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La bimba autistica non fu cacciata dalla mensa: educatrice si scusa davanti al giudice. Le indagini di Pagliani e D’Incecco ristabiliscono la verità

27/9/2014 – Si è concluso questa settimana, con le scuse pronunciate in pubblico da parte di una educatrice dell’associazione Aut Aut, verbalizzate davanti al Tribunale di Reggio Emilia, e la conseguente remissione di querela per diffamazione da parte di una guardia giurata messa ingiustamente alla gogna, il processo per il caso della bambina autistica duramente rimbrottata dalla stessa educatrice e per questo fatta uscire dalla mensa del centro Meridiana di Reggio.
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Le indagini condotte dall’avvocato Giuseppe Pagliani e dal dott. Libero D’Incecco, collega dello studio, hanno permesso di ristabilire la verità.

Il caso risale al 21 giugno 2010 e fece il giro d’Italia, sino ad approdare su Canale 5 da Barbara D’Urso.

Nell’udienza del 23 settembre 2014, dedicata all’escussione dei testi, dopo quattro anni è stata fatta chiarezza. Il sorvegliante non cacciò la bimba perché “spaventava e disturbava i clienti” della mensa. In realtà intervenne a tutela della minore.

Le testimonianze raccolte dalla difesa del querelante e dalla stessa Procura concordano nel riferire che l’educatrice continuava a inveire perché non voleva mangiare.

La donna invece raccontò una versione distorta dei fatti, facendo apparire l’intervento del vigilante come un ignobile caso di discriminazione nei confronti di una minore disabile. Da qui gli articoli di giornali, le campagne sul web e le trasmissioni tv, sino all’esito del processo con le scuse e la conseguente remissione della querela in base a un accordo tra le parti, rappresentate dall’avvocato Pagliani insieme al dott. D’Incecco e dall’avvocato Costantino Diana, dell’educatrice Maddalena Mauceri.

Quel giorno del giugno 2010 il sorvegliante Antonio Bonocore, della Servizi Sicurezza Italia, era in servizio al Centro commerciale Meridiana di Reggio. All’ora di pranzo gli viene segnalato che nella mensa Cir del complesso una ragazza sta strillando nei confronti di una bimba autistica.

Al suo arrivo alcune persone presenti alla scena (che poi hanno confermato tutto davanti ai Carabinieri) gli riferiscono che l’accompagnatrice, educatrice dell’associazione Aut Aut, cercava di convincere la bimba, perché non voleva mangiare. Bonocore, al suo arrivo, vede che la donna cerca di far aprire la bocca alla piccola, continuando a urlare “mangia, mangia, ti ho detto mangia” . Una scena sconvolgente che dura alcuni minuti e spinge alcune persone a intervenire, tanto che si crea uno stato di tensione con la donna.

A quel punto, in base ai protocolli di sicurezza, per evitare guai peggiori e anche per tutelare la bimba, la Mauceri viene allontanata dal Meridiana.
Lei chiama il marito (che Bonocore dichiarerà di essere un carabiniere), poi telefona ai giornali, raccontando che l’hanno allontanata dalla mensa perché la bimba “spaventava i clienti”. Da lì si la gogna mediatica, che va avanti per parecchio tempo con la “crocifissione” di Bonocore. Gli articoli carichi di indignazione contro di lui galleggiano ancora nel web.

Da qui la querela per diffamazione aggravata verso la Mauceri e infine il processo, iniziato il 17 gennaio scorso con l’udienza di rinvio a giudizio. Ieri in Tribunale, l’ammissione della Mauceri di aver commesso un errore e le scuse, pronunciate in udienza e verbalizzate dal magistrato, che ha così deliberato il non luogo a procedere. Per Bonocore è la fine di un incubo.

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