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Iren, tre sindaci la cantano a Profumo: “Tagliare gli stipendi ai top manager, basta appalti al massimo ribasso”

12/8/2014 – Appalti al massimo ribasso che mandano in tilt i servizi. Mega assegni ai top manager, e compensi agli amministratori, da tagliare ulteriormente. Disboscare la jungla delle società di secondo livello. Tagliare la pletora dei dirigenti.

Sono alcune delle richieste formulate senza troppi giri di parole in una lettera indirizzata al presidente di Iren, Francesco Profumo, e firmata da tre sindaci del reggiano: Andrea Tagliavini di Quattro Castella, Nico Giberti di Albinea e Mauro Bigi di Vezzano sul Crostolo.

Una lettera col piglio dell’opposizione, a conferma del malcontento sempre più diffuso fra i sindaci del Reggiano che hanno dovuto fronteggiare l’ondata di proteste popolari per il caro bollette, mentre Iren ha una struttura pesante, che a molti appare pletorica. Senza contare le comsulenze a politici più o meno in disarmo.

Il testo della lettera circola da giorni catturando consensi fra gli amministratori del territorio reggiano, e altre firme potrebbero unirsi a quelle di Tagliavini, Giberti e Bigi.

Nel testo, pubblicato a stralci dal Carlino Reggio, viene affrontato in prima battuta il tema dei ricchi emolumenti al top management, nell’ottica della spending review.

Scrivono i sindaci: “Riteniamo si debba passare a una seconda
fase di analisi/riduzione dei compensi al top management e dei compensi ai componenti del consiglio di amministrazione. Ancora troppo numerosa è la compagine aziendale dei dirigenti… Riteniamo non rinviabile la trasformazione delle società di secondo livello in divisioni aziendali per una maggiore integrazione”.

Centrale il j’accuse sugli appalti: “Iren ricorre ancora ad appalti al massimo ribasso sia per il servizio raccolta rifiuti sia per lavori stradali ed altro.
Questa modalità di selezione delle ditte… spiazza le aziende che lavorano correttamente e a regola d’arte e avvantaggia aziende che risparmiano su materiali, lavorazioni e personale.
Un esempio dei problemi creati da questo tipo d’appalto è l’assegnazione nel 2013 della raccolta vetro a una ditta assegnataria al massimo ribasso che non è nemmeno riuscita a partire con l’attività, creando così un vuoto di gestione che ha creato per mesi disservizi importanti sulla raccolta vetro”.

Inoltre i sindaci di Albinea, Quattro Castella e Vezzano lamentano costi di progettazione delle opere troppo elevati, con valori “sopra la norma” rispetto agli importi disponibili.

Nel contempo chiedono la riduzione delle partecipazioni azionarie (“di cui i soci non dispongono di informazioni adeguate”) e di conoscere i valori di scorporo degli asset del servizio idrico.

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7 risposte a Iren, tre sindaci la cantano a Profumo: “Tagliare gli stipendi ai top manager, basta appalti al massimo ribasso”

  1. carlo baldi Rispondi

    12/08/2014 alle 16:36

    Conosco i Sindaci di Albinea e 4 Castella e li apprezzo. Questa iniziativa rafforza la mia stima nei loro confronti. Infatti i Sindaci rappresentano i cittadini e devono avere il coraggio, come questi, di difendere la collettività ed , anche errando
    , esprimere liberamente la loro opinione , specie sulla conduzione delle società partecipate. Si fanno certamente onore ed abituano a cambiare il passo ed a rompere le strutture di potere. Se ciò nel passato fosse avvenuto, avremmo evitato anche nel nostro territorio distruzioni di ricchezze ed inefficienze.

  2. Enrico Bini Rispondi

    12/08/2014 alle 19:50

    Condivido quello che hanno scritto.li sosterrò alla prima riunione utile.

  3. Sergio Rispondi

    12/08/2014 alle 22:55

    Mi pare che il problema non sia solo IREN. Non so nel mondo, ma in Italia tutte le aziende di una certa dimensione sono strutturate così. Da questo intuisco che sotto c’è un disegno che, a mio avviso, serve a rompere l’equilibrio della nostra società. Tanto denaro nelle mani di pochi (magari anche con scarse capacità); tante persone alla fame che debbono lavorare sempre di più per stipendi sempre più ridotti e servizi sempre più inadeguati.
    E’ questo che fa paura. Fosse un’azienda sola il caso si risolverebbe presto…

  4. Romano Albertini Rispondi

    13/08/2014 alle 07:48

    Buona l’iniziativa ma vorrei scrivessero anche ai loro predecessori chiedendo come hanno fatto a portare la vecchia Agac in questa situazione solo x ubbidire agli apparati di potere che giustamente ora contestano.
    Iren non era di Profumo ma nostra.

    • Pierluigi Rispondi

      14/08/2014 alle 08:19

      Ha ragione

  5. Giorgio Cassinadri Rispondi

    14/08/2014 alle 19:22

    Ho avuto il piacere di conoscere Tagliavini a seguito di un altro suo articolo in cui sosteneva la necessità dei tagli, sia lui che gli altri sindaci hanno pienamente ragione, e sacrosanta è la loro richiesta che sarebbe finalmente ora di accogliere vista la spropositata cifra impiegata per stipendi che definire lunari è puro eufemismo. Cosa giustifica infatti uno stipendio di oltre cinquecentomila euro all’anno? Quante ore al giorno occorre lavorare e quanti giorni all’anno? E per ottenere quali risultati poi, i cittadini si trovano a pagare bollette sempre più care e attraverso il paravento che “così ha deciso l’authority per l’energia”, il che è tutto un programma quasi meglio di un film di Totò, si frammentano le voci nelle fatture di modo che per comprenderle è necessaria una laurea in legge, e forse manco basta.
    Il dato sostanziale però è quello che risulta a piè di pagina e non si può non pensare che ci sono dirigenti in sovrannumero e con stipendi ingiustificabili, ciò rende il cittadino un suddito in balìa di un monopolio sempre più angosciante.
    La struttura Iren ha consentito uno smisurato allargamento della classe manageriale, ovvero dirigenti al servizio della collettività, tanto per evitare anglismi fuorvianti, e la sensazione è di aver regalato ad altri un patrimonio importante della nostra città, qual era la vecchia Agac divenuta poi Enìa. Il proliferare dei dirigenti e dei loro lauti stipendi ha fatto il resto, e oggi vediamo questa società a maggioranza pubblica che pare tutelare solo gli interessi dei suoi dirigenti incurante di aver creato poltrone ad hoc per parte di loro, con molta probabilità completamente inutili visti i disastrosi risultati delle ultime gestioni.

  6. Il servizietto Rispondi

    18/08/2014 alle 09:45

    Anche le prostitute di colore alla Bruciata, se le paghi, ti fanno lo ‘spettacolino’.
    Insomma l’ipocrisia regna sovrana e del resto, a ben pensarci, gli ipocriti è giusto che paghino sempre di più.
    ….

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