24/7/2014 – Il primo atto amministrativo veramente rilevante del sindaco di Reggio Luca Vecchi riguarda i rifiuti.
La nuova amministrazione cambia radicalmente strategia: massima accelerazione alla raccolta domiciliare, col differenziato spinto (sul modello Parma) che sarà esteso a tutta alla città nel 2016 sino ad arrivare alla tariffa puntuale (ciascuno pagherà in base a quello che smaltisce).
Di conseguenza il nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, che sorgerà tra Gavassa e Prato di Correggio, non dovrà più ridurre la frazione organica, ma solo la secca residua.
Sarà notevolmente più piccolo, produrrà meno puzza (si spera quasi zero) e costerà 35 milioni anzichè 50.
L’obiettivo nell’arco dei 5 anni di legislatura è superare a Reggio il 70% di raccolta differenziata. I rifiuti organici saranno smaltiti in “apposito impianto”, anche se non si specifica quale: l’inceneritore di Parma? La discarica di Poiatica, o che altro?
E’ comunque questo per grandissime linee il piano annunciato dal sindaco Vecchi e dall’assessore Mirko Tutino. E scusate se è poco.
In settembre, hanno assicurato, saranno coinvolti il consiglio comunale e i cittadini. Resta il fatto che tutto è già deliberato escludendo il consiglio comunale, anche se di certo se n’è discusso nel Pd. Il decisionismo, come una sciarada, tende a trasformarsi in cesarismo. (p.l.g.)
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Ecco il comunicato diffuso dal Comune
Il nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati previsto nello sviluppo dell’area produttiva di Prato-Gavassa, a completamento del ciclo di recupero e smaltimento dei rifiuti, opererà nell’ambito del solo trattamento meccanico e non più del trattamento meccanico e biologico, come previsto inizialmente.
L’impianto passa quindi dalla versione Tmb (trattamento meccanico biologico) alla versione Tm (trattamento meccanico), sulla base di una revisione progettuale approvata dalla Provincia di Reggio Emilia e concordata con il Comune attraverso due recenti delibere.
Ad annunciarlo sono stati oggi il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessore comunale a Infrastrutture del territorio e Beni comuni Mirko Tutino.
“Il Tm è un impianto dalle caratteristiche tecniche evolute che ci permette di chiudere il ciclo dei rifiuti e di gestirne la filiera in maniera integrata e innovativa”, ha detto il sindaco.
“Si tratta di una scelta da abbinare all’estensione graduale a tutta la città della raccolta domiciliare tramite un suo riadattamento, rispetto al quale inizieremo il confronto in maniera partecipata con il Consiglio comunale e i cittadini a partire da settembre. Abbiamo come obiettivo arrivare oltre il 70% di differenziata nell’arco del mandato.
Crediamo che la soluzione che unisce Tm e differenziata sia lungimirante e possa essere esempio per altre realtà anche in un’ottica di spegnimento dei termovalorizzatori, come noi abbiamo fatto con l’inceneritore di Cavazzoli”.
“Grazie ai risultati raggiunti con la differenziata sono venuti meno i numeri per realizzare sul nostro territorio un termovalorizzatore da aggiungere agli otto già presenti in regione – ha detto l’assessore Tutino – Dobbiamo ora puntare a superare la quota del 60% di differenziata estendendo la raccolta domiciliare a tutta la città, cosa che ci permetterà, quando saremo a regime, di ragionare in termini di premialità tramite tariffa puntuale.
Già oggi abbiamo una tariffa di smaltimento sotto i 150 euro a tonnellata, ovvero meno di un inceneritore, e senza gli impatti di un inceneritore”.
Il nuovo impianto Tm, grazie a un’elevata tecnologia di riconoscimento e selezione dei materiali tramite lettori ottici e magneti, ha aggiunto Tutino, “permetterà un ulteriore recupero di materia dall’indifferenziato”.
IL NUOVO IMPIANTO
Il nuovo impianto TM meno B che entrerà in esercizio nella seconda metà del 2016, tratterà quindi solo la frazione secca dei rifiuti indifferenziati prodotti nella provincia di Reggio, mentre la frazione organica verrà inviata a un impianto specializzato per questa funzione.
Il rifiuto secco residuo (ciò che rimane a valle di una raccolta differenziata che dovrà superare – a regime – il 75% su base provinciale) arriverà quindi nell’impianto di Gavassa, dove in prima istanza verrà individuata e separata l’eventuale componente contenente materia organica (da inviare ad apposito impianto in base alla pianificazione regionale) e in secondo luogo verranno selezionati altri materiali recuperabili come ferro, alluminio o componenti plastiche. Obiettivo dell’impianto è incrementare la quantità di rifiuti da avviare a recupero e diminuire quindi la quantità da inviare allo smaltimento finale.
In merito si prevede: il recupero di materia da riutilizzare pari al 40% del rifiuto che entra, la trasformazione in materiale biostabilizzato (da utilizzare come strato di copertura di discariche già esistenti) di un altro 40% e
l’invio a smaltimento di circa il 15% del rifiuto iniziale, cioè meno delle scorie generate da un inceneritore. Le scorie di un inceneritore, peraltro, in parte sarebbero state trattate come rifiuti tossici.
Secondo le stime l’impianto tratterà inizialmente circa 105mila tonnellate di materia indifferenziata e 12mila tonnellate di rifiuti ingombranti l’anno. A regime, una volta che la raccolta differenziata porta a porta arriverà a oltre metà della popolazione provinciale, saranno solo 87mila le tonnellate di indifferenziato che il Tm dovrà trattare.
Il nuovo Tm, oltre a essere tecnologicamente avanzato rispetto al recupero di materia (la cosiddetta “Fabbrica dei Materiali”), comporterà una riduzione complessiva degli impatti ambientali rispetto all’ipotesi del Tmb, in relazione sia agli odori che ai volumi del progetto, con un risparmio di circa 10mila metri quadrati coperti in meno. Anche i costi dello stesso impianto vengono ridotti.
A riguardo Iren ipotizza che la modifica progettuale riduca i costi complessivi da circa 53 a 35 milioni di euro, cifra che dovrà essere verificata da Atersir (Agenzia regionale per il servizio idrico e i rifiuti) per la definizione della gara di appalto per la realizzazione dell’impianto.
Rispetto ai tempi entro fine 2014 saranno aggiudicati i lavori attraverso bandi di gara per le diverse componenti. Si prevedono 18 mesi per il completamento dei lavori.
EVOLVERE IL MODELLO REGGIO
Reggio e il suo territorio negli ultimi anni hanno realizzato un modello avanzato di politiche che costituisce un punto di riferimento nazionale, osserva ancora l’amministrazione.
Reggio Emilia è al primo posto per raccolta differenziata in Italia, fra i Comuni con più di 150.000 abitanti, con il 59% dei rifiuti avviati al riciclo (erano il 44% nel 2004). Non è pensabile andare oltre questi risultati con l’attuale modello di raccolta.
“Il programma della nuova Giunta comunale prevede di andare oltre ed estendere il servizio di raccolta domiciliare a tutta la città.
Il programma di mandato della Giunta prevede anche l’introduzione della tariffa puntuale su tutto il territorio cittadino. Per arrivare a questo risultato si intende proporre, a partire da settembre, un dibattito alla Commissione consiliare competente.
L’obiettivo è quello di verificare e approfondire tutte le valutazioni (anche critiche) sul modello esistente e affrontare, attraverso un ampio confronto con il Consiglio comunale, le parti imprenditoriali, sociali, professionali e i cittadini, l’estensione del servizio di raccolta porta a porta su tutto il territorio.
Un analogo percorso ha prodotto ottimi risultati in diversi comuni della provincia dove si è raggiunto e superato l’80% di raccolta differenziata”.
Carlo
25/07/2014 alle 08:50
Spero almeno che si realizzi da subito intorno all’impianto un ampio bosco ( ancora meglio, una foresta) per assorbire il più possibile i gas che comunque fuoriusciranno dall’impianto e che si realizzi anche una viabilità speciale per l’accesso agli automezzi.