12/8/2014 – Fecondazione eterologa, l’assessore regionale alle politiche della Salute, Carlo Lusenti, insiste: necessario un comportamento univoco a livello nazionale, con regole certe per tutti, e al più presto. Per questo ha chiesto oggi la convocazione a breve della conferenza degli assessori alla sanità.
“Siamo consapevoli e convinti che occorra fare in fretta – ha dichiarato Lusenti a proposito della sentenza della Corte Costituzionale – Ma pensiamo anche che sulla vicenda della fecondazione eterologa serva un provvedimento – linee guida o decreto che siano – che garantisca uniformità delle procedure a livello nazionale, certezza delle regole e sicurezza per la salute di chi affronta questa scelta. E di questa opinione sono anche le principali associazioni e società scientifiche di ginecologia, che proprio oggi hanno reso noto la loro opinione in merito”.
L’assessore Lusenti ha scritto proprio oggi al collega della Regione Veneto, Luca Coletto, coordinatore degli assessori regionali alla sanità, per chiedere la convocazione a breve della Commissione salute, con l’obiettivo “di poter disporre, entro la prima settimana di settembre, di una proposta unitaria da sottoporre al Ministro per una regolamentazione uniforme su tutto il territorio nazionale”.
“Vogliamo – chiarisce Lusenti – che a settembre le linee guida siano già pronte, per dare una risposta alle coppie in attesa, la cui legittima aspettativa non può essere vanificata a questo punto da inutili ed esasperanti dilatazione dei tempi, che la Regione Emilia-Romagna non accetterà”.
“La disparità che, in assenza di un quadro normativo nazionale, rischia inevitabilmente di crearsi tra la sanità pubblica (che resterebbe ferma) e quella privata (determinata a procedere comunque) – conclude l’assessore – è per noi intollerabile, soprattutto perché parliamo di un diritto e di
una scelta che hanno a che fare con la salute e che non può dipendere dalle disponibilità economiche dei singoli”.
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POLLASTRI (FORZA ITALIA): BENE LA PRUDENZA DI LUSENTI. ORA VALUTARE IL BLOCCO TOTALE
12/8/2014 – Fecondazione eterologa, Forza Italia plaude alla posizione di prudenza assunta dalla Giunta regionale. Il consigliere Andrea Pollastri (FI-PdL) ha accolto positivamente la decisione dell’Assessore alla Salute Carlo Lusenti di sospendere, almeno temporaneamente, la fecondazione eterologa presso le strutture sanitarie emiliano-romagnole, evitando la fuga in avanti della Regione Toscana.
L’azzurro plaude anche all’esortazione, da parte dell’Assessore, affinchè il Ministero detti linee guida univoche per tutto il territorio nazionale “per assicurare la fruizione di un diritto, pertinente alla sfera della salute, in condizioni di uniformità su tutto il Paese, ed evitare il rischio di una variabilità da Regione a Regione”.
Pollastri ricorda di aver rivolto un invito in tal senso già due anni fa, quando, con un’interrogazione, aveva chiesto alla Giunta di condividere con le altre Regioni il processo di definizione di nuove linee giuda: poco prima di cadere, infatti, il Governo Berlusconi stava lavorando a questo documento, rimasto, però, incompiuto, e “messo nel cassetto” dall’Esecutivo guidato da Monti. Pollastri aveva, quindi, sollecitato la nostra Regione a prendere l’iniziativa fungendo da coordinatore.
Anche allora, nella risposta, Lusenti si era detto disponibile a fare la propria parte, ma – afferma Pollastri – “le sentenze degli ultimi mesi hanno duramente colpito la legge sulla fecondazione assistita, aprendo nuovi fronti interpretativi e consentendo cose, prima vietate, come l’eterologa, che suscitano dubbi ed incertezze etiche, giuridiche e scientifiche”.
“I cittadini italiani – ha commentato il consigliere azzurro –, bocciando sonoramente un referendum nel 2005, hanno detto no alla fecondazione eterologa: l’auspicio è che il Ministero sia coerente con quel pronunciamento e confermi, malgrado il parere della Corte Costituzionale, il divieto ad eseguire questa pratica.”
“Spero altresì – conclude – che anche la prossima Amministrazione Regionale, a prescindere dalle decisioni che prenderà il Ministero, confermi comunque, qualora ci sia un margine operativo da parte delle Regioni, il fermo diniego all’eterologa nelle strutture sanitarie pubbliche e convenzionate, per evitare che il diritto alla genitorialità si trasformi in un mercimonio, dai confini poco chiari, di embrioni che, è bene ricordarlo, sono a tutti gli effetti esseri umani”.