di Dario Caselli
Arriverà, la Troika arriverà, quando arriverà, questo non si sa.
Certo non arriverà fin che la barca va, fino a che l’Italia sarà presidente di turno, fino a che si scoprirà la bufala dei tagli alla spesa, delle 5 auto blu vendute e delle 150 comprate, della ripresa economica. Soprattutto fino a che brillerà in Italia il sole delle riforme patacca, sole già tramontato in Europa.
L’economista americano Mody’s dice che nel 2015 dovremo ristrutturare il debito, vero, falso? Sarebbe bene che Renzi si pronunciasse e smentisse, cifre alla mano, per ora accontentiamoci di sapere che il debito è arrivato a 135% sul Pil e che quest’ultimo aumenterà di uno 0,2%. Sarebbe anche ora di dire agli Italiani che non solo non ci consentiranno di sforare il deficit del 3%, ma che abbiamo inserito il pareggio di bilancio in Costituzione e quindi non dovremo sforare per niente.
Però è estate, non bisogna annoiare le spiagge affollate, le letture annoiate, raffreddare le passioni sbocciate, per cui avanti con le forme, pardon le riforme della Boschi, il filosovietismo della Mogherini e la retorica del Grande Paese. il nostro Tartarino di Firenze ha battuto i pugni sul tavolo, ma erano solo pugnette, pardon canzonette, all’italiana: “Voglio Federica, non nominerò mai Letta, perché non lecca”.
Insomma, l’Europa, il mondo, come Firenze- Pontassieve, in Ucraina si muore per il risiko globale, da noi il problema è mettere Chiamparino presidente della Conferenza delle Regioni al posto di Zingaretti.
Conserviamo la speranza di svoltare, ma non vogliamo annegare nel gran mare del conformismo, del renzismo come pensiero politicamente corretto.
Troppi caffè corretti con grappa danno una piacevole euforia, ma lasciano un gran mal di testa.