17/8/2014 – Lo hanno aiutato, lo hanno ospitato e lui si è impadronito delle chiavi e ha fatto sparire seimila euro dallo studio professionale dei suoi benefattori. È un’altra delle sorprese del Ferragosto.
Le Volanti della Polizia di Stato sono intervenute alle 4.30 dell’altro ieri, 15 agosto, in un condominio in viale Timavo dove un cittadino aveva segnalato al 113 rumori sospetti negli scantinati.
Gli agenti trovavano in uno dei locali un individuo sdraiato su una coperta. L’uomo, poi identificato per AYAR ABDELHADI, cittadino marocchino, irregolare e pregiudicato, non dava alcuna spiegazione per la sua presenza nel locale. Aveva però una bomboletta di spray urticante – presumibilmente di tipo illegale – una tessera bancomat ed una pistola scacciacani.
Sentita la persona che aveva contattato il 113, questi ricordava di essere stato infastidito intorno alle ore 6 del giorno precedente da altri rumori provenienti da un ufficio di cui proprio quello scantinato era pertinenza, ma di non aver riferito nulla ritenendoli addebitabili a lavori di manutenzione.
Una rapida ricerca permetteva di verificare che nella tarda mattinata del 14 proprio in quell’ufficio era stato messo a segno un furto. Inoltre in una perquisizione più accurata nel “dormitorio” venivano trovate le chiavi dei due locali e numerosi oggetti provenienti dall’ufficio depredato: 600€ in contanti, una valigetta contenente assegni, la tessera bancomat e documentazione dell’ufficio mischiata con documenti del nordafricano.
Interpellati i derubati, gli agenti ricevevano conferma della provenienza furtiva di quanto rinvenuto ed accertavano che all’appello mancavano ben seimila euro in contanti. Le vittime riferivano, inoltre, di conoscere l’AYAR e di averlo più volte aiutato ed ospitato conoscendolo come indigente.
Questi aveva presumibilmente approfittato della loro benevolenza per impadronirsi di una copia delle chiavi dell’ufficio utilizzate per mettere a segno il furto nel momento più opportuno. AYAR ABDELHADI veniva pertanto arrestato per furto e denunciato per le violazioni alla normativa sull’immigrazione.