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Fondazione Manodori, è scoppiata la pace. Gianni Borghi confermato presidente all’unanimità

6/8/2014 – Questa sera il nuovo Consiglio Generale ha confermato Gianni Borghi presidente della fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia. Un applauso dei tredici consiglieri, intorno alle 21,30, è stato il segnale dell’elezione. Tutto si è svolto in pochi minuti, perché la conferma di Borghi è stata proposta e votata all’unanimità.

ballerinaIl consigliere decano Leonida Grisendi ha letto la proposta concordata in precedenza dai consiglieri, e il voto (a scrutinio palese) non ha riservato sorprese. Era assente il neo consigliere Romano Sassatelli, primario del Santa Maria Nuova, designato dal sindaco di Reggio, che però ha votato per telefono, seguendo sempre in collegamento telefonico l’intera seduta.

È la prima volta dalla nascita della fondazione Manodori che il presidente viene eletto all’unanimità. Una situazione completamente diversa, persino inattesa, con la ricomposizione tra le diverse forze in campo, soprattutto rispetto alla precedente tornata in cui Borghi uscì eletto con lo scarto di un solo voto, in un clima di scontro frontale.

Anceschi e altri consiglieri hanno fatto notare che è anche un riconoscimento alla capacità di Borghi di mediare e smussare gli angoli, risalendo la china da una situazione interna difficile.

Sullo sfondo si intravedono i contorni di un patto tra i maggiorenti politici e imprenditoriali della città, che forse anticipa un cambio di passo e di atteggiamento culturale sulle grandi scelte della città.

Qualcuno potrebbe chiamarlo inciucio, o semplicemente accordo di potere, ma è pur vero che nei momenti di grande crisi l’idem sentire e il senso di responsabilità sono sempre i benvenuti.

Resta sullo sfondo il problema di una completa trasparenza nella gestione della Manodori. Numerosi informazioni ancora oggi non arrivano al grande pubblico. Ancora oggi, a differenza di altre Fondazioni, nel sito internet non è disponibile l’elenco completo delle erogazioni.

“Ringrazio tutti i consiglieri per la fiducia che mi hanno concesso: specialmente i nuovi consiglieri, che mi hanno votato praticamente a “scatola chiusa” – ha detto Borghi ai giornalisti subito dopo la rielezione -. Credo che sia stato riconosciuto il lavoro svolto in questi anni, partendo dalla situazione che tutti conoscete, con difficoltà esterne e interne.

Abbiamo diversificato il patrimonio, riducendo il rischio e guadagnandoci, abbiamo modificato lo statuto e rifatto i regolamenti interni, abbiamo portato avanti il progetto di palazzo Da Mosto. È contato molto, a mio parere, lo stile con cui ci siamo confrontati col territorio. A questo proposito considero il voto dei rappresentanti del Comune e della Provincia come un segnale di collaborazione davvero importante. Continueremo su questa strada per realizzare ciò che non è ancora arrivato a compimento, e nuovi progetti come la Fondazione di comunità”.

Di cosa si tratta? “Daremo vita a una fondazione diversa da questa, gestita da persone diverse, che concentrerà risorse e impegni su pochi progetti ben mirati. Le conferiremo una dotazione di capitale ancora da decidere, inoltre raddoppieremo ogni finanziamento aggiuntivo esterno”.

Per la verità non è ancora chiaro perché ci sia bisogno di un fondazione-bis: vi conterà di più la politica, l’imprenditoria o le formazioni sociali?

In ogni caso, Borghi scommette che “al termine di questo lavoro la Manodori si posizionerà a un livello elevato fra le fondazioni di medie dimensioni”.

Non c’è il rischio che col nuovo Statuto gli enti locali mettano in discussione l’autonomia della fondazione? “Nessun rischio – ha risposto il presidente – se chi entra in Consiglio saprà mettere il bene comune prima degli interessi di parte. Già stasera, con il voto unanime, crediamo di aver dato l’esempio di un metodo di lavoro che può valere per l’intera città”.

La Manodori continuerà a diversificare il patrimonio? “Non lo escludo – ha dichiarato Borghi – anche se la concentrazione del nostro portafoglio è nella media delle fondazioni. Vedremo. D’altra parte oggi l’investimento in Unicredit, che è una banca di dimensioni europee e sta tornando a dare risultati anche in Italia, è tra i più forti. L’importante per noi è vedere i dividendi”.

Nella prossima seduta, il consiglio generale dovrà nominare un nuovo membro per il posto lasciato libero da Borghi. Sarà un donna, perchè la scelta sarà quasi certamente tra Cristina Strozzi e Maria Licia Ferrarini, indicate, come Borghi, nella terna del Cis-Unindustria.

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CHI SONO I CONSIGLIERI DELLA MANODORI

Il nuovo consiglio generale della Fondazione Manodori è così composto:
Gino Mazzoli e Romano Sassatelli, designati dal Comune di Reggio Emilia;
Leonida Grisendi e Rita Tedeschi, designati dalla Provincia di Reggio Emilia;
Ivan Lusetti e Paolo Pignoli, designati dalla Camera di Commercio;
Walter Vezzosi, designato dagli Albi dei Medici e Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Reggio Emilia, sentiti Ausl e Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova;
Diego Noci, designato dalla Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla;
Enea Burani, designato dal Forum del Terzo Settore, dal Centro Servizi per il Volontariato e dal Forum delle associazioni Familiari di Reggio Emilia;
Domenico Lo Fiego, designato dall’Università di Modena e Reggio Emilia;
Armando Anceschi e Valeria Prampolini nominati dal Consiglio Generale della Fondazione Manodori.

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