA, cui si è aggiunto per la ricostruzione il GIRER, Gruppo di monitoraggio ed analisi criminale istituito presso il dipartimento della P.S.
E’ stata un’azione resa possibile da un territorio attento alla legalità che ha ritenuto interesse primario della propria comunità alzare barriere di difesa.
E’ stata un’azione che ha dimostrato che lo Stato c’è, è presente e che attraverso la fiducia negli apparati di sicurezza e la collaborazione con le istituzioni e le amministrazioni locali si rafforza la fiducia dei cittadini.
Desidero pubblicamente ringraziare le Forze di Polizia: la Questura, al cui vertice oggi è la Dott.ssa Fusiello, appena arrivata in provincia, cui rivolgo l’augurio di un buon lavoro, il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza; ringrazio il
Col. Zito e il colonnello Bleve che sono stati attenti e leali compagni di viaggio. Ringrazio il Corpo Forestale dello Stato, la Polizia Penitenziaria.
Ringrazio il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, che ha prestato un’encomiabile opera a garanzia del soccorso e della sicurezza delle popolazioni colpite dal terremoto.
Devo ringraziare tutti voi sindaci, il sindaco, anzi i sindaci di Reggio Emilia e in particolare il sindaco, oggi sottosegretario di Stato Graziano Delrio; ringrazio la Presidente della Provincia, appassionata vicina di casa nel sostenere le azioni di legalità.
Tra voi è presente anche il nuovo sindaco di Castelnovo ne’ Monti, già presidente della Camera di Commercio che in quella veste ebbe da subito a rappresentarmi la preoccupazione per una avvertita presenza della mafia a Reggio Emilia.
Ringrazio le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria, il mondo economico tutto, il mondo del volontariato, la società civile.
Ringrazio e saluto tutti gli amici.
Un saluto desidero tramite voi rivolgere alla città e alla provincia, cui auguro le migliori fortune.
Un ringraziamento particolare, infine, va al personale tutto della Prefettura, che ha sostenuto in questi anni un lavoro formidabile, sempre attento alle ragioni dell’utenza.
Un grazie enorme va al mio Vicario, la D.ssa Cogode, che
reggerà in sede vacante questa Prefettura e che ho voluto vicina a me, chiamandola, anzi sdradicandola dalla sede di Messina. Dirigente leale e attento che ha saputo garantire piena funzionalità agli uffici e sulla quale ho sempre potuto contare per rappresentarmi anche in situazioni difficili e delicate.
Grazie ai miei più stretti collaboratori: Silvia, Francesca, Brunella, Irene che mi sono state vicino volendomi bene ed alle quali ho chiesto marce accelerate.
Grazie a tutti con la consapevolezza che vi porterò nel cuore insieme ad un’esperienza straordinaria di lavoro e di vita.
Antonella De Miro