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Lo spaccio ora è a domicilio. Appello dei Carabinieri ai genitori: “Denunciate, garantiamo l’anonimato”

5/8/2014 – Un tempo a casa ti portavano al massimo la pizza. Poi con l’ e-commerce sono arrivate le scarpe comprate su internet, con tanto di urla di piacere. Ora l’ultimo grido è la droga a domicilio, e non è una moda passeggera: la geografia dello spaccio di droga a Reggio Emilia sta cambiando in profondità.

newsDalle piazze e dalle strade del degrado, si sposta progressivamente verso gli appartamenti al riparo da occhi indiscreti, o addirittura verso le camere d’albergo, come dimostra l’arresto di tre orientali che custodivano, proprio nella stanza di di hotel del centro, metanfetamine per l’equivalente di 400 mila dosi della famigerata ICE.

Secondo le analisi più recenti del comando dei Carabinieri, frutto di un monitoraggio in atto da mesi, lo spaccio si sta trasferendo armi e bagagli negli androni condominiali e nelle abitazioni private, elette a nuovi centri di smistamento della “roba”, e contemporaneamente prende piede la consegna a domicilio nelle abitazioni dei clienti, o in luoghi indicati da loro.

Cellulari, Internet mobile, videosorveglianza delle strade e presidio del territorio hanno fatto esplodere un fenomeno marginale sino a qualche tempo fa. Ciò non significa che la filiera dello spaccio abbia abbandonato piazze e marciapiedi, ma la nuova tendenza è conclamata.

Se fino alla fine degli anni 80 – si rileva – la geografia dell’anello finale della filiera dello spaccio, ovvero la consegna della dose al tossicomane, avveniva tipicamente all’aperto, in zone di solito periferiche, oppure in locali pubblici frequentati dalla malavita, negli anni successivi il business della vendita di stupefacenti si è spostato in piazze e vie centrali delle città e nei parchi pubblici.

Ora le indagini condotte dai Carabinieri rivelano un fenomeno sostanzialmente nuovo: l’estensione della domanda sta portando ad un sistema di vendita frammentato sul territorio urbano con gli spacciatori raggiunti via telefono o internet (WhatsApp su tutti) che si premurano di curare le consegne “a domicilio” dei clienti o, meglio ancora, di riceverli a casa. In questo modo il mercato avviene dentro mura amiche lontano sia dagli occhi indiscreti delle pattuglie, sia dalle sempre più numerose telecamere che video-sorvegliano la città.

A confermarlo anche gli ultimi due arresti, in ordine cronologico, di altrettanti cittadini ghanesi, operati lo scorso mese di luglio dai Carabinieri di Reggio Emilia nel quartiere Foscato. I due, che avevano tra la propria clientela diversi soggetti della ‘Reggio bene’, operavano con un vero e proprio servizio a domicilio.

“Le indagini mostrano che il fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa pensare” – dice il colonnello Zito, comandante provinciale dei Carabinieri – “Lo spaccio avviene sotto gli occhi dei cittadini che bene farebbero, anche in forma anonima, a segnalare ogni tipo di movimento sospetto al 112 per le verifiche del caso”.

Aggiunge il colonnello: “Un aiuto potrebbe giungere anche dai genitori che sono a conoscenza del consumo di stupefacenti dei loro figli. Le loro segnalazioni saranno garantite dall’anonimato e consentirebbero non solo interventi di natura repressiva, ma soprattutto un’attività di sostegno ed indirizzo per le stesse famiglie che troppo spesso vivono da sole il dramma della droga”.

Le nuove modalità inoltre riguardano tutti i tipi di droga: se prima le aree aperte consentivano di procedere ad una mappatura dello spaccio (potendosi affermare che ad esempio al Parco del Popolo si vende in prevalenza marjuana o hascisc, rispetto a Via Turri dove la cocaina la fa da padrona), lo stesso non si può dire dello spaccio a domicilio, dove in veri e propri market clandestini si può acquistare un po’ di tutto.

Ciò non toglie che le usuali aree di spaccio continuano ad esistere. Anzi, ai soliti ritrovi di spaccio (centro storico, zona stazione, Coviolo e Rosta Nuova), che comunque permangono aree sensibili per la vendita di sostanze stupefacenti, si stanno aggiungendo, come rivelano sempre le indagini dei Carabinieri reggiani, nuovi luoghi di spaccio come le zone dello stadio, delle piscine e dei centri commerciali (i Petali e l’Ariosto), l’area del Crostolo: vale a dire zone fortemente frequentate, dove le attività di spaccio danno meno nell’occhio.

Dall’inizio dell’anno i Carabinieri hanno condotto 32 operazioni antidroga con l’arresto di 17 pusher, la denuncia in stato di libertà di 25 persone e la segnalazione quali assuntori di stupefacenti di 54 giovani.

Complessivamente si è proceduto al sequestro di oltre due chili e mezzo di stupefacenti tra eroina, cocaina, hascisc, marjuana e metanfetamine.
In definitiva, di fronte alle nuove strategie criminali, cambiano anche i sistemi investigativi: il momento della cessione non può essere più centrale, come lo era un tempo, nelle politiche e nelle strategie repressive antidroga.

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