14/6/2014 – È il caso di dire che l’operazione Octopus, con la scoperta di un gigantesco giro di fatture false e riciclaggio che vede sotto inchiesta 41 persone, di cui una dozzina in carcere o ai domiciliari, ha sconvolto i reggiani.
Stamani in città, nelle piazze, nei bar e negli appuntamenti pubblici (prima fra tutti l’inaugurazione di palazzo Da Mosto, dove sono accorse centinaia di persone) non si parlava d’altro. I giornali locali sono andati a ruba e già ieri, nonostante il black out nazionale di alcune compagnie, i giornali web hanno registrato picchi di contatti.
Grande incredulità per i personaggi coinvolti, soprattutto per
il giornalista sportivo e conduttore di Telereggio Marco “Gibo” Gibertini – che gli inquirenti considerano l’uomo chiave della (giuridicamente ancora
presunta) associazione a delinquere che ha generato fatture false per 33 milioni di euro – e il patron della Reggiana Gourmet Mirco Salsi, già vicepresidente della Cna provinciale. All’associazione di via Maiella sono letteralmente sconvolti: oltre a Salsi (che ha lasciato le cariche nell’associazione solo un anno fa, quando è uscito di scena di Tristano Mussini), con l’operazione Octopus è finito ai domiciliari anche il dirigente della Cna a Bagnolo Andrea Rossi.
Inoltre è coinvolto lo stesso ex presidente provinciale Mussini attraverso la sua Cop. Asfalti, ora in concordato: la moglie di Mussini, Patrizia Montanari, all’epoca legale rappresentante dell’azienda, figura tra gli indagati.
Tremano molti vip, molti imprenditori e professionisti: tra
gli indagati figura uno dei commercialisti più noti di Reggio, il settantenne Maurizio Labanti, da sempre fra i professionisti di riferimento del sistema Legacoop. Labanti è indagato in concorso con Mirco Salsi, in qualità di suo consulente tributario, per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti. Sarebbero stati generati passivi fittizi per 303 mila euro, con una detrazione Iva di 52 mila euro. (p.l.g.)
Ecco di seguito l’elenco delle persone sottoposte ad indagine.
GLI INDAGATI REGGIANI
Paola Bigi,39 anni; Omar Costi, 40 anni; Giuliano Debbi, 59 anni (Scandiano); Marco Gibertini, 48 anni; Luca Govi, 45 anni; Maurizio Labanti, 70 anni; Patrizia Montanari, 54 anni; Andrea Rossi, 42 anni (Novellara, lavora
presso la Cna di Bagnolo, dove gli inquirenti hanno sequestrato il suo computer); Mirco Salsi 57 anni (Reggiana Gourmet); Gianluca Salsi, 31 anni, figlio di Mirco; Antonio Silipo, 44 anni (di Cutro, residente Cadelbosco Sopra, in carcere per inchieste su giri di usura).
GLI INDAGATI DI ALTRE CITTÀ
Vincenzo Armentano, 37 anni, Castrovillari; Massimo Benedetti, 49 anni, Roma; Stefano Cascioli, 59 anni, Roma; Marco Castaldi, 34 anni, Roma; Andrea Cesarini, 38 anni, Tarquinia; Roberto Ciuti, 54 anni, Pistoia; Angelo Dal Poz, 40 anni, Roma; Maria De Vito, 42 anni, Roma; Bianca Eli, 48 anni, Roma; Davide Enrico, 49 anni, Torino; Carlo Favrizio, 47 anni, Roma; Luca Ferriero, 32 anni, Napoli; Alberto Golinelli, 51 anni, Mirandola; Lorenza Guerra, 52 anni, Padova; Danilo La Piana, 55 anni, Catania; Francesco Golinelli, 23 anni, Mirandola; Vincenzo Mannucca, 34 anni, Siracusa; Giuseppe Miceli, 56 anni, Cesena; Gianluca Mussoni, 42 anni, Roma; Massimiliano Mussoni, 44 anni, Roma; Giancarlo Paulon, 57 anni, Roma; Rosario Petrazzuolo, 45 anni, Napoli; Piersandro Pregliasco, 54 anni, Torino; Anna Maria Rollo, 55 anni, Terni;
Francesco Rossi, 48 anni, Como; Federica Turrini, 26 anni Roma; Ivano Turrini, 53 anni Roma; Mario Vitale, 34 anni,
Catania; Chen Yenan, 50 (cinese, di Roma).
GLI ARRESTATI
13/6/2014 – Operazione Octopus: il Gip di Reggio Angela Baraldi, accogliendo le richieste del pm Valentina Salvi, ha ordinato la custodia cautelare in carcere per Marco Gibertini, 48 anni, (associazione a delinquere ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti); Omar Costi, 40 anni (emissione di fatture false e dichiarazione fraudolenta); Piersandro Pregliasco, 53 anni, Torino (associazione a delinquere, emissione di false fatture e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte); Marco Castaldi, 34 anni, di Roma (associazione a delinquere ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti); Antonio Silipo, 44 anni, cutrese di Cadelbosco Sopra (associazione a delinquere, emissione di false fatture e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte); Luca Ferriero, 31 anni, di Napoli (emissioni di fatture per operazioni inesistenti) .
Agli arresti domiciliari Mirco Salsi, 57 anni, patron della Reggiana Gourmet (associazione a delinquere e dichiarazioni fraudolente); Gianluca Mussoni, 42 anni di Roma (associazione a delinquere); Valerio Villani, 29 anni di Roma (associazione a delinquere ed emissione di false fatture); Andrea Cesarini, 38 anni di Tarquinia (emissione di false fatture); Andrea Rossi, 41 anni, di Novellara, che lavora alla Cna di Bagnolo (emissione di false fatture e dichiarazioni fraudolente).
Tra gli altri provvedimenti ordinati dal Gip il divieto di dimora nel comune di Reggio per Gianluca Salsi, 31 anni, figlio di Mirco. Fra gli indagati a piede libero figurano anche Patrizia Montanari (legale rappresentante della Cop. Asfalti e moglie di Tristano Mussini, ex presidente della Cna) e Giuliano Debbi,58 anni, titolare di una erboristeria di Scandiano.
Fra le società-cartiere utilizzate dall’associazione figurano la Gibertini Comunicazione e la Levante (sede legale a Reggio), oltre alla Extreme di Fiumicino, la CdI Technology di Fondi di Latina e altre società di Roma: Astra Tecnologie, Innotech Italia, Maxi Di, Pianeta Cospea, Pmv Technology, Max Technologia.
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COM’E’ NATA L’INCHIESTA Parla il comandante dei Carabinieri
13/6/2014 – Le indagini sul fiume di fatture false targate RE (ne sono state individuate per 33 milioni di euro) hanno preso il via da un’intuizione dei Carabinieri di Reggio che hanno cominciato a individuare i contorni della maxi frode mentre indagavano per altri versanti su Antonino Napoli, calabrese con base a Rubiera, nativo di Cinquefrondi, coinvolto nell’indagine della Dda di Reggo Calabria relativa al tentativo di ottenere l’incasso di un titolo di 870 milioni di dollari appartenuto all’ex dittatore indonesiano Sukarno.
Napoli, titolare del B&B Group di Fiorano (ceramica) fallito nel 2010, e titolare di un’azienda di autotrasporto, è ritenuto uno degli uomini di riferimento di ambienti della ndrangheta tra Rubiera e il modenese.
Il colonnello Paolo Zito, comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio, questa mattina lo ha definito come un personaggio di “elevato spessore criminale”. Proprio da lui e dai contatti con Marco Gibertini, che avvenivano attraverso circuiti “chiusi” (cioè con telefonini ritenuti sicuri e al riparo dalle intercettazioni) ha preso le mosse l’operazione Octopus.
La Pm Valentina Salvi ha chiarito che in realtà l’inchiesta – nata ufficialmente nel 2011 – si sviluppata soprattutto nell’ultimo anno, attraverso intercettazioni telematiche e ambientali, e soprattutto il controllo di ben diecimila documenti: un lavoro massacrante che ha permesso di ricostruire l’intero sistema delle fatture false. E se il lavoro di concerto tra Carabinieri e GdF è stato decisivo, sono le Fiamme Gialle ad essersi sobbarcate un lavoro immane, mettendo in campo specialisti di primissimo livello.
Il comandante Zito ha definitivo Gibertini come un personaggio influente, “in contatto con una serie di persone gravitanti in ambienti trasversali, ma anche con esponenti della malavita campana, romana e anche aderenti alla criminalità calabrese locale”. “Emergono collegamenti ultraprovinciali e ultraregionali – ha sottolineato – con soggetti della malavita campana e romana e soggetti già noti, come Antonio Silipo, già in stato di arresto per reati di usura”
Del resto tutti coloro che conoscono Gibertini (e sono davvero tanti a Reggio) sanno della sua prodigiosa capacità di intrecciare relazioni. Però nessuno avrebbe immaginato il quadro ipotizzato dall’operazione Octopus.
E Mirco Salsi? “Un personaggio di grande spessore come imprenditore e anche per il suo impegno nel settore sportivo. Un uomo conosciuto per il valore della sua azienda e anche per esser stato vicepresidente della Cna”.
In effetti Mirco Salsi è stato nell’ufficio di presidenza della Cna nella precedente gestione di Tristano Mussini, in quanto presidente del settore Alimentare dell’organizzazione di via Maiella.
Su Mirco Salsi, il giudizio del Gip Baraldi, scritto nell’ordinanza di custodia cautelare, è severo: “La sua finalità è quella di far fruttare i propri risparmi percependo interessi di gran lunga superiori a quelli offerti dal mercato. E per raggiungere tale obiettivo è disposito a tutto, anche ad accettare che il suo denaro venga utilizzato per fini illeciti…”.
Nell’inchiesta comunque compare anche l’azienda di famiglia di Tristano Mussini, già presidente della Cna provinciale di Reggio, ideatore fra l’altro della famosa campagna sui suicidi degli imprenditori a causa dei mancati pagamenti da parte della Pubblica amministrazione: si tratta della Cop. Asfalti , in concordato da circa un anno, per la quale Mussini aveva lasciato la presidenza Cna. Patrizia Montanari, moglie di Mussini e legale rappresentante di Cop. Asfalti, è indagata nell’operazione Octopus per presunta emissione di fatture inesistenti. Agli atti figurano telefonate e scambi di mail tra la Montanari e Marco Gibertini.
Nel 2012 il giornalista avrebbe consegnato in contanti 17 mila euro, recandosi di persona nella sede della Cop. Asfalti. Seguì la fattura ritenuta falsa emessa dalla Gibertini Comunicazioni dalla quale, secondo la GdF, Cop. Asfalti avrebbe ricavato un vantaggio fiscale con un incremento fittizio dei costi, e un profitto derivante dalla costituzione di una disponibilità di denaro extracontabile, equivalente alla somma ricevuta (17 mila euro) e ripulita mediante l’emissione di bonifico bancario pari all’importo della
fattura.
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LEGALITÀ E INDAGINE SU FALSE FATTURAZIONI – IL SINDACO VECCHI: “NON POSSIAMO PERMETTERE CHE CATTIVE RADICI INFESTINO ECONOMIA E COMUNITÀ SANE”
“Seguiamo, con attenzione e piena fiducia nel rilevante lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, gli sviluppi dell’indagine “Octopus”, che sta coinvolgendo fra l’altro persone legate all’economia del nostro territorio e ad ambienti malavitosi.
Da quanto emerge, ci troviamo di fronte a un meccanismo di false fatturazioni e frodi fiscali consolidato nel tempo, di proporzioni eccezionali, probabilmente radicato e favorito da un contesto generale di difficoltà e fragilità determinate dalla crisi economica.
Un meccanismo che non ha nulla a che fare con un sistema economico sano qual è quello del nostro territorio e che però era teso a inquinarne legalità, affidabilità e onestà.
Per questo, illeciti come quelli che si delineano nelle indagini e che verranno vagliati nel prosieguo del percorso giudiziario, non possono essere tollerati: le “cattive radici” vanno estirpate, messe in condizioni di non “infestare”, di non nuocere più, prima di tutto a coloro che possono essere stati vittime dell’azione delittuosa.
Ci attendiamo piena luce e giustizia, perché non possiamo in alcun modo accettare che, qualora siano accertate responsabilità in via definitiva, un’organizzazione dedita a
una sistematica illegalità possa intaccare e deviare dal percorso retto la vita economica e civile della nostra comunità, che ha nel rispetto delle regole e della legge il fondamento del suo esistere”.
Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia
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FILIPPI: MAI ABBASSARE LA GUARDIA, COMPLIMENTI ALLE FORZE DELL’ORDINE
“In merito alla spiacevole vicenda che ha visto coinvolti diversi reggiani doc per frode fiscale, mi congratulo per il minuzioso lavoro svolto dalla Procura di Reggio Emilia, coordinata dal Pubblico Ministero Valentina Salvi e dalle Forze dell’Ordine: Carabinieri e Guardia di Finanza di Reggio Emilia.
Spiace che imprenditori reggiani siano caduti in certi giri malavitosi dai quali non è facile uscirne, specie se a tirare le file del lavoro sporco sono elementi vicini al mondo della mafia.
Sono state efficienti le Forze dell’Ordine a identificare tutti i tasselli di un meccanismo di frode da milioni di euro, ciò rappresenta senz’altro un’operazione eccellente portata avanti dalla Procura reggiana.
Non bisogna mai abbassare la guardia e avere il coraggio di
contrastare, nelle dovute sedi, chi fa circolare somme di denaro sospette, se poi c’è l’aggravante della mafia, l’attenzione deve essere ancora maggiore.
Il silenzio e l’omertà di fronte a certi giri poco puliti, rendono complici chi tace.
Chi commette gravi reati fiscali ai danni dello Stato, nel caso specifico per milioni di euro, danneggia indistintamente tutti i cittadini, da destra a sinistra.
Quindi un grazie ed un plauso alla Procura di Reggio Emilia e alle Forze dell’Ordine per il servizio svolto a favore di tutti i cittadini onesti che lavorano, si rimboccano le maniche ogni giorno e pagano troppe tasse per i servizi che ricevono”.
Fabio Filippi, Reggente Provinciale Forza Italia e Consigliere Regionale