27/8/2014 – Il Tribunale di Reggio Emilia ha bloccato la vendita giudiziaria della casa di una famiglia colpita da pignoramento per non essere più riuscita a pagare le rate del mutuo, oscillanti fra gli 800 e i 1.200 euro mensili. Ciò perchè i tassi di mora sarebbero da usura, al punto che il ricalcolo del capitale restituito ha fatto concludere ai periti che in realtà la famiglia avrebbe già pagato il suo mutuo trentennale sino al 2017.
Il pronunciamento pilota del collegio giudicante reggiano, di cui riferisce oggi la Gazzetta di Reggio, costituisce una svolta nella causa seguita dall’avvocato Rosa Chiericati, scesa in campo a fianco della famiglia attraverso l’associazione anti-usura Deciba.
Il tribunale infatti ha affermato la prevalenza del criterio, uno e uno solo, fissato dalla legge rispetto alle tabelle
aggiornate periodicamente da Bankitalia, e che ad oggi costituiscono nei fatti un riferimento di carattere generale.
L’avvocatessa Chiericati, fra l’altro, è il legale di fiducia della grande attrice, autrice e cantante reggiana Edmonda Aldini, di cui si erani perse le tracce per anni e ritrovata pochi mesi fa, alle soglie degli 80 anni, a Como.
In sostanza la famiglia aveva eccepito che il tasso di mora concordato con la banca al momento del rogito, nel 2006, era superiore al tasso-soglia oltre il quale scatta l’interesse
usurario. Tuttavia il consulente tecnico nominato dal giudice dell’esecuzione, anzichè far riferimento alla legge, aveva assunto come valide le tabelle della Banca d’Italia i cui criteri di calcolo, basati sulle medie dei tassi, sono
diversi. Il giudice di conseguenza aveva dichiarato che i tassi di mora (che non rientrano nelle statistiche rilevate dall’istituto di vigilanza) non sono confrontabili con le altre categorie di credito.
Tuttavia la famiglia non si è data per vinta e ha presentato reclamo, sostenendo che Banca d’Italia non ha nè aveva alcuna delega legislativa per determinare tassi-soglia differenti da quelli della legge. E questa volta il collegio giudicante ha
dato ragione ai ricorrenti, affermando che il metodo di calcolo delle soglie del tasso usuraio è uno e unico.
“La tesi sostenuta dal ceto bancario – ha affermato il tribunale reggiano – appare oggettivamente di difficile
compatibilità con la norma legislativa, la quale ha individuato un unico criterio del tasso soglia, come riconosciuto dalla sentenza della Suprema Corte del 9 gennaio 2013 numero 350″.
L’asta così è stata sospesa in attesa del giudizio di merito, fissato tra due mesi. Il pronunciamento potrebbe avere un effetto domino, con la revisione di numerosi altri casi di pignoramento e con il tramonto delle tabelle Bankitalia quale riferimento in numerosi contratti e vertenze giudiziarie.