4/7/2014 – Qualcosa di insolito in questo inizio d’estate reggiana. Una festa in piazza. Ma questa è una festa strana. Fatta da gente che non organizza eventi per mestiere, né per abitudine. E’ gente che lavora, ha famiglia, corre, fatica, come tutti noi. «E’ gente – dicono gli organizzatori – che vive un’esperienza così interessante e potentemente umana da volerla condividere con tutta la città».
Un’esperienza che ha unito persone provenienti da varie associazioni e movimenti (Associazione Happening, Comunione e Liberazione, Azione Cattolica diocesana, Forum delle Associazioni Familiari, Comunità Beatitudini, Sentinelle in Piedi, Movimento per la vita, Fondazione Banco Alimentare, e altre…), «creando una strana e bella unità».
“Cosa riaccende la speranza?”, è il titolo della festa di domani sabato 5 luglio in Piazza Prampolini a Reggio Emilia. Una festa che unisce diversi movimenti della Chiesa reggiana.
La festa durerà tutta la giornata: la Messa di apertura in Cattedrale alle 9.00 darà il via a una serie di attività ed incontri per tutti, grandi e piccoli: animazione per bambini, percorsi guidati di arte e bellezza in Duomo e Battistero, lezioni di softball per ragazzi, una grande Caccia al Tesoro per le vie del centro; fino all’incontro pubblico delle 18.30, in cui alcune testimonianze a confronto renderanno ragione del titolo della festa e proveranno a documentare come sia possibile oggi la speranza fra gli uomini, fra noi, nelle realtà in cui viviamo.
Gli organizzatori promettono che, fra tante preoccupazioni e musi lunghi che si vedono in giro, “la gioia e l’unità saranno le note dominanti dell’incontro”. Gran finale alle 21,30 col concerto di musica irlandese della Sham Rock Band alle 21.30. La festa, naturalmente è per tutti, anche i mangiapreti.
carlo
08/07/2014 alle 14:55
Mancando la classe politica ci prova la Chiesa a riaccendere la speranza! Come sempre ognuno tira l’acqua al suo mulino, anche se ” per riaccendere la speranza” occorre un impegno di tutti ed in primis della classe politica, da quelli cioè che hanno il compito di coordinare e condurre la società al di sopra di ogni credo religioso e partitico.