L’avvocato Pozzi vive in Thailandia con la famiglia. “Ma quali misteri, ho cambiato vita. Io non c’entro con gli affari di Gibertini”

7/7/2014 – L’avvocato Federico Pozzi sta bene, vive con la famiglia nell’isola di Koh Samui in Thailandia. Ha cambiato radicalmente vita, e oggi prende con chiarezza le distanze dagli affari di Marco Gibertini, arrestato come presunto organizzatore reggiano del giro di fatture false da 33 milioni di euro.

Lo fa con una intervista-replica alla Gazzetta di Reggio di domenica. Tiziano Soresina lo ha rintracciato attraverso l’avvocato Enrica Sassi, che tutela Federico Pozzi per questioni che dovessero insorgere in Italia.

Netta la distanza, e non solo in termini di migliaia di chilometri, dalla società Levante srl di Gibertini (ritenuta una delle cartiere del giro di fatture) che aveva sede nello studio di via Cadoppi 4. «Al di là della pallamano a Rubiera, frequentavo poco Gibertini». Del resto, Pozzi non risulta indagato nell’affare Octopus.

«La mia decisione di cambiare vita risale a parecchio tempo fa – ha spiegato alla Gazzetta – Dal luglio 2011 ho affrontato diversi viaggi in Asia (Cina, Thailandia, Filippine) per sondare il terreno in termini di opportunità di lavoro, come del resto hanno fatto altri nostri connazionali colpiti dalla crisi. Dal gennaio 2012 ho iniziato un’attività lavorativa in Thailandia. Sono impegnato nel settore alimentare. Non esiste, quindi, nessun mistero sul mio trasferimento all’estero. Non è avvenuto alla chetichella. I miei amici sapevano e sanno perfettamente dove sono e cosa faccio».

E aggiunge: «Che fossi amico di Gibertini è certamente vero, ma lo ero come lo erano anche tantissimi altri miei colleghi. Anzi, al di fuori di quelle che erano le relazioni dovute alla dirigenza sportiva della pallamano Rubiera, non c’era un rapporto di frequentazione assidua. Altri miei colleghi erano molto più legati a lui».

A proposito della società Levante srl (di Gibertini) precisa:
«La costituzione della “Levante srl” è stata fatta il 9 febbraio 2012 ed io avevo svolto, nel periodo precedente, unicamente consulenza per la sua costituzione, ed avevo acconsentito ad una domiciliazione temporanea della società presso il mio studio. Temporanea perché il mio studio sarebbe rimasto aperto non oltre il mese di aprile 2012. La domiciliazione di una società presso lo studio di un professionista è una pratica assai comune. Che cosa avrei dovuto fare, pretendere di essere informato su tutte le operazioni che la società stava facendo?».

«La mia prestazione professionale si era già esaurita prima della costituzione della società, il resto non era di mia competenza. Gli inquirenti che hanno svolto con grande diligenza un lavoro sicuramente non facile, avranno passato al setaccio anche le informazioni relative al sottoscritto, avranno controllato tabulati telefonici ed altro ancora, e se alla fine non sono stato inserito fra i 41 indagati un motivo ci sarà».

A proposito invece delle indagini di altre Procure, citate nell’ordinanza del Gip Angela Baraldi, è l’avvocato Enrica Sassi a precisare i fatti: “Sono procedimenti di Avezzano, provincia dell’Aquila, che non hanno a che vedere con Reggio e ci risultano archiviati. Riguardano l’attività svolta in passato dal mio assistito come consigliere di società.

A Pozzi non è stato, attualmente, notificato alcun avviso di garanzia per alcun reato, non ci risultano perciò indagini pendenti».

In proposito, l’avvocato Pozzi ha precisato a reggioreport.it: «I fascicoli aperti erano relativi a un incidente sul lavoro accaduto nel 2002 ad una società di cui ero consigliere delegato. Sono stato comunque assolto insieme ad altri con sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila».

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