9/7/2014 – Per sette anni, a partire dal 2007, un 44enne reggiano, Gian Luca Bertani, ha sottoposto a ogni genere di angherie padre, madre e sorelle, che vivevano nella stessa palazzina, nel comune di Reggio, ma in appartamenti diversi.
Dopo l’ultimo episodio è finito in carcere, e in carcere, dopo aver patteggiato 3 anni e 4 mesi, ci resterà. Lo ha deciso questa mattina il giudice Antonella Pini Bentivoglio, in un processo nel corso del quale l’uomo è stato assistito dall’avvocatessa Annalisa Bassi.
Le imputazioni contro di lui traducono giuridicamente una lunghissima serie di episodi che sono avvenuti in quella palazzina: maltrattamenti, lesioni per botte alla madre e alle sorelle, minacce, anche di morte, ed anche estorsione, per aver ripetutamente preteso dal padre, con la violenza, modeste somme di denaro, tipo 5 euro.
Atteggiamenti vessatori non provocati da droga o da alcol, ma da motivi inspiegabili, almeno all’esterno del nucleo familiare. Al di fuori di questo l’imputato, infatti, ha sempre avuto comportamenti normali. Questa mattina si è detto pentito di quanto ha ripetutamente fatto, ed ha chiesto scusa.
Il patteggiamento è stato stabilito con il pm Maria Rita Pantani, che si era occupata dell’incredibile vicenda. L’avvocatessa Bassi si riserva, più avanti, di chiedere una misura meno restrittiva del carcere.