15/8/2014 – Allarme ieri mattina fra gli abitanti della zona di Poiatica per un odore nauseabondo, più del solito, che si è sparso dalla discarica Iren.
L’odore più tardi è scemato, ma sul posto sono immediatamente intervenuti il sindaco di Carpineti Tiziano Borghi, l’Arpa e il Corpo Forestale, chiamato dagli esponenti del Comitato Fermare la discarica, ammessi all’interno dell’impianto.
Il Comune di Carpineti ha diffuso una relazione dettagliata, e altrettanto ha fatto il Comitato in serata. Pubblichiamo entrambi i documenti.
L’odore è stato causato – ha scritto il sindaco Borghi – dalla concomitanza di più cause, e in particolare dal blocco (secondo Iren per manutenzioni programmate) di quattro torrette di aspirazione del gas generato di continuo nelle viscere della discarica. A sua volta il Comitato ha riferito le spiegazioni date di prima mattina dai tecnici Iren sullo schiacciamento di quattro tubi del gas, a causa della pressione della massa di rifiuti. Il Comitato ipotizza che lo schiacciamento sia in atto da mesi.
LA RELAZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE DI CARPINETI
Nella prima mattinata del 14 agosto, il sindaco Tiziano Borghi ha ricevuto diverse segnalazioni da abitanti della vallata di Valestra su un forte odore che si diffondeva della zona, provenendo dal Secchia e dall’area di Poiatica.
Il Comune si è attivato rapidamente, Borghi e il consigliere comunale Marco Ruggi hanno avvertito Iren e organizzato un sopralluogo nella discarica, a cui hanno preso parte i tecnici di Arpa e il comandante della stazione carpinetana del corpo forestale dello stato. Anche tre esponenti dei comitati contro Poiatica, che si trovavano all’ingresso della struttura, sono stati fatti entrare alla visita, compiuta con uno dei referenti Iren.
Un’ispezione all’interno del complesso di deposito rifiuti ha permesso di comprendere le cause del forte odore, che comunque verso le 10 del mattino era già calato parecchio, non provocando più fastidi e disagi.
I motivi sono principalmente tre. L’inattività di quattro torrette di aspirazione all’interno della discarica, per primo. Non si tratta di un malfunzionamento, ma di un’inattività programmata, perché nei giorni scorsi è stato effettuato un grande deposito di materiale e in questi casi le
torrette vengono spente momentaneamente per evitare problemi.
Da lunedì 18 agosto torneranno a funzionare regolarmente.
Il secondo motivo è l’accumulo di molti rifiuti, appunto, una quantità piuttosto elevata. La terza causa è la formazione di una piccola depressione termica nell’area circostante, con un calo delle temperatura che ha mantenuto “basso” l’odore, impendendo di disperdersi nell’atmosfera.
L’unione di queste tre coincidenze ha generato il forte odore sentito dalla prima mattinata dagli abitanti, ma successivamente scemato. L’amministrazione comunale ha agito con tempestività, intervenendo nel giro di poche ore per verificare che non vi fossero problemi e potenziali pericoli.
LA RELAZIONE DEL COMITATO FERMARE LA DISCARICA
“Stamattina 14 Agosto un fortissimo odore acre di rifiuti e biogas raggiungeva il versante carpinetano della discarica e le case limitrofe. L’aria si faceva davvero pesante e nauseabonda, più del solito da qualche giorno.
A seguito di alcune segnalazioni telefoniche ad Arpa fatte da noi e da privati cittadini non del comitato decidiamo di capirne le ragioni andando a chiedere direttamente ai gestori in discarica.
Iren risponde che da circa 7 giorni dai 3 ai 5 tubi di captazione del biogas sono ‘sifonati’, in gergo si sono schiacciati a causa del peso dei mezzi e dei rifiuti sopra, problema insorto circa una settimana fa, provocando la mancata captazione delle corrispettive torrette ed infine andando il gas non trattenuto a disperdersi in ambiente.
Nel frattempo arriva anche, tramite nostra segnalazione, il Sindaco di Carpineti, anticipato da un suo consigliere, che ci consente di entrare in discarica. Alla nostra vista si presentava inoltre mezzi in azione che stavano convogliando e coprendo i rifiuti ammassati in un fronte insolitamente considerevole, alcuni in attesa di copertura e alcuni già coperti.
Nel frattempo chiamiamo anche il Corpo Forestale. Al termine della visita uno dei responsabili Iren, come già capitato per l’evento del manufatto dello scorso anno, ribadisce che l’intervento di manutenzione era programmato e che si sarebbe provveduto a risolverlo entro qualche giorno. Un copione che per noi si ripete spesso, riconducibile a un sempre sommario ‘tutto sotto controllo’. Lo stesso responsabile ribadisce più volte che i tubi non sono ‘rotti’ ma ‘sifonati’ (?).
A domanda nostra rispondono di non avere come gestore registri di manutenzione ordinaria o straordinaria su interventi in subappalto, come appunto la manutenzione ai tubi di captazione.
Ma almeno per i lavori previsionali la legge Dlgs 36/2003 non dice che ‘e’ indispensabile un piano di mantenimento del sistema di estrazione del biogas? Se era intervento previsto allora non andava per legge inserito nel piano? E se invece era una manutenzione di tamponamento imprevisto non andava segnalato alle autorità competenti giorni fa’ quando si è presentato il problema?
Oggi per puro caso, perché siamo andati davanti alla discarica abbiamo scoperto questo episodio e siamo qui a porci queste nuove domande inaspettate.
Ordinario o straordinario che sia l’episodio Iren ci conferma che l’odore percepito ultimamente è imputabile a questa anomalia, all’inversione termica di questi giorni e alla gestione di un fronte di rifiuti enorme in fase di smaltimento e relativa copertura.
Non ultimo nel perimetro fuori discarica, sul versante carpinetano, una delle frane solite in periodo di piogge abbondanti. Le istituzioni adibite al controllo stanno provvedendo a verbalizzare, ne chiederemo copia.
Questa vicenda preoccupa più per gli effetti causati che per le note, sfumature tecniche fornite. La domanda veramente importante è: cosa stiamo respirando? Ancora nel 2014 si vuole far credere che se gli elementi inquinanti dispersi in aria sono sotto i livelli di guardia giornaliera nessuno ci racconta per filo e per segno che effetti hanno i cocktails di decine di sostanze genotossiche inalate negli anni.
Si vuole ancora far credere che sono innocue sotto una soglia definitiva e nocive sopra quella soglia, così viviamo sempre al limite delle statistiche accettando la scienza come una mannaia per sapere se meritiamo o meno questa discarica. E le stesse statistiche ci dicono che siamo troppo pochi in questa valle per meritare uno studio epidemiologico ben fatto.
Altra domanda: come possiamo sapere quanti episodi analoghi si sono verificati se non vi è uno storico scritto negli anni?
Ricordiamo, infine, che a Novembre, dopo le elezioni regionali riprenderanno i lavori di approvazione del Piano Rifiuti. Se Poiatica chiuderà come ci auspichiamo al quinto lotto è evidente che questi episodi ci interrogano anche sulla precarietà futura del sito. Altra preoccupazione è quello delle acque stagnanti a monte, nell’invaso. Noi chiediamo che la messa in sicurezza sia a carico del gestore e che nessun rifiuto, di nessuna natura venga conferito con il pretesto della sicurezza in futuro. La terra alla terra e le nostre vite al centro del dibattito.
Alessandro Raniero Davoli
16/08/2014 alle 00:02
L’impianto di captazione della discarica, rotto o “sifonato” che sia, non funziona correttamente. E questo è evidente da diversi mesi. Già a fine 2013 e a gennaio-marzo 2014 sono stati fatti importanti lavori di manutenzione “straordinaria” con l’intervento di autobetoniere della Ceag.
Era incrinato lo scatolato, che drena le acque profonde, ovvero il percolato.
Una discarica molto tribolata, una gestione approssimativa, della quale Iren sarà obbligata a dare conto all’autorità giudiziaria, e allo stesso Prefetto Antonella De Miro, che, a mio avviso, dovrebbe intervenire con urgenza.
L’emissione di biogas in atmosfera è pericolosa per la salute degli abitanti nelle aree adiacenti, per l’ambiente, oltre ad essere un reale pericolo per la possibilità di esplosione (innescata dai motori dei mezzi movimento terra operativi in discarica, o anche per una scintilla da elettricità statica).
Nel caso, le abitazioni vicine, la strada provinciale sp76 in prossimità del deposito rifiuti, e ovviamente tutti coloro che vi circolano, possono essere coinvolti in un’esplosione. I soliti “tecnici” Iren o Arpa, chi vogliono prendere in giro? Un impianto industriale, come quello di Poiatica, non può continuare ad inquinare l’ambiente impunemente.
Ricordo inoltre che una discarica come quella di Poiatica dovrebbe produrre, in media, oltre milleduecento metri cubi di metano per ora, pari a circa 10 milioni e mezzo di metri cubi all’anno.
Per un valore, a prezzo di mercato (solo per avere un’idea, utenze domestiche, 0,73 euro mc), di circa sette milioni e seicentomila euro anno. (Più i certificati verdi per la produzione di energia elettrica, trmite metano)
Ogni perdita nell’atmosfera è anche un forte danno economico, incomprensibile per una gestione adeguata dell’impianto, da parte di una società a forte azionariato pubblico. Tagliare i compensi agli amministratori, Viero e Profumo in testa, visto i pessimi risultati, no?
Un saluto da un cittadino perplesso,
Alessandro Raniero Davoli