22/7/2014 – Mercoledi 23, alle ore 19, commemorazione dei martiri della Fornace, a Cà de Caroli di Scandiano. L’iniziativa è a cura di Giuseppe Pagliani e di Elena Ghiacci, capigruppo di Forza Italia a Reggio e a Scandiano.
Nel 1945 numerosi corpi, non meno di dieci, di civili uccisi dai partigiani comunisti furono gettati nella fornace di Cà dei Caroli per far scomparire le tracce dei delitti. Fra questi c’era anche un ragazzo di 15 anni, Nanni Lasagni anche lui trucidato dai partigiani.
La commemorazione quest’anno si arricchisce dei risultati di nuove ricerche. Secondo Pagliani e la Ghiacci, infatti, fu proprio l’inchiesta su Lasagni e i morti della Fornace a provocare l’attentato che poi portò alla morte Giorgio Morelli, il giovane partigiano delle Fiamme Verdi che sulla Nuova Penna, con lo pseudonimo de Il Solitario denunciava con articoli di fuoco le uccisioni dei preti e gli omicidi perpetrati da partigiani del Pci.
Scrivono la Ghiacci e Pagliani, presentando l’iniziativa: “Per ricostruire le cause della morte di Giorgio Morelli è indispensabile sottolineare che “Il Solitario” era nipote dei coniugi scandianesi Alfonso e Matilde Rossi, rapiti ed uccisi dai partigiani comunisti in data 1° gennaio 1945. I corpi secondo il racconto del Morelli ricostruito sulla “Nuova Penna”, furono gettati nella Fornace di Cà de Caroli”.
“Possiamo affermare – continuano gli esponenti azzurri – che il merito della ricostruzione di tutti i rapimenti avvenuti a Scandiano in data 1° gennaio del 1945 di Colli Riccardo, Ganassi Nello, Lasagni Pietro detto Nanni di anni 15, Mattioli Guglielmo, Montanari Giuseppe, Prati Riziero, Sacchi Bice, oltre ai coniugi Prof. Alfonso Rossi e Spadoni Matilde, è riconducibile al Morelli stesso. Tutto ciò venne pubblicato per la prima volta per merito del Morelli nel maggio del 1946“.
“Dai passi scritti dal Morelli si evince la concordanza con quanto diceva la gente”, e cioè che “alcuni dei prelevati del 1° gennaio 1945 erano stati sepolti sul Monte del Gesso presso il comune di Scandiano, dopo un anno circa esumati e gettati nella fornace di Cà de Caroli. Fra questi prelevati figurava anche Pietro Lasagni di 15 anni”.
Ebbene, Morelli svolge una inchiesta che mette in evidenza la ridda di sospetti, di supposizioni e di angosce provocata dal prelevamento e dalla sparizione del giovane.
Questa inchiesta si chiude con la pubblicazione di una lettera del CNL scandianese datata 11.06.1945, nella quale si afferma che il giovane Nanni Lasagni viene prelevato “per i troppi frequenti contatti con elementi noti per l’attività fascista”, e all’interno dello stesso documento si riporta che il CLN venne nella determinazione di trasferire in montagna il giovane Nanni Lasagni per ragioni di sicurezza.
Ma in realtà “dall’inchiesta di Giorgio Morelli si ricostruiscono le ultime ore del giovane Nanni Lasagni arrestato da un gruppo di partigiani, e assassinato dopo alcune ore dal prelevamento.
Il Morelli ricostruì queste turpi vicende inserendo nomi e cognomi dei responsabili materiali e dei fiancheggiatori dei partigiani responsabili dei rapimenti e delle successive spietate esecuzioni.
Ecco in realtà a cosa dobbiamo l’attentato al Morelli e la conseguente morte del “Solitario” avvenuta in conseguenza alle ferite subite nell’attentato”, sostengono i due capigruppo di Forza Italia.
“È bene che oltre a commemorare un eroico partigiano delle fiamme verdi si precisino anche i motivi per i quali fu tolto di mezzo da alcuni partigiani di matrice comunista – sottolineano ancora i due esponenti del centro destra -. Le amministrazioni locali di Albinea e Reggio commemorano il Morelli partigiano bianco, mentre l’Amministrazione scandianese nega la sparizione dei cadaveri dei prelevati e gettati all’interno della Fornace di Cà de Caroli, così come riportato dagli scritti del Morelli”.
La provincia di Reggio, del resto, è l’ultimo ridotto dove sopravvive la cortina di ferro. Di questo, altro ancora, si parlerà domani verso sera a Cà de Caroli, per non dimenticare i morti della Fornace.
(Pierluigi Ghiggini)