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Dossier illegali a Reggio: Luigi Leoni scrive a Delrio e punta il dito sui “poteri” occulti

19/7/2014 – Luigi Leoni, per lungo tempo direttore di Confcommercio Reggio, rilancia il caso del presunto “dossieraggio illegale” a cui fu sottoposto in passato, e sul quale le istituzioni non hanno mai risposto, nemmeno alle sei iniziative dell’ex deputato leghista Angelo Alessandri, ora promotore del movimento nazionale “Io Cambio”: 4 interrogazioni parlamentari e 2 richieste di audizione alla Commissione antimafia e al Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir).

Leoni conduce da anni una battaglia personale per ottenere la verità su quei fatti ancora oscuri e controversi, e nei giorni scorsi ha indirizzato una lettera aperta a Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del governo Renzi, ricordandogli che alcuni anni fa, quand’era sindaco di Reggio, fu denunciato un attacco di poteri occulti nei suoi confronti.

La vicenda del presunto spionaggio clandestino risale al 2006, e riguarda quella che secondo Leoni è stata una “attività di dossieraggio illegale ai miei danni perpetrata da apparati dello Stato e protrattasi nel tempo”. Con un riferimento alla “sala di ascolto della Polizia di Stato presso il Tribunale di Reggio Emilia”.

L’ex direttore di Confcommercio punta il dito sui “poteri occulti che nella nostra città hanno sempre esercitato un’influenza che mi limito a definire vivace. Mi riferisco a pezzi di massoneria“. Nella lettera c’è anche un riferimento all’allarme lanciato da Pierluigi Castagnetti all’assemblea provinciale della Margherita del 2006, sulle presunte manovre di massoni reggiani contro il sindaco Delrio. (Pierluigi Ghiggini)

Di seguito la lettera aperta di Luigi Leoni a Graziano Delrio

“Egregio Dottor Delrio,

qualche anno fa certamente mi sarei  rivolto a Lei con un confidenziale Tu, ma oggi  sono certo che comprenderà le ragioni del mio ricorso al più formale Lei.

La sua rapida ascesa politica a livello nazionale è un fatto che mi ha fatto estremamente piacere, sia perché La reputo una persona seria e preparata, ma anche perché sono convinto che potrà solo far bene alla nostra provincia avere di nuovo un reggiano nei palazzi importanti della politica romana.

Negli scorsi mesi di febbraio e marzo, ultimata la mia lunga esperienza professionale in Confcommercio, intervenni sui media locali per sollevare una questione che mi riguarda e su cui sono determinato a far luce una volta per tutte.

Faccio espresso riferimento ad una attività di dossieraggio illegale ai miei danni perpetrata da apparati della stato e protrattasi nel tempo. Mi riferisco alla sala di ascolto della Polizia di Stato presso il Tribunale di Reggio Emilia, fatti denunciati nel lontano 2006.

In una lunga intervista dell’inizio di marzo 2014 puntavo i miei sospetti nei confronti dei poteri occulti che nella nostra città hanno sempre esercitato una influenza che mi limito a definire vivace. Mi riferisco a pezzi di massoneria.

Da allora è calato il silenzio. In quella lunga intervista uscii allo scoperto anche perché ero certo che si sarebbe potuto sollevare il velo su questa pagina che  4 interrogazioni parlamentari, due richieste di audizione davanti alla Commissione Antimafia ed al COPASIR dell’ ex parlamentare leghista Angelo Alessandi  non riuscirono minimamente a scalfire. Su questi sei atti nessuna risposta. Solo silenzio.

Ricordo come fosse ieri l’allarme lanciato dall’allora ex Vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti all’assemblea provinciale della Margherita che si tenne a Rubiera il 29 ottobre 2006. Mi sembra di ricordare ancora oggi i titoli dei giornali <Castagnetti denuncia: Massoni anti sindaco. I DS lo smentiscono>, oppure < Castagnetti attacca: i Massoni vogliono decidere per noi. Contrastano Delrio> oppure ancora <Il procuratore capo: Castagnetti venga pure da me>.

Ebbene, siccome sono certo che su questi temi etici le Sue convinzioni siano sempre quelle di allora, mi permetto di integrare quanto inviai ai media il 7 febbraio scorso.

Con una doverosa premessa che credo Le sia utile: io non ho avuto alcuna richiesta di rettifica o smentita da parte di chicchessia, ne tantomeno mi risulta siano state assunte iniziative giudiziarie nei miei confronti dopo le mie dichiarazioni. Da ciò ognuno può trarre le conclusioni che ritiene opportuno.

Al punto 12 della mia nota del 7 febbraio u.s. scrivevo che la procedura informatica a carattere comunitario che deve consentire l’inizio dell’operatività delle Corti d’Appello “pilota” deve essere preceduta dalla firma di un Decreto Ministeriale del Ministro di Giustizia. Tra le Corti d’Appello sperimentali vi è anche quella di Ancona su cui diffusamente mi soffermai.

Ebbene oggi sono in grado di comunicarLe che tale provvedimento porta il numero di protocollo 1873/13 O.G.S.I.A.U.G. del 20/09/2013. A mio parere, per motivi misteriosi (si fa per dire), da quasi nove mesi l’emanando decreto si è  solo ricoperto di uno spesso strato di polvere negli uffici del Ministero di via Arenula.

Io non so se il nuovo e significativo ritardo che sta accumulando anche il Governo Renzi nella firma di questo provvedimento sia dovuto a semplice dimenticanza, oppure trattandosi di un decreto del precedente Governo si tema vi possa essere qualche aggravio di spesa. Sul punto vorrei tranquillizzarla. Mi risulta che il debito verso la casa di software che ha prodotto il programma sia già stato saldato dal Governo Letta.  È  di tutta evidenza  che si può procedere alla firma del citato provvedimento senza ulteriori indugi.

Concludo augurandomi che possa essere posto rimedio a questa “dimenticanza” e sul punto sono certo che Lei possa dare un contributo significativo.

Nella mia vita ho poche sicurezze. Una è rappresentata dal fatto che sono certo che Lei ed il Governo Renzi di cui Lei fa autorevolmente parte, non porrete mai in essere atteggiamenti dilatori che possano consentire anche un solo giorno in più di impunità a chicchessia anche se il beneficiario fosse qualche massone da cui La difese in modo egregio Pierluigi Castagnetti.

Se invece, come penso, alcuni apparati dello Stato vogliono continuare a coprire con il silenzio una delle tante pagine vergognose facciano pure. Ma non diciamo o scriviamo che in Italia c’è un’aria nuova… Luigi Leoni”.

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