6/8/2014 – Chissà cosa penserebbe Pellegrino Artusi, il gigante della “Scienza in cucina” al quale tanto deve il popolo italiano, se fosse ancora tra noi e domenica 10 agosto si trovasse a San Mauro Pascoli, dove andrà in scena un processo in piena regola, con tanto di accusa e difesa guidate da studiosi e cuochi, e il verdetto emesso dal pubblico presente. L’interrogativo alla base del “processo” a Pellegrino Artusi è di spessore: la sua cucina è moderna o superata?
Alla Torre pascoliana alle 21,00 se lo chiederanno lo scrittore e giornalista enogastronomico Alfredo Antonaros Taracchini nei panni dell’accusatore, e Piero Meldini, membro del Comitato scientifico di Casa Artusi, nelle vesti di difensore.
Novità di questo processo sarà l’ingresso di due illustri firme della cucina, per la prima volta sul grande palco della Torre: in sostegno della difesa lo chef Alberto Faccani (Ristorante Magnolia Cesenatico), a fianco dell’accusa Silverio Cineri (Ristorante Silverio Faenza). Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo e Presidente di Sammauroindustria.
Il verdetto sarà emesso dal pubblico presente munito di paletta. L’evento è organizzato da Sammauroindustria, associazione pubblico-privata di San Mauro Pascoli.
Ma quanto è attuale la cucina dell’Artusi?
L’accusatore Taracchini non ha dubbi: “Artusi non è più moderno e attuale e, probabilmente, è del tutto superato. Non per colpa sua, bensì perché i tempi sono cambiati, in primis il rapporto col cibo. Ce lo vedete voi oggi il suo Manuale in un’epoca che ha sempre fretta e che ha fatto del web la sua religione?”. E mette le mani avanti sul clima del Processo: “Non vorrei che si affermasse la legittima suspicione, cioè il sospetto che l’ambiente locale (la terra di Romagna in cui il dibattimento ha luogo) possa influenzare giuria e testimoni durante un processo in cui è imputato uno dei romagnoli più illustri”.
Non la pensa allo stesso modo il difensore, Piero Meldini, secondo cui “Artusi è attuale non solo come letterato ma anche per la sue idea di cucina. La sua non è una cucina di campanile, esclusivamente legata alla tradizione romagnola, ma è invece una cucina eclettica, aperta all’Italia e al mondo”.
Insomma, nessuno mette in dubbio, nell’Artusi, il suo essere il padre della cucina italiana. Piuttosto è all’oggi che si rivolge il Processo. Con buona pace del gastronomo, che per una sera si dovrà sedere sul banco degli imputati, in quello stesso tribunale che dodici anni fa assolse il suo nemico di sempre, Stefano Pelloni detto il Passatore. Difficile fare pronostici sul verdetto di questo processo, tanto più davanti a una giuria popolare. Di certo, nel caso di condanna dell’Artusi, lo schiaffo sarebbe eterno.