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Casalgrande: apprensione per la sorte del gatto messo agli arresti domiciliari dopo aver morsicato una vicina

27/7/2014 – Un quindicina di anni fa un cagnolino di Reggio, piuttosto vispo, fu trascinato davanti al giudice civile per aver messo incinta la cagnolina che viveva nella casa accanto e con la quale aveva intrecciato un focosa relazione.

Oggi tocca a un gattino di Casalgrande toccare con mano, anzi con morsi, le crudezze di una legge che tutela gli umani, e giustamente, ma non ha riguardo per i diritti degli animali.

È accaduto a seguito di una denuncia presentata contro un gatto che ha morsicato una vicina. In base alla legge, il sindaco Alberto Vaccari ha emesso un’ordinanza che impone la quarantena al felino (l’equivalente degli arresti domiciliari) oltre ad accertamenti volti a stabilire se il gatto non sia portatore di malattie infettive trasmissibili all’uomo.

Leggi che hanno radici lontane, nelle epoche in cui la rabbia ancora incuteva un sacro timore, e che oggi trovano giustificazioni in altre patologie, quelle che ad esempio che possono mettere a repentaglio una gravidanza.
Come si dice, dura lex sed lex.

In linea puramente teorica il gatto potrebbe subire persino la pena capitale. Sarebbe orribile se si osasse arrivare a tanto. In ogni caso si profila una causa risarcitoria: a quante bustine di pranzetti dovrà rinunciare il micio per indennizzare la denunciante morsicata? Comunque almeno per par condicio si dovrebbe accertare se il gatto non abbia reagito, come sua insopprimibile natura, a qualche provocazione.

“Fermare un gatto può suscitare ilarità. Ma questo è l’iter da seguire. Siccome qualche giorno fa una signora è stata morsa dal gatto del vicino, con conseguente denuncia, in quanto sia la massima autorità sanitaria del Comune, ho dovuto emanare l’ordinanza”.

Un’ordinanza che dispone, da prassi (come vige il regolamento comunale di igiene pubblica), l’obbligo al proprietario di tenere in quarantena l’animale che si è reso protagonista di un morso; inoltre, deve essere avviata la procedura di cura ai veterinari dell’Ausl che devono accertare se può essere veicolo di malattie infettive e trasmissibili all’uomo. L’episodio di Casalgrande dunque è sotto il controllo dei veterinari dell’Ausl di Scandiano.

«Quando un animale a sangue caldo morde — spiega Giorgio Micagni, veterinario responsabile del servizio Ausl di Scandiano — in base ad una Legge del ’54 dobbiamo mettere sotto controllo l’animale, per accertare che non abbia trasmesso malattie, come la rabbia, che in Italia abbiamo debellata da tempo ma potrebbe ripresentarsi».

Un caso che se per la collettività può essere curioso, per i veterinari invece si tratta quasi di routine. «Non è un provvedimento straordinario — continua Micagni — ma assolutamente normale. Nove volte su dieci ad essere morsicati sono i postini o i bambini, che prendono in braccio l’animale che poi per liberarsi può mordere. E allora qui scatta il nostro controllo. Seguiamo il caso fino all’assoluta certezza che l’animale non abbia trasmesso malattie».

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Una risposta a 1

  1. BR1 Rispondi

    29/07/2014 alle 16:00

    Sono (anzi sono stato) il “carceriere” del povero micino.Volevo rincuorare tutti quelli che con tanta ansia stanno vivendo la cosa.Il gatto sta benissimo e ad oggi e’ in liberta’.La reclusione e’ stata lunga ma il prigioniero e’ stato diligente e, se non fosse stata obbligatoria la profilassi, sarebbe uscito almeno due giorni prima per buona condotta.Un’unica precisazione: la signora che e’ stata morsa non e’ la mia vicina, ma e’ la mia compagna.

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