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Pd, dimenticare Errani. Appello renziano per Richetti, c’è anche la firma del figlio di Delrio

13/8/2014 – “E’ necessario rompere gli schemi, uscire dalle righe, sperimentare l’inedito, mettere in discussione l’esistente per salvaguardare l’immenso patrimonio della nostra regione. E’ questo il senso della sfida, cambiare è l’imperativo. Per attivare un cambiamento reale la classe politica deve cedere potere, deve liberare le energie diffuse, deve redistribuire potere ai cittadini, non concentrarlo su di sé”.

Non è un proclama pentastellato, e nemmeno un documento di Forza Italia. Sono parole che arrivano non dall’opposizione, bensì dall’interno del Partito che governa a Reggio e in Regione, e si leggono in un appello diffuso oggi a sostegno della candidatura di Matteo Richetti a governatore dell’Emilia-Romagna in vista delle primarie del centro-sinistra del prossimo 28 settembre.

Primo firmatario Massimo Gazza, sindaco di Boretto. A conferma che lo scontro nel Pd è al calor bianco se, al di là dei riconoscimenti di circostanza, quindici anni di governo erraniano vengono considerati alla stregua di una pagina da chiudere in fretta e possibilmente da dimenticare.

L’appello per Richetti è firmato fra gli altri da Emanuela Caselli, Marcello Stecco, Enrico Bini, Michele Delrio, Carlo Fornili, Maura Manghi, Carla Agosti, Ottavia Soncini e numerosi altri (pubblichiamo tutti i nomi in coda al documento, ndr).

La firma di Michele Delrio, figlio di Graziano, difficilmente ha il significato di uno scontro in famiglia. Probabilmente significa che il sottosegretario alla presidenza del governo Renzi non intende correre per via Aldo Moro.

L’appello fa professione di renzismo duro e puro, e annuncia la moltiplicazione a stretto giro di comitati per Richetti presidente. Del resto entro le 12 dell’11 settembre vanno presentate le candidature corredate da quattromila firme.

IL TESTO DEL DOCUMENTO

Le dimissioni di Vasco Errani hanno portato ad una forte accelerazione del processo elettorale nella nostra regione, inizialmente previsto per la prossima primavera.
Dobbiamo chiederci che regione vogliamo per i prossimi dieci anni, su quale programma ci confronteremo, quali saranno i criteri prioritari per la scelta del candidato presidente che il PD presenterà nel non facile confronto elettorale di novembre.
Per quanto riguarda il criterio di scelta non abbiamo dubbi sulla necessità di ricorrere alle primarie di coalizione, così come già annunciato dal PD regionale, una capillare consultazione territoriale darebbe al nuovo candidato la piena legittimazione e l’autorevolezza indispensabili per affrontare le sfide che ci aspettano.

Il PD da anni fa delle primarie il suo elemento costitutivo e lo strumento principe per la selezione della propria classe dirigente,  deve essere così anche in Emilia Romagna.
Sarebbe sbagliato gettare tutto il buon lavoro che è stato realizzato dalla giunta Errani, come sarebbe sbagliato crogiolarsi in un falso senso si sicurezza del tipo “le altre regioni stanno peggio”.
Tuttavia la regione ha in realtà bisogno di molti cambiamenti: meno vincoli, meno burocrazia, più prossimità territoriale.
Abbiamo bisogno di una nuova attenzione allo sviluppo del turismo, dell’agro-alimentare di qualità, del manifatturiero, della piccola come della media e grande industria. Avvertiamo la necessità di un modello di sviluppo innovativo e dal respiro europeo. E’ indispensabile perseguire la
qualificazione competitiva del sistema produttivo in grado di generare opportunità occupazionali e prestare grande attenzione alla valorizzazione economica dei territori di montagna e dell’asse fluviale.

Abbiamo bisogno di infrastrutture adeguate e di un sistema sociale di welfare rinnovato, meno costoso ma più efficace nella difesa delle nuove povertà.
Proprio perché vogliamo una regione rinnovata, riteniamo quindi che a guidarla debbano essere chiamate persone nuove.
Intendendosi per nuove non le più giovani o più inesperte, ma quelle che possano segnare anche una forte discontinuità con il passato governo regionale e che condividano con noi la visione di una regione diversa.

E’ necessario rompere gli schemi, uscire dalle righe, sperimentare l’inedito, mettere in discussione l’esistente per salvaguardare l’immenso patrimonio della nostra regione. E’ questo il senso della sfida, cambiare è l’imperativo. Per attivare un cambiamento reale la classe politica deve cedere potere, deve liberare le energie diffuse, deve redistribuire potere ai cittadini, non concentrarlo su di sé.
Ci muove l’idea di governo condiviso, che guardi dritto negli occhi i problemi, consapevoli che al centro c’è la comunità e le sue straordinarie energie. Se ci rinchiudessimo nel confortevole serraglio della conservazione non difenderemmo quel grande bagaglio di valori che tanto positivamente hanno caratterizzato la nostra regione, se vogliamo che quei valori costituiscano l’architrave della futura regione dobbiamo perseguire senza sosta l’innovazione delle nostre politiche, per liberare dai freni della burocrazia e della tecnocrazia un sistema che ha potenzialità enormi.

Serve, dunque, una nuova visione e il coraggio di farsi carico di un cambiamento autentico e per queste ragioni chiediamo a gran voce a Matteo Richetti di candidarsi a presidente della regione Emilia Romagna. Riteniamo, infatti, che la candidatura di Richetti, uno dei principali artefici dell’affermazione di Renzi, sia  quella che meglio interpreti il futuro della nostra regione, pur avendo la necessaria esperienza nel funzionamento della macchina e delle tematiche regionali.
Per questo intendiamo dar vita al più presto a comitati in supporto alla candidatura di Matteo Richetti in tutti i territori della provincia.
 
Aderiscono: Massimo Gazza, Daniele Marchi, Marco Cassinadri, Angelo Cigarini, Emanuela Caselli, Gabriele Torricelli, Maura Manghi, Ottavia Soncini, Michele Delrio, Matteo Terzi, Annalisa Rabitti, Carla Agosti, Enrico Bini, Luca Zini, Francesco Benassi, Carlo Fornili, Marcello Stecco, Pierluigi Bertolotti, Manuel Manotti, Roberto Salsi, Gian Franco Murrone, Marcello Fantuzzi, Luisa Ferrari, Bronzoni Mario, Elena Marchesi, Piacenti Mauro, Chierici Roberta, Stefano Marazzi, Emanuele Coli, Luca Pigozzi, Claudio Bucci, Eleonora Zini, Roberto Lugli, Giuliano Cottafava, Alessandro Sacchi, Luca Poletti, Giorgio Galli, Carla Agosti, Gianni Pera, Marco Lasagni, Chiara Morelli.

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Una risposta a 1

  1. marco Rispondi

    14/08/2014 alle 09:54

    Perchè non si pubblicano i curricula dei candidati ed in particolare cosa hanno di concreto fatto ? Altrimenti siamo costretti a votare personaggi anonimi scelti da gruppi di cittadini, più o meno collegati a partiti( leggi segreterie) o a gruppi di potere.
    Una volta tanto misuriamo le loro qualità dalla attività svolta, anche perchè più di prima occorrono per il nostro Paese gente di provata capacità e professionalità per aiutarci ad uscire dal baratro.
    Basta parolai ed equilibristi della politica, che non si sono mai confrontati con la realtà e l’impegno nel lavoro e che l’impegno civico è prima di tutto collegato a conservare il loro potere.

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