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Comincia la guerra a contraffazioni e abusivismo. Vertice in Prefettura

13/8/2014 – Scatta anche a Reggio Emilia la campagna ordinata dal ministro Alfano per sradicare la piaga dalle contraffazioni che tanti danni provoca al Made in Italy e al commercio regolare.

Senza parlare del turismo: il ministro dell’Interno è stato bersagliato dal Pd per aver detto “ripulirò le spiagge dai vù cumprà”, ma nessuno può negare che l’invasione degli ambulanti abusivi abbia raggiunto e superato soglie patologiche non più sopportabili dal turismo e dai turisti, che sono oggi la principale ricchezza del Paese.

A Reggio Emilia il problema non assume le dimensioni parossistiche della Riviera (anche grazie alle denunce e alle campagne condotte dall’ex presidente camerale Enrico Bini col sostegno delle varie categorie) ma è comunque esteso anche all’interno delle reti commerciali e nei laboratori tessili.

Oggi al giro di vite contro l’abusivismo commerciale e le contraffazioni ha dedicato una riunione il Comitato Provinciale per l’ordine e la Sicurezza Pubblica convocata in Prefettura a Reggio Emilia.

“La questione è stata portata all’urgente attenzione dei Prefetti dal Ministro dell’Interno – precisa una nota della Prefettura diffusa in serata – che, con apposita direttiva dell’8 agosto scorso, ha sottolineato l’esigenza di una efficace azione sinergica volta ad esercitare una rafforzata attività di controllo del fenomeno, con particolare riguardo alla commercializzazione di prodotti non originali immessi nel mercato con conseguenze negative per la libera e corretta concorrenza nonché con possibili rischi per la salute del cittadino a causa dell’utilizzo di prodotti di bassa qualità o addirittura nocivi”.

All’incontro sono intervenuti i vertici delle Forze di Polizia, dei rappresentanti del Comune capoluogo e della Polizia municipale nonché della Provincia.

“Pur considerando che il fenomeno in questa provincia non ha fatto registrare sinora situazioni critiche di particolare rilievo, sono stati presi in esame i vari settori che,  in ambito commerciale ed in relazione alle specificità locali del territorio, richiedono maggiore attenzione” senza escludere anche il fenomeno della contraffazione alimentare “sul quale già con precorse attività del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sono state poste in essere iniziative di monitoraggio e di prevenzione”.

E’ stata confermata da parte di tutti “la massima operatività e la predisposizione di servizi mirati tenendo conto anche dei calendari delle manifestazioni fieristiche  e dei mercati nelle varie località della provincia durante i quali potrebbe più verosimilmente verificarsi il fenomeno dell’abusivismo commerciale”.

È stato chiesto un impegno particolare alle polizie locali alle quali è demandato per legge il controllo dell’osservanza delle prescrizioni in materia di commercio.

” Si è altresì preso atto delle attività a cura della Guardia di Finanza, competente in particolare sui controlli in materia amministrativa e fiscale e delle altre Forze di Polizia attraverso i propri reparti specialistici nonchè dei servizi periodicamente effettuati dalla Polizia Municipale di Reggio Emilia con il supporto delle strutture sanitarie”.

In sostanza ciascuno dovrà fare la sua parte in una campagna capillare che nelle premesse dovrebbe una volta per tutte mettere le briglie, sino a emarginarlo del tutto, a un problema diventato una piaga del mercato globale di cui fa le spese soprattutto il made in Italy. Non si tratta solo di borse, griffe, capi d’abbigliamento. La contraffazione colpisce in modo scandaloso il parmigiano reggiano, il prosciutto, il vino, le macchine utensili.

Del piano anti abusivi e anti contraffazione tornerà a occuparsi il Comitato per l’ordine pubblico. Ufficialmente non si è parlato del commercio cinese, ma è evidente che i controlli andranno a mettere il naso in bazar, magazzini e laboratori tessili.

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