16/7/2014 – Di truffe se ne vedono tante, anche ingegnose, ma questa equivale, vista la crisi, il luogo e i protagonisti, alla classica vendita della Fontana di Trevi in salsa più modestamente reggiana.
Un uomo di 50 anni, specialista in raggiri, ha dato in affitto a un tunisino un appartamento di via Turri, facendosi pagare tremila euro a titolo di cauzione più cinquecento euro come anticipo dell’affitto di giugno. Peccato che la casa non fosse sua, bensì di una signora ignara di tutto, che si è trovata l’appartamento “occupato” da una famiglia extracomunitaria mai vista nè conosciuta.
La situazione è venuta a galla nel corso delle attività della polizia per bonificare la zona della stazione, ed è toccato al commissariato di via Turri sbrogliare la matassa: ad esso infatti si è rivolta la proprietaria inferocita, quando ha scoperto che nell’appartamento c’erano persone che non aveva mai incontrato in vita sua.
Una pattuglia è così intervenuta, lunedì alle 11,30, sul “luogo del delitto”, in via Paradisi.
Ascoltando separatamente le parti in causa, i poliziotti hanno appurato che le recriminazioni della proprietaria erano legittime, e che anche gli occupanti (la famiglia tunisina) potevano reclamare la legittimità della loro posizione.
Così hanno potuto ricostruire la vicenda. Alcuni mesi fa la proprietaria, una cittadina italiana, aveva commissionato dei lavori di ristrutturazione, conclusi in maggio, alla fine dei quali la donna ha ricevuto una richiesta d’affitto da un italiano, che per telefono si è presentato come amico dell’artigiano che aveva fatto i lavori, offerta che la donna però ha rifiutato in quanto non intenzionata ad affittare.
A fine maggio al cittadino tunisino veniva proposto l’appartamento in affitto da parte di un cittadino italiano, lo stesso uomo che aveva chiesto l’abitazione in affitto alla proprietaria. L’extracomunitario accettava e versava al “sedicente proprietario” una cauzione di 3.000,00 euro più la mensilità del mese di giugno pari a 500,00 euro. A riprova di ciò ha esibito una scrittura privata sottoscritta dalle parti e la ricevute di pagamento attraverso il sistema poste pay.
Al termine dell’intervento della Polizia, in ragione della palese buona fede dello straniero, la proprietaria e l’attuale inquilino si scambiavano i recapiti telefonici per giungere ad un accordo per l’eventuale stipula di un contratto di locazione regolare.
La polizia sta valutando la posizione del finto proprietario, un cinquantenne italiano pregiudicato, per una denuncia per truffa.